Nino1001 Inserito: 30 agosto 2010 Segnala Inserito: 30 agosto 2010 Due anni orsono realizzai un impianto elettrico per un negozietto con la solita Di.Co, anzi no, con la certificazione (è più altisonante, mi fa sentire blasonato).Dopo sei mesi il negozio cessò l' attività.Mi telefona il cliente, ottimo cliente, dicendomi che il locale lo ha affittato e mi chiede se può fare la fotocopia della sua copia di Di.Co e darla al cliente, ciò per dimostrare che gli affitta un locale (elettricamente) in regola e se è un'operazione regolare Non gli ho saputo rispondere.Se l'impianto elettrico rimane tale e quale il comune dovrebbe accettare quella copia perchè dimostra che a quel numero civico l'impianto è fatto a norma, per cui il comune dovrebbe abboccarselo, se invece fanno delle modifiche .... è la stessa cosa.Non c'è obbligo di progetto per cui.Di perito comunaleche ad inizio attività controlla,ispeziona e misura impianto di terra, antincendio, gas e affini, servizi sanitari ed igene ecc...ecc... neppure l'ombra!
Volutamente Anonimo Inserita: 30 agosto 2010 Segnala Inserita: 30 agosto 2010 Non ho capito il problema.A) Sta affittando il locale senza alcune modifica interna: nessun problema. Sta affittando il locale e contemporaneamente stà effettuando modifiche interne: Per te nessun problema.fa una Dia, la Dia avrà data 2010, la tua dico avrà data 2008, se ha fatto delle modifiche che comportano modifiche impiantistiche, il nuovo elettrico dovrà far riferimento alla tua dico.Se le modifiche interne non toccano gli impianti, non avresti nessun problema.Se fa il furbacchione, le date lo smentiscono.O forse ho capito male io?
Nino1001 Inserita: 31 agosto 2010 Autore Segnala Inserita: 31 agosto 2010 Volevo porre l'accento sull'inutilità della Di.Co.Può fare tutte le modifiche che vuole senza presentare nessuna nuova certficazione.Al massimo può litigare con i tecnici comunali, ovvero: la Di.Co è da intendersi rilasciata alla persona (intestazione della ditta) o al abitazione (numero civico).Nel momento in cui presenta la documentazione al comune questi volgiono una Di.CO con l'intestazione di questa ditta o va bene la vecchia Di.Co da cui si evince che quel fabbricato è in regola?
Volutamente Anonimo Inserita: 31 agosto 2010 Segnala Inserita: 31 agosto 2010 Volevo porre l'accento sull'inutilità della Di.Co.Bhe qui. . ti do subito ragione e chiudiamo l'argomento Diciamo che nel caso specifico se ci sono delle modifiche interne c'e' una DIA.E dopo la DIA ci deve essere la fine lavori.Questi sono atti controfirmati da un professionista (la responsabilità e' sua)Pertanto se c'e' un elettrico che modifica il tuo impianto, il professionista dovrebbe sapere il da farsi.Se invece non ci sono modifiche interne ma solo modifiche impiantistiche, in teoria il committente dovrebbe pretendere la DI.Co che farà riferimento alla tua.Se chiama un doppiolavorista a nero. . sei fregato :-D
Nino1001 Inserita: 31 agosto 2010 Autore Segnala Inserita: 31 agosto 2010 Non fregato, non me ne importa poi molto.Se la Di.Co nasce per combatte il lavoro nero, in realtà il vero motivo è questo, non risolve il problema, risolvilbilissimo se il clinete si scarica le spese, se è una sorta di garanzia peggio che andar di notte.
Maurizio Colombi Inserita: 31 agosto 2010 Segnala Inserita: 31 agosto 2010 Allora: fermo restando che condivido appieno sia Nino che Volutamente, quando sostengono che la dichiarazione di conformità non conta nulla :ph34r: , mi preme sottolineare due punti molto importanti, il primo e che, sulla dichiarazione vera e propria, c'è scritto, proprio sopra timbro e firma:DECLINA ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione o riparazione.e questo ci dovrebbe mettere al riparo da molte noie !!!! Secondariamente, quella cosa che tutti chiamano Di.Co, in buona sostanza altro non è che la "dichiarazione di conformità dell'impianto alla regola dell'arte" e segue le sorti dello stabile dove è installato l'impianto, non del proprietario.
Nino1001 Inserita: 1 settembre 2010 Autore Segnala Inserita: 1 settembre 2010 e segue le sorti dello stabile dove è installato l'impianto, non del proprietario.Non potrebbe essere altrimenti e qui... casca l'asino, si può fare di tutto di più e presentare al comune la vecchio Di.Co inssieme agli altri documenti richiesti per inizio attività, A questo punto la Di.Co si conclama per quello che è. Completamnete inutile perchè:1) Non ha impedito il lavoro nero, non essendoci progetto non si può fare alcun confronto. Il lavoro nero viene eliminato dalla sicura emissione di fattura del collega perchè ciò tocca le tasche del cliente.2) E' inutile al fine del lavoro a regola d'arte già sancito a chiare lettere dal codice civile.ma anch'io avrei potuto lavorare in nero avvalendomi della Di.Co che qualcuno rilasciò prima di me, ma anche qui il vero blocco è la possibilità da parte del cliente di scaricare le spese.La Di.Co d'ora in avanti favorirà il lavoro nero. Nel mondo del lavoro si sta affacciando un falso liberalismo. Si minano i diritti dei lavoratori ma non si liberalizzano le professioni. Negli USA un operaio può essere licenziato in 10 minuti ma in 5 minuti può iniziare una qualunque attività compreso quello di medico purchè abbia l'accortezza di scrivere sulla targa "Guaritore" oppure fare l'avvocato (lì è permessa l'autodifesa e di conseguenza nominare uno qualunque proprio difensore).Qui come ci combineremo? Un operaio tornitore può essere licenziato facilmente, o perdere facilemnete il posto di lavoro, ma potrà comprarsi un tornio e sistermarlo in salotto e darsi da fare?Ed un manutentore elettrico? Potrà offrirsi come elettrecista?Potranno i licenziati andare all' Agenzia delle Entrate e frasi consegnare P.IVA e fatture/ricevute fiscali?Strano paese, non potrò neppure neppure comprarmi una mucca e vendere latte, non potrò tenere un maiale perchè supera il peso fra animale domestico ed allevamento, potrò tenere n. capi galline ma non vendere uova, non potrò caricare il carretto e vendere l'eccedenza dei miei prodotti. Strano Paese.MaH!
Volutamente Anonimo Inserita: 1 settembre 2010 Segnala Inserita: 1 settembre 2010 Ti dico la mia in totale OT e magari mi becco una segnalazione. . Secondo me la DICo e la ex Dichiarazione di conf. dell'impianto (ex l.46/90) NON E' NATA per combattere il lavoro nero.Se vuoi fare quello usi altri strumenti. e comunque sia se uno VUOLE fare a nero. . riesce anceh con la DICO.LA dico e' nata (secondo me) solamente per creare una "barriera all'ingresso" di un mercato.Con un procedimento aggiuntivo come la dico, sono avvantaggiate le ditte piu' grandi (che possono ottimizzare i costi) e penalizzati gli artigiani piu' piccoli.Visto che tutti si lamentano del "nanismo" delle imprese italiane, ecco che questo provvedimento va nella direzione di stroncare i "piccoli". E scoraggiare quelli che vorranno entrare sul mercato.
Carlo Albinoni Inserita: 1 settembre 2010 Segnala Inserita: 1 settembre 2010 Con un procedimento aggiuntivo come la dico, sono avvantaggiate le ditte piu' grandi (che possono ottimizzare i costi) e penalizzati gli artigiani piu' piccoli.Non solo.L'abilitazione ad emettere Dico, non è una conseguenza del superamento di esami di abilitazione, del possesso di titoli di studio, del conseguimento di patenti (come in alcuni paesi esteri, ove per fare l'elettricista ci vuole il patentino rilasciato su esame).E' la conseguenza dell'iscrizione di una ditta alla Camera di Commercio...
Livio Orsini Inserita: 1 settembre 2010 Segnala Inserita: 1 settembre 2010 (modificato) Secondo me la DICo e la ex Dichiarazione di conf. dell'impianto (ex l.46/90) NON E' NATA per combattere il lavoro nero.No! in effetti il "Solone" che ha istituito questo atto burocratico lo ha motivato principalmente come strumento fiscale.Anche pensare che favorisca le aziende più grandi non è del tutto corretto. Oggigiorno qualsiasi artigiano, anche se è un'impresa individuale, dispone di un PC; con un PC emettere il documento è quasi automatico e non comporta un grande aggravio di lavoro.Quello che ritengo più significativo, come ho già dichiarato in precedenti occasioni, è quanto evidenzia Carlo Albinoni: le modalità di rilascio dell'abilitazione.Nessun esame, nessun percorso formativo serio e verificato; solo l'iscrizione alla camera di commercio subordinata a requisiti professionali che definire ridicoli è un eufemismo.In compenso persone come il sottoscritto che sicuramente avrebbero tutti i requisiti teorici e pratici per effettuare lavori, e verificarne la rispondenza alla regola dell'arte, non possono, nella propria abitagometo izione, eseguire lavori di manutenzione straordinaria perchè non iscritti alla camera di commercio. Per tornare all'argomento della discussione.Io son contrario alla burocratizzazione eccessiva. Controlli, ispezioni e via elencando son solo una palla al piede e non risolvono i problemi reali di qualità.Io sono uno strenuo sostenitore della responsabilità personale, come dovrebbe essere in qualsiasi paese civile.Obbligo di un progetto, magari solo unifilare e con elenco materiali, anche per l'impianto elettrico di un monolocale. Ragione sociale e firma di chi ha eseguito il lavoro e che ne assume la responsabilità in solido con il committente. In caso di guasto o di incidente è facilmente verificabile sia la rispondenza del lavoro al progetto, sia la validità delle soluzioni.Burocrazia quasi inesistente, facilità di emissione della documentazione con gli attuali mezzi informatici ed una maggiore garanzia di qualità. Modificato: 1 settembre 2010 da Livio Orsini
Nino1001 Inserita: 1 settembre 2010 Autore Segnala Inserita: 1 settembre 2010 Tutto ciò che è all'interno dei confini di un terreno è sotto la responsabilità del proprietario compreso l'albero mai potato (in realtà rimondato, si potano i cespugli) abbattuto dal vento.E' previsto nel codice civile con eventuali responsabilità penali.L'artigiano non può assumersi la responsabilità sul suo lavoro semplicemente perchè non vi si può apporre nessuna sorta di sigillo.Diverso è il delegare (libera scelta) ad un tecnico edile per la costruzione di una casa e con questi saldare il conto in denaro solo dopo l'ispezione del perito comunale che controlla la regola d'arte (sperando che ne capisca), se aggiungiamo una leggina facile e semplice che prevede che lo stato in nessun caso partecipa alla ricostruzione ( terrmoto, alluvione, altro) il proprietario e costretto a rivolgersi all'assicurazione che sicuramente provvederà a mandare un proprio perito.Il risultato sono tre figure professionali che si incontrano e dubito molto che un incapace si faccia avanti nel proporsi come tecnico, si trova di fronte a dei probabili competenti.Si liberalizza il mercato, si responsabilizza il cliente e si riduce la corruzione legata alla ricostruzione (contributi di vario tipo) e si eliminano le furberie tipo quello di fare la cortesia di una Di.Co fasulla ad amici e conoscenti di compravata esperienza,io l'ho fatto ad un ex artigiano (non mi ha insegnato il mestiere ma tanti trucchi tecnici.)Questo è un classico esempio di una regola stupida ma pur sempre regola infranta perchè stupida ma che crea cattive abitudini.
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