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Verifica Messa A Terra


vinlo

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Ciao amici,

vi espongo subito il mio dubbio.

Un mio amico ha un' autocarrozzeria di recente costruzione (circa 6 anni più o meno).

Quando gli hanno fatto l' impianto, mi ha detto che gli hanno rilasciato regolare certificazione, quindi io presumo che sia stata effettuata pure la misura della resistenza di terra ed allegato il tutto.

Ora mi chiedeva cosa deve fare per la verifica del suo impianto.

Io giro a voi la domanda:

Serve un ente abilitato e riconosciuto o basta un' installatore che effettui la misura e ne certifichi l' efficenza?

Oltre a misurare la resistenza di terra, bisogna provare pure i differenziali??

Ciao

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Il datore di lavoro ha la responsabilità di far eseguire le verifiche del DPR 462/01 da un organismo abilitato (che non può essere nè l'installatore nè il progettista).

Di solito tali verifiche hanno una cadenza di 5 anni.

Il DLgs 81/08 impone inoltre al datore di lavoro di provvedere a controllare periodicamente lo stato di conservazione e di efficienza, ai fini della sicurezza, degli impianti elettrici e di protezione dai fulmini.

Quindi a metà fra una verifica e l'altra del DPR 462/01, il datore di lavoro incaricherà l'installatore di provvedere ai controlli manutentivi richiesti dal DLgs 81/08.

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Grazie della risposta Elab,

quindi deve contattare un ente abilitato a ciò.

Scusa se sono ripetitivo:

per logica dovrebbero provare pure i differenziali o verificano lo stato della resistenza di terra??

Si limitano a verificare che la resistenza sia coordinata con il differenziale?

P.S. essendo passati più di 5 anni dalla messa in opera dell' impianto, cosa rischiava se fossero andati a verificare la messa a terra prima che il datore di lavoro avesse icaricato un ente per la verifica periodica??

Modificato: da vinlo
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quindi deve contattare un ente abilitato a ciò
Esatto
dovrebbero provare pure i differenziali
Certo
cosa rischiava se fossero andati a verificare la messa a terra prima che il datore di lavoro avesse icaricato un ente per la verifica periodica??
Una sanzione, ma non so di che entità.

Ricordati che ha le stesse responsabilità anche in relazione ai controlli manutentivi ( qui entri in gioco tu come installatore)

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Buongiorno a tutti, oggi sono passato dall' officina per inquadrare meglio la situazione, ed ho dato un' occhiata al quadro elettrico.

L' interruttore generale è un differenziale puro da 40A 4 poli 0,3mA, con a valle i vari MT.

A parte il fatto che la somma delle In a valle del differenziale supera di gran lunga i 40A cel differenziale puro, mi chiedevo se fosse ammesso uno 0,3mA come differenziale.

Ricordo che l' impianto è stato certificato

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Secondo me anche se la somma degli In supera i 40 A non dovrebbe eseere un problema dato che si puo' anche presupporre che alcune utenze possano essere utilizzate ppiù di altre . Se io ho un dispositivo a 380 V che nello spunto massimo assorbe 30 A basta che lo utilizzo da solo e non ho problemi .

Per quanto riguarda invece le normative , mi sembra di aver capito che quando si parla di " datore di lavoro" si fa riferimento al titolare di un azienza che ha dei dipendenti . Stavo appunto analizzando questi punti per la ditta che devo aprire , nel sito dell'ispels dovresti trovare questi chiarimenti .

Modificato: da Pacord
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0,3mA
Si scrive 0,3 A oppure 300 mA
differenziale puro da 40A
Presumo quindi che sia un impianto con una potenza impegnabile superiore a 6 kW, quindi ci dovrebbe essere un progetto dietro.
mi chiedevo se fosse ammesso uno 0,3mA come differenziale.
Ci sono molti casi in cui non è necessario installare un differenziale da 30 mA. Ad esempio la CEI 64-8 art. 412.5.3 a richiede l'uso del diff. 30 mA in locali ad uso abitativo per i circuiti che alimentano prese a spina con corrente nominale <= 20 A, ma questo non si applica ai locali per uso non abitativo come ad esempio gli uffici. Modificato: da elab69
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Carlo Albinoni
non si applica ai locali per uso non abitativo come ad esempio gli uffici

Mi sono sempre chiesto perchè la CEI 64-8 richieda questa protezione solo per i locali ad uso abitativo, mentre la IEC 60364 da cui la CEI è derivata, la chieda per tutte le prese utilizzate da persone non addestrate (casa, ufficio, negozio fa poca differenza).

L'impiegata di banca o l'addetto delle pulizie di un ufficio ha gli stessi rischi elettrici, sia al lavoro sia a casa sua.

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Mi sono sempre chiesto perchè la CEI 64-8 richieda questa protezione solo per i locali ad uso abitativo
Credo che il normatore ritenga che nelle abitazioni private, nessuno o solo pochi virtuosi mantengano controllato regolarmente l'impianto elettrico e le utenze ad esso collegate; mentre pensa anche che in ambito lavorativo, gli impianti siano controllati con regolarità riducendo così i rischi di folgorazione dovuti dal deterioramento degli impianti. Mah......
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Maurizio Colombi
Un mio amico ha un' autocarrozzeria di recente costruzione

E in questa carrozzeria, ci lavora da solo o ha dei dipendenti?

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E in questa carrozzeria, ci lavora da solo o ha dei dipendenti?

Ciao Maurizio, scusa ma leggo solo ora il tuo intervento, ancora mi devo ambientare per bene.

Comunque ha dei dipendenti

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Maurizio Colombi
Comunque ha dei dipendenti

Serve un ente abilitato e riconosciuto
O perlomeno qualcuno abilitato ad effettuare queste pratiche.
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