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Normativa Emc


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Inserito:

Salve chiedo aiuto perchè trovo molti pareri discordanti in materia.

Siamo una ditta che costruscono macchine o impianti completi per la lavorazione di frutta per cui ricadiamo nella direttiva macchine.

Da quanto ho potuto capire fino ad oggi se tutti i quadri sono elettromeccanici non c'e' bisogno di eseguire nessun test.

Con l'avvento di PLC e inverter invece cosa bisognerebbe fare?

C'e' chi dice che i test vanno fatti e c'e' chi dice che essendo tutti i materiali di costruzione a norma CE non c'e' bisogno in quando realizzati secondo le specifiche dei diversi costruttori.

Ho notato che i quadristi generalmente non rilasciano assolutamente nulla al proposito.

Per cui :

il quadro va sottoposto a test?

una volta il quadro montato su una singola macchina, la macchina deve essese sottoposta a test o basta il test del quadro?

ma sopratutto bisogna fare un test definitivo per un impianto che comporta più macchine che rispondono alla norma?


Inserita: (modificato)

Una norma generale, che non vale solo in questo caso, è che CE + CE non è uguale a CE. Se tu assembli due apparecchi o componenti marcati CE, l'assieme risultante non è marchiato CE.

Per quanto riguarda l'applicabilità, fai riferimento alle definizione della 2004/108/CE, che ti copio e incollo:

Ai fini della presente direttiva, s'intende per:

a) «apparecchiatura»: ogni apparecchio o impianto fisso;

B) «apparecchio»: ogni dispositivo finito, o combinazione di

dispositivi finiti, commercializzato come unità funzionale

indipendente, destinato all'utente finale e che può generare

perturbazioni elettromagnetiche, o il cui funzionamento

può subire gli effetti di tali perturbazioni;

c) «impianto fisso»: una combinazione particolare di apparecchi

di vario tipo ed eventualmente di altri dispositivi, che

sono assemblati, installati e destinati ad essere

La procedura deve essere effettuata secondo quanto prescritto dall'allegato II, una parte del quale di copio e incollo:

2. La valutazione della compatibilità elettromagnetica tiene conto di tutte le normali condizioni di funzionamento cui

gli apparecchi sono destinati. Se gli apparecchi possono assumere varie configurazioni, la valutazione della compatibilità

elettromagnetica accerta che gli apparecchi soddisfino i requisiti in materia di protezione di cui all'allegato I,

punto 1, in tutte le configurazioni possibili identificate dal fabbricante come rappresentative dell'uso cui gli apparecchi

sono destinati.

Quindi rispondendo alle tue domanda:

1) il quadro va sottoposto a test nelle normali condizioni di funzionamento e in tutte le sue configurazioni possibili, ed è irrilevante la natura dei suoi componenti. Per esempio un contattore che chattera emette disturbo elettromagnetico.

2) se la macchina su cui il quadro è destinato è venduta come assieme commercializzato, sì.

3) l'impianto fisso non va sottoposto a test, ma tutti gli apparecchi di cui è composto sì, poichè l'allegato II menziona "apparecchi" e non "impianti fissi".

Modificato: da NoNickName
Inserita:

Ok ma la direttiva dice anche

(9) La presente direttiva non disciplina le apparecchiature

che, per loro natura, non presentano rischi in termini di

compatibilità elettromagnetica.

Per cui se le apparecchiature utilizzate sono tutte a norma EMC?

Inserita: (modificato)

ma esempio banale.

Compro una cassetta partenza motore e ci collego un motore. Dovrei fare la EMC perchè la cassetta contiene un contattore?

Scusa le mie tante domande.

Modificato: da badedas
Inserita: (modificato)

La cassetta avviamento motore è provvista di dichiarazione conformità EMC, bassa tensione, direttiva macchine e tutte le altre direttive applicabili, che è un preciso obbligo di legge.

Tu colleghi la cassetta ad un motore, ed il cavo POTREBBE emettere EMI, quando alimentato attraverso quella cassetta. Tuttavia, tu puoi aver fatto la tua analisi, e sostenere davanti ad una precisa opposizione che il semplice atto di collegare una cassetta conforme EMC con un motore conforme EMC non rappresenta un motivo per sospettare un'emissione di EMI, e quindi tu emetti la tua dichiarazione.

Tuttavia io la boccerei, e ti dico anche il perchè. C'è stato un caso a cui ho assistito in cui il produttore di compressori per frigoriferi emetteva la sua dichiarazione EMC dopo il collaudo dei compressori, in un ciclo che prevedeva l'uso di azoto, anziché l'uso di gas frigorifero.

Il motivo risiede nel fatto che quest'ultimo gas non può essere rilasciato in atmosfera, e dunque non era pensabile collaudare tutti i compressori, rilasciando il gas in esso contenuto. Il motore del compressore è ermetico, cioè interno al compressore stesso e non collaudabile a meno di collegarlo pneumaticamente.

Bene, il motore collaudato in fabbrica con azoto era conforme EMC (perchè la coppia richiesta per la compressione dell'azoto è minima), mentre in campo una volta collaudato con freon (a pressioni a priori ignote al costruttore del compressore) emetteva EMC oltre i limiti perché la coppia richiesta dal motore generava impulsi a tutte le armoniche di rete.

Quindi l'azienda poteva emettere il EMC perchè il suo collaudo era conforme a quanto specificato nel limite di fornitura, ma l'installatore che collegava freon e alimentazione elettrica non lo era.

Per quanto riguarda l'articolo 9, si riferisce ad apparecchiature che non emettono EMC per propria natura, cioè non elettriche.

E ricorda: CE+CE non è uguale a CE.

Modificato: da NoNickName
Inserita:
E ricorda: CE+CE non è uguale a CE.

Teroricamente tutti i sitemi (macchine, impianti, etc.) dovrebbero essere collaudati, nella loro forma e collocazione deffinitiva, per verificare che le emissioni rientrino nei limiti previsti dalle normative EMC.

Ad esempio un impianto per produzione di cast film, la cui apparecchaitura elettronica è stata collaudata e certificata per le emissioni EMC, non è autoamticamente certificato.

Il produttore degli inverter, p.e, certifica che i suoi inverter rientrano nelle normative, di così il produttore di elettromeccanica, del PLC e via elencando. Il produttore dei quadri di comando può certificare che il quadro è conforme alle direttive EMC, ma non può cetificarlo se non dopo aver eseguito misure di emissione.

Ma anche se il quadro fosse certificato, l'intero apparato non lo è se non si effettuano le misure.

Solo pochissimi apparati sono esenti da queste misure; io ricordo che gli ascensori sono sicuramente esentati per ovvi motivi pratici.

Dimenticavo. Le misure si devono eseguire in camera anecoica schermata (gabbia di Faraday). :(

Inserita:

Sempre teoricamente allora si dovrebbe sempre testare ogni macchina.

Per cui rivolgersi a un ente certificato penso sia la prima soluzione.

Ma è possibile attrezzarsi per fare in casa queste misure, visto che i nostri progetti sono sempre diversi?

Tenendo conto che i nostri macchinari vanno da delle lungezze di 6mt a impianti completi su superfici di 600m2 (dubito si possano mettere in camere anecoiche).

Perchè la teoria è bella, ma in pratica ?

Inserita: (modificato)

Purtroppo le direttive sono leggi, le normative tecniche no.

Quindi se la direttiva impone, devi adeguarti. Quel messaggio che hai citato è precedente all'emissione della direttiva EMC.

Forse non hai letto bene cosa dice la direttiva, te lo scrivo una seconda volta: l'impianto fisso non va sottoposto a test, ma tutti gli apparecchi di cui è composto sì, poichè l'allegato II menziona "apparecchi" e non "impianti fissi".

Modificato: da NoNickName
Inserita:

Hai ragione non avevo notato il riferimento all vecchia norma.

Per cui in definitiva è necessario realizzare misure macchina per macchina.

Inserita: (modificato)

Scusa per le tante domande, ma più ci rifletto e più ho dei dubbi.

Nel caso di una macchina con il suo quadro - prove emc

Nel caso di un complesso di macchine con un'unico quadro generale, si può ritenere come impianto e fisso e dunque non sono necesserie le prove o sono comunque necessarie solo per il quadro?

O

Modificato: da badedas
Inserita:

Ma chi ha parlato di quadro? Perchè non leggi la direttiva, ti ho fatto copia e incolla. Te lo faccio ancora: "La valutazione della compatibilità elettromagnetica tiene conto di tutte le normali condizioni di funzionamento cui gli apparecchi sono destinati." Cosa sono gli apparecchi? Ogni dispositivo finito, o combinazione di dispositivi finiti, commercializzato come unità funzionale indipendente, destinato all'utente finale e che può generare perturbazioni elettromagnetiche, o il cui funzionamento

può subire gli effetti di tali perturbazioni.

Inserita:

Per cui ogni mia macchina risulta essere un'apparecchio.

Ma siccome ogni mia macchina da sola non esprime nessuna funzionalità (perchè deve essere integrate con altre) non necessità di emc. Giusto?

In questo caso la emc è da fare sull'impianto completo (che diventa un'unità funzionale).

E la dovrà fare chi si occupa dell'integrazione della mia macchina nell'impianto.

Se invece realizzo un impianto completo, costituito da più macchine, devo fare la emc dell'impianto.

Sono corrette queste mie conclusioni?

Inserita:

No, non hai capito niente.

Ripetiamo da capo: "La valutazione della compatibilità elettromagnetica tiene conto di tutte le normali condizioni di funzionamento cui gli apparecchi sono destinati."

apparecchi, non macchine

Cos'è un apparecchio?

Ogni dispositivo finito, o combinazione di dispositivi finiti, commercializzato come unità funzionale indipendente

dispositivo o combinazione di dispositivi, non macchine

Nella direttiva EMC non si parla di macchine

Inserita:

Alt un attimo....

Direttiva macchine mi inpone la 60204

la 60204 mi impone la 2004/108

Inserita: (modificato)

Hai un po' di confusione in testa. La direttiva macchine non ti impone affatto di essere conforme alla EN60204. Ti impone che la macchina sia sicura, e quindi ti impone di verificare che l'equipaggiamento elettrico (se ne hai) sia conforme alle norme tecniche applicabili. Sta a te decidere quali norme seguire.

A sua volta, la EN60204 non ti impone niente, meno che meno ti impone la direttiva 2004/108. Una normativa tecnica non ti può imporre di seguire una direttiva, perchè la direttiva è già LEGGE DI PER SE' e quindi va adottata A PRESCINDERE.

Sta poi a te decidere se la direttiva si applica al tuo prodotto oppure no. Fai la tua analisi motivata e la incorpori nel fascicolo tecnico.

In punto di Diritto, la direttiva supera la normativa tecnica, quando sia in contrasto (nel caso del vecchio approccio Romano).

E comunque, non capisco come una normativa tecnica relativa alla sicurezza dell'equipaggiamento elettrico delle macchine abbia a che vedere con l'emissione di disturbi elettromagnetici. Sono due diversi àmbiti.

Modificato: da NoNickName
Inserita:

Più cerco di capire e meno ci capisco.

Adesso ho interpellato vari cosulenti presso cui mi appoggio.

Il problema deriva in quanto un consulente esterno che mi cura l'analisi dei rischi mi ha detto che nel certificato di conformità devo riportare la conformità emc.

Richiamato oggi si è rimangiato quanto detto in precedenza e sembra che non abbia l'obbligo, ma s'informava meglio.

Chiamo un costruttore di avvolgitori che inizialmente aveva fondato un'azienda per le misure emc.

Mi ha spiegato che praticamente al 99,9% nessuno esegue test.

L'azienda che aveva fondato, appunto perchè erano richieste queste misure, è stata chiusa dopo 6 mesi dalla nascita.

Tanti preventivi ma pochi test.

Mi ha anche detto che è praticamente impossibile eseguire test su impianti completi.

Ora attendo la risposta di un'ulteriore ente certificatore.

Inserita:

Beh, è vero che nessuno fa i test EMC, con quello che costano!! E contestare la non conformità è molto difficile.

Inserita: (modificato)
Mi ha spiegato che praticamente al 99,9% nessuno esegue test.

Certo se si vuole eseguire un test in gabbia di Faraday anecoica su di un quadro di 20m è praticamente impossibile.

Però tra il non fare nulla e fare tutto c'è una scala di valori intermedi.

Il difetto, a mio giudizo, sta nel manico cioè nella normativa.

Se da un punto di vista teorico è corretto affermare che le emissioni devono essere misurate sull'intero apparato in condizioni di lavoro effettivo, da un punto di vista pratico nella qausi totalità dei casi è impossibile.

Se ne era discusso molto anche in sede di comitato CEI, ma quando si ha a che fare con i burocrati non si cava un ragno da un buco.

Empiricamente, mettendo in pratica tutte le direttive sulla prevenzione delle emissioni EMC, si può raggiungere un buon grado di sicurezza percui, anche in condizioni di lavoro effettivo, l'apparato rientrerà nei limiti imposti.

Ultima considerazione.

Se è praticamente impossivile effettuare la misura delle emissioni di un apparato, diventa praticamente impossibile, a meno di sforamenti elevatissimi, contestarne la non rispondenza ai limiti imposti. ;)

Modificato: da Livio Orsini
correzione errori di dattilografia
Inserita:

Sono andato a controllare la 60204. In effetti c'è una parte che indica dei criteri per minimizzare l'emissione di EMI, e introduce il concetto dell'approccio cosiddetto modulare.

Tuttavia sono raccomandazioni che nulla hanno a che vedere con la 2004/108.

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