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Pulsanti Di Arresto Di Emergenza - Può esistere una gerarchia sullo stesso impianto?


AndreaCapiluppi

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Ogni linea da 2 consensi: uno per la parte a valle ed uno per la parte a monte, ovviamente per la linea di testa e coda è sufficiente un solo consenso.

Con questa configurazione qualsiasi pulsante di emergenza premuto ferma tutta la catena.

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Sì Livio ma non è così semplice, se io predispongo una coppia di contatti per la macchina a valle e una coppia per la macchina a monte, e le 2 macchine (a valle e a monte) fanno altrettanto, succede quello che ho detto prima, e cioè la mia sicurezza non si ripristina perchè non c'è il consenso a valle nè quello a monte, la sicurezza della macchina a valle e quella della macchina a monte non si ripristinano perchè non c'è il mio consenso e così via...

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Tramite PLC si può sempre segnalare quale pulsante è stato azionato. Lo si fa normalmente sulle linee lunghe, proprio per evitare di correre su tutta la linea a ripristinare i funghi.

Inoltre devi tenere conto che è meglio qualche corsetta piuttostoche un incidente :)

I pulsanti di emergenza si devono azionare esclusivamente per emergenze, non come surrogato di arresto rapido! Se un'operatore pistola li usa come arresto rapido son fatti suoi (e del responsabile di linea :lol: )

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Una persona chiamata ad azionare un pulsante durante un'emergenza non si metterà a discriminare tra pulsanti più piccoli e più grandi.....preme quello che sta più a portata di mano

questo è un concetto corretto ma...

...e nel mentre quache malcapitato ci può lasciare la pelle.

questo è un concetto molto errato: il circuito di emergenza non è fatto per salvare la vita a nessuno, a quello ci pensa il circuito delle sicurezze in classe B,1,2,3 o 4 che dal 01/07/2009 non saranno più sufficienti ma ci sarà il performance level.

Il circuito d'emergenza deve fermare la macchina relativa e permettere ad un operatore ad entrarvi con mani, braccia o con tutta la sua persona ed essere sicuro che l'intervento che è obbligato a fare (ricarica di un dispositivo, pulizia di pezzi rotti o fuoriusciti dal percorso corretto, ecc ecc) non gli procurerà nessun danno.

E ripeto macchina relativa: io non devo e non posso "alterare" il circuito della macchina giapponese (solo per esempio) che precede la mia per collegarci i miei pulsanti d'emergenza, è manomissione!

Ma sicuramente questa macchina ha un consenso harware e/o software, per partire e far partire la macchina che segue. E se proprio servisse ci sarebbe un contatto di sicurezza per duplicare all'esterno l'emergenza, oppure degli ingressi certificati per portare il comando di emergenza esterno all'interno di se stessa.

La macchina è identificabile dal fatto gi avere una sua alimentazione esclusiva (semplificando il suo interruttore generale).

Per tutti quelli che non vogliono distinguere il circuito di emergenza da quello delle sicurezze faccio un piccolo esempio: non posso togliere il salvavita in casa e metterci il pulsante dei VVFF: il primo mi "salva la vita" , il secondo permette ai VVFF di entrare in un ambiente pericoloso senza rischi aggiunti/residui (un sotterraneo allagato ma senza tensione).

Ultimo discorso:

non è facile ma comunque non impossibile, considerando un uso scorretto ma "ragionevolmente" prevedibile da parte di un operatore...

hai sbagliato l'analisi dei rischi dell'impianto e relativa messa in sicurezza: se è ragionevolmente prevedibile lo devi prevedere, lo dici tu stesso, e di fronte ad un giudice qualsiasi scusa non terrà!

Si potrebbero mettere delle barriere di sicurezza con muting tra una stazione e la successiva, ma diventerebbe troppo costoso...

premettendo che non sempre la soluzione più costosa sia la soluzione corretta, ma di fronte ad un infortunio cosa dici al giudice? "Avevo finito i soldi?"

Prova a pensare che sei tu ad entrare in quel luogo e per risolvere un problema che hai causato tu bloccando la produzione, col capo che ti urla dietro "scavalchi" la protezione e... perdi un braccio, non vorresti che il progettista avesse usato tutte le possibilità che la tecnologia gli permetteva (come chiedono le direttive europee) per impedirti di fare quella sciocchezza preso da una forte situazione emotiva?

Se dividi le macchine, le devi dividere in tutti i sensi, se entri con il pulsante di emergenza premuto nella macchina A, tale macchina non può ripartire finche non sei uscito, ma sicuramente non puoi poter entrare nella macchina B perché le sicurezze non te lo permettono.

Quando dico che le sicurezze non telo permettono intendo:

- barriere meccaniche o serrature elettromeccaniche che fisicamente non ti permettono di entrare con macchina in funzionamento

- sensori di sicurezza, finecorsa di sicurezza, barriere di sicurezza, ecc che spengono la macchina se entri

un po' lungo...ma spero chiaro

Ciao

Modificato: da dak_71
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Adelino Rossi

dak_71

Il circuito d'emergenza deve fermare la macchina relativa e permettere ad un operatore ad entrarvi con mani, braccia o con tutta la sua persona ed essere sicuro che l'intervento che è obbligato a fare (ricarica di un dispositivo, pulizia di pezzi rotti o fuoriusciti dal percorso corretto, ecc ecc) non gli procurerà nessun danno.

un operatore non entra o non dovrebbe entrare nella macchina ""solo perchè"" è stato premuto il pulsante di emergenza.

la macchina deve essere ""messa in sicurezza"" secondo il manuale di macchina, a meno che le due cose coincidano

e siano previste nel manuale di manutenzione.

ricordo di una macchina lunga e complessa prodotta in francia dove i pulsanti di emergenza facevano staccare gli interruttori

di arrivo dei quadri di distribuzione elettrica e prima di essere richiusi dovevano essere riarmati.

è però evidente che ogni macchina fa storia a se nella funzionalità e nella sicurezza.

nell'ultimo impianto in cui ho lavorato, (ad esempio) tutti gli interruttori in cabina avevano un blocco luchettabile in posizione

di aperto, la chiave la conserva il manutentore.

questo è un concetto molto errato: il circuito di emergenza non è fatto per salvare la vita a nessuno,

l'opinione è errata a mio parere.

il pulsante di emergenza non salva la vita a nessuno in senso assoluto ma la può salvare in senso relativo in quanto integra gli

altri sistemi. può essere usato dal o dai compagni di lavoro o da terze persone che si rendano conto di una situazione grave.

è inutile se , come succede spesso nelle macchine opera un solo uomo che decide autonomamente di infilarsi in zone di pericolo.

io non devo e non posso "alterare" il circuito della macchina giapponese (solo per esempio) che precede la mia per collegarci i miei pulsanti d'emergenza, è manomissione!

nelle macchine complesse di varie forniture è necessario alla fine degli assemblaggi far fare una verifica di sicurezza del sistema finito da parte di persona o azienda preposta.

il risultato sarà l'analisi complessiva della sicurezza e se serve, il sistema viene reso conforme alle nostre norme e integrato o modificato se serve. se poi serve o meno la collaborazione

del costruttore, questo viene valutato.

Per tutti quelli che non vogliono distinguere il circuito di emergenza da quello delle sicurezze faccio un piccolo esempio: non posso togliere il salvavita in casa e metterci il pulsante dei VVFF: il primo mi "salva la vita" , il secondo permette ai VVFF di entrare in un ambiente pericoloso senza rischi aggiunti/residui (un sotterraneo allagato ma senza tensione).

sono due strumenti diversi per usi e scopi diversi

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Effettivamente la stanchezza di ieri mi ha fatto commettere delle imprecisioni, portando casi specifici in generale.

Il circuito d'emergenza deve fermare la macchina relativa e permettere ad un operatore ad entrarvi con mani, braccia o con tutta la sua persona ed essere sicuro che l'intervento che è obbligato a fare (ricarica di un dispositivo, pulizia di pezzi rotti o fuoriusciti dal percorso corretto, ecc ecc) non gli procurerà nessun danno.

Questo mio discorso vale più per le sicurezze che per l'emergenza nella maggior parte dei casi, ho sbagliato a riportarlo.

Rimane il fatto che il pulsante di emergenza non è una protezione, è un dispositivo che permette di bloccare più o meno velocemente un impianto, in pratica in tre modi:

categoria 0 = arresto non controllato (tolgo l’energia agli attuatori dell’impianto)

categoria 1 = arresto in modo controllato e poi tolgo energia agli attuatori

categoria 2 = arresto in modo controllato e non tolgo energia agli attuatori

Quindi la normativa non parla di spegnere la macchina quando premo emergenza (leggere togliere energia), ma di analizzare la funzione a noi necessaria per portare l’impianto alla massima sicurezza per permettere ad un operatore di bloccare un funzionamento anomalo nel processo produttivo.

I dispositivi di protezione, invece, fanno ciò per cui sono chiamati: proteggono! Se un ipotetico collega si ritrova col braccio impigliato sotto ad un ingranaggio, non è colpa dell’altro collega vicino che non preme emergenza, ma del progettista che non ha progettato bene le protezioni. Ed il giudice lo sa bene!

L'impianto e i dispositivi di protezione proteggono, e lo devono fare in tutti i modi possibili!

L'emergenza serve per le emergenze, ma per il prodotto o l'impianto, non per le persone (in modo diretto intendo).

Ciao

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Quindi la normativa non parla di spegnere la macchina quando premo emergenza...

Non è corretto. La normativa prevede che ci sia sempre almeno un arresto di emergenza di categoria "0" o "1" (che un sivrainsieme dell'arresto di categoria "0")

Modificato: da Livio Orsini
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Si, è vero ciò che dici Livio, la normativa effettivamente dice questo, è la Direttiva che non lo dice, mi sono confuso nella fretta di rispondere appena potevo. Comunque il discernimento tra emergenze e sicurezze è fondamentale. La gerarchia delle emergenze non è ammessa, è ammessa la gerarchia degli arresti (non di emergenza).

Allego testo della direttiva (dalla quale la norma prende riferimento) (Ai moderatori: lo prendo dalla gazzetta ufficiale di libero accesso in internet, non mi sembra sia vietato, eventualmente chiedo scusa e cancellatelo)

DIRETTIVA 2006/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

del 17 maggio 2006

relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE (rifusione)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

1.2.4.3. Arresto di emergenza

La macchina deve essere munita di uno o più dispositivi di arresto di emergenza, che consentano di evitare

situazioni di pericolo che rischino di prodursi nell'imminenza o che si stiano producendo.

Sono escluse da quest'obbligo:

— le macchine per le quali il dispositivo di arresto di emergenza non può ridurre il rischio, perché non

riduce il tempo per ottenere l'arresto normale oppure perché non permette di prendere le misure specifiche

che il rischio richiede,

— le macchine portatili tenute e/o condotte a mano.

Il dispositivo deve:

— comprendere dispositivi di comando chiaramente individuabili, ben visibili e rapidamente accessibili,

— provocare l'arresto del processo pericoloso nel tempo più breve possibile, senza creare rischi supplementari,

— quando necessario avviare, o permettere di avviare, alcuni movimenti di salvaguardia.

Quando si smette di azionare il dispositivo di arresto di emergenza dopo un ordine di arresto, detto ordine

deve essere mantenuto da un blocco del dispositivo di arresto di emergenza, sino al suo sblocco; non deve

essere possibile ottenere il blocco del dispositivo senza che quest'ultimo generi un ordine di arresto; lo sblocco

del dispositivo deve essere possibile soltanto con una apposita manovra e non deve riavviare la macchina, ma

soltanto autorizzarne la rimessa in funzione.

La funzione di arresto di emergenza deve essere sempre disponibile e operativa a prescindere dalla modalità

di funzionamento.

I dispositivi di arresto di emergenza devono offrire soluzioni di riserva ad altre misure di protezione e non

sostituirsi ad esse.

1.2.4.4.

Assemblaggi di macchine

Nel caso di macchine o di elementi di macchine progettati per lavorare assemblati, le macchine devono essere

progettate e costruite in modo tale che i comandi di arresto, compresi i dispositivi di arresto di emergenza,

possano bloccare non soltanto le macchine stesse ma anche tutte le attrezzature collegate, qualora il loro

mantenimento in funzione possa costituire un pericolo.

Quindi lo studio delle sicurezze e delle emergenze è più complesso di quello che si vuol far credere dicendo"io faccio cosi" e "io faccio colà", ogni macchina va analizzata in modo tale da garantire la sicurezza di chi poi li ci deve lavorare.

Ciao

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  • 3 weeks later...

In base alle esigenze ed accordi con il nostro cliente, in una linea che stiamo costruendo abbiamo fatto la seguente scelta:

- classico fungo rosso su sfondo giallo che arresta in emergenza solamente la macchina sulla quale è installato

- fune di emergenza e fungo rosso luminoso cher arresta l'intera linea.

Ho qualche dubbio sulla correttezza dell'uso del fungo nero come arresto di emergenza.

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Ho qualche dubbio sulla correttezza dell'uso del fungo nero come arresto di emergenza.

Arresto di emergenza solo colore rosso su fondo giallo. Se si usa il sezionatore/interruttore generale come arresto di emergenza la maniglia di amnovra dovrà essere obbligatoriamente rossa con fondo giallo.

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grazie, mi riferivo a questo post:

anni fa mi capitò una cosa simile, impiegammo funghi di emergenza neri che identificavano un emergenza locale e funghi di emergenza rossi che identificavano un emergenza generale..oggi non saprei dirti se è fattibile..

bisogna vedere come installi le protezioni per evitare l'accesso alle zone pericolose..se le metti a distanze e altezze corrette è un problema dell'operatore se si mette a scavalcarle...

saluti

Per quanto riguarda il discorso dell'uso improprio dei pulsanti per arresto d'emergenza, per quanto mi riguarda non c'è verso di far intendere sia ai clienti che a certi miei superiori che fintantochè non si obbliga l'operatore a cambiare la mentalità di premere il fungo rosso per qualsiasi stupidaggine, sarà alquanto improbabile che la smetta di farlo.

Prevale comunque la logica degli alti costi di fermo macchina dovuta all'attivazione dei funghi (secondo me invece dovrebbero essere proprio questi costi a far desistere col tempo l'operatore dall'uso improprio del pulsante).

Con queste premesse, avendo necessità delle netta differenziazione tra fungo locale e fungo di linea, come dicevo, al momento l'unica soluzione che ho trovato è stato l'impiego di un fungo con la base gialla luminosa della Pilz per la funzione di fungo di linea, oltre alla fune. Ma non sempre è possibile implementare la fune.

Credo anche che una corretta analisi e valutazione dei rischi possa indicare con precisione se differenziare o meno gli arresti d'emergenza.

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Sul fatto che sia obbligatorio uno ed un solo arresto d'emergenza non sono molto d'accordo (EN 60204-1).

Sono invece assolutamente d'accordo sul fatto che almeno un dispositivo di arresto d'emergenza arresti l'intera macchina, intesa come un insieme di macchine, se le condizioni se vi sono le condizioni necessarie alla sua installazione (cfr punto 1.2.4 allegato I direttiva 98/37/CE).

Sulla disambiguità dei due comandi la EN 60204-1 dà qualche lieve indicazione, ma piuttosto che niente piuttosto.

Anche sulle colorazioni vi è poco sa dire.

Su una cosa invece vi sono certezze : sempre e solo l'analisi dei rischi può determinare dove e che tipo (tipo 0,1 ecc) di arresti installare.

Paradossalmente installare un arresto per l'intera linea in una stazione di comando dalla quale non è visibile l'intera macchine serve a molto poco.

Se ad esempio nelle stazioni operatore colloco solo arresti relativi ad una ben visibile (e quindi controllabile) porzione di macchine e in punti strategici della linea, diversi dalle postazioni di controllo, installo arresti per l'intera macchina e completo con formazione ed informazione degli operatori, ho raggiunto i seguenti vantaggi:

1- l'operatore che non vede tutta la macchina dalla sua postazione, non ne interrompe il funzionamento erroneamente ( e forse pericolosamente)

2- il medesimo operatore senza sforzi mentali particolari, nel caso avverta un pericolo nella sua zona di lavoro, può agire sull'arresto collocato nella sua postazione di lavoro

3- se la sua attenzione viene richiamata per eventi che stanno capitando in altre aree della macchina, spostandosi dalla sua posizione per controllare, si avvicinerà all'arresto linea allontanandosi dall'arresto di zona.

sui difetti della soluzione non mi soffermo perchè saran molti.

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qui:

http://www.sicelimpianti.com/presc_alla_noma_en60204.htm

al punto 9.C dicono che:

se la macchina ha più sezioni di lavoro che funzionano in modo coordinato, si può limitare l'azione di un dispositivo d'arresto alla sezione corrispondente e non alla globalità della macchina, purtchè il pericolo sia limitato a tale zona e non possa trasferirsi alle altre sezioni.

Resta da vedere il testo effettivo della 60204-1 edizione 2006 (CEI 44-5).

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  • 2 weeks later...
  • 2 years later...
AndreaCapiluppi

Ciao a tutti.

Riprendo questa discussione, dopo essermela riletta, visto che è stata abbandonata da un po'...

Riparto dal caso di linea con più stazioni, e dall'ipotesi che nella mia valuatzione dei rischi i funghi di emergenza debbano mettere in arresto sicuro la linea completa, e non solo la singola stazione.

Dal punto di vista realizzativo, come avete affrontato (o affrontereste) il fatto che la linea debba poter funzionare anche se una delle stazioni è disalimentata (= sezionatore del quadro elettrico su OFF)?

Io l'ho realizzata nel modo seguente, ma magari qualcuno ha idee migliori...

Ho definito una stazione, quella più "baricentrica" dal punto di vista della topologia della macchina, come collettrice dei contatti provenienti da tutti i funghi della linea: questa stazione avrà due alimentazioni separate e un sezionatore giallo/rosso per l'alimentazione della 24V e un sezionatore nero, per la 400V. Quello della 24V potrà rimanere ON, anche se la 400V è OFF, in modo che un'eventuale manutenzione possa essere svolta, mantenendo però attivo il circuito di controllo delle emergenze.

Lo scambio dell'informazione "emergenza attiva", viene poi effettuato tramite la rete delle logiche programmabili, ma potrebbe essere fatto anche con i moduli elettromeccanici come accennato da qualcuno, disponendo due contatti che agiscono verso monte e due che agiscono verso la stazione a valle.

Se avete opinioni sono ben accette...

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