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Consiglio Collegamento Elettrovalvole E Varie


francsr

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Buongiorno a tutti,

qualche giorno fa ho avuto una discussione con un'idraulico su un cantiere, l'ha vinta lui perchè tanto la garanzia la rilasciava lui sui suoi prodotti...

comunque vi accenno al mio problema e vi chiedo come avreste o avete fatto voi al posto mio...

impianto di riscaldamento civile, due cronotermostati ambiente zona notte e zona giorno, una sonda temperatura per il bollitore dell'acqua sanitaria calda che comandano tre elettrovalvole che a lora volta comandano una caldaia a pellet, alimentazione del tutto a 230v

la mia idea è stata:

interruttore magnetotermico 6A di comando e protezione del tutto

ho mandato la fase sul contatto NA di ogni termostato e della sonda temperatura, il neutro diretto sull'elettrovalvola di zona,

quando chiude un contatto si da corrente e si apre la relativa elettrovalvola facendo passare acqua calda dal collettore verso la sua zona,

in più a fine corsa dell'elettrovalvola (e dura 5 minuti ad aprire...mi paiono veramente lente!) mi si chiude un contatto sulla medesima

per segnalarmi il finecorsa e di conseguenza per dar il via alla caldaia...

tutto il dubbio nasce sul modo di fare partire la caldaia

dunque la caldaia è alimentata a parte ed ha un paio di morsetti dedicati alla funzione termostato ambiente, trovati ponticellati (analoghi alle caldaie a gas)

l'idea mia è stata far comandare dai finecorsa di ogni elettrovalvola un contattore/relè che a sua volta mi chiudesse il contatto sulla caldaia per farla partire

(fatto cio mandando la fase sul finecorsa NA di ogni elettrovalvola ed il neutro diretto sul contattore/relè) praticamente quando un'elettrovalvola delle tre si apre, chiude il relativo contatto che chiude il contatto sul contattore/relè che infine fa partire la caldaia..più difficile a descriverlo che a farlo...!

il contattore/relè comandato dall'elettrovalvole mi interrompe un singolo "filo" che finisce ai due morsetti termostato della caldaia (il ponticello)...quindi zero possibilità di errore o sovraccorrenti (indotte a parte....!)...e mi sembrava fosse ok

il sig. idraulico ha preteso che eliminassi il contattore/relè ed ha voluto che mettessi in parallelo i tre contatti dell'elettrovalvole e le mandassi ai morsetti della caldaia...perchè mi ha spiegato che altrimenti con il relè bruciavo la scheda della caldaia....eppoi gli altri elettricisti con cui ha lavorato facevano così...

risultato di funzionamento identico, solo che a me è sembrata strana e meno sicura come cosa, mi pareva di aver fatto un lavoro più pulito con il relè, in questo modo se per qualche perdita di isolamento o malfunzionamento interno ad una delle tre elettrovalvole mi passa una corrente sui contatti dei finecorsa...me la ritrovo sulla morsettiera della scheda elettronica caldaia...mah

chi ha ragione e chi torto??!!

inoltre anche se sono un pò fuori titolo discussione ma il lavoro è il solito...

vi rigiro qui l'altro dubbio che mi ha posto il proprietario...

la caldaia a pellet è idonea al riscaldamento dell'acqua sanitaria?

vi spiego...praticamente la caldaia è una "idro" da arredamento in salotto e sempre accesa, ma senza ventole per l'aria calda, modula e quando non ci sono richieste di calore sta al minimo..

basta aprire l'acqua calda per qualche secondo e si sveglia...! inizia a bruciare chicchi e riparte alla grande per cercare di riscaldare nuovamente l'acqua consumata dal bollitore, risultato che dopo pochi minuti l'acqua torna a temperatura si richiude la valvolva e la caldaia deve tornare al minimo...ma nel frattempo ha "consumato tanti chicchi" per riscaldare pochi litri di acqua bollitore (ricordate la sonda di temperatura...che comanda elettrovalvola tubi bollitore e relativa accensione caldaia...) e butta calorie e soldi per praticamente niente..

la logica di funzionamento è giusta (quando glli viene chiesto dai termo fa acqua calda..) però così come è collegata non distingue tra acqua del bollitore ed acqua dei termosifoni (c'è un solo ingresso "termostato" ed una sola pompa)...risultato che se per scaldare una stanza è possibile che gli ci voglia un'ora di funzionamento ininterrotto e quindi è plausibile i consumi di chicchi per andare a pieno regime, per scaldare pochi litri di acqua del bollitore (è da 80lt, ma basta usarne poca che la sonda temperatura chiede caldo) consuma parecchi chicchi per stare a regime pochi minuti..come vi dicevo soldi buttati...

fosse stato una caldaia a gas, gasolio od uno scaldabagno, non mi sarei fatto problemi, in pochi secondi partono da zero, riescono a scaldare l'acqua e si fermano consumando solo per il tempo che sono rimasti accese, con il pellet ci vuole molto più tempo per arrivare a regime e tornare indietro...

non so se mi sono spiegato bene...spero di si

c'è il boom del pellet..però devo ancora capire se è conveniente dedicarlo anche all'acqua sanitaria o tutto sommato si può mantenere lo scaldabagno elettrico...(che comunque è rimasto indispensabile per l'estate...)

rimane il fatto che l'impianto l'idraulico me l'ha chiesto così ed io l'ho realizzato cosi..però qualche dubbio, come vi ho esposto m'è rimasto..

se non altro per capire meglio io e poter consigliare i clienti in futuro...ditemi la vostra

ciao a tutti

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Microchip1967

per quanto riguarda il discorso dei termostati, bisognerebbe capire se le valvole sono del tipo a 2 o 3 vie

Nel primo caso io avrei fatto esattamente la tua soluzione (contatti delle valvole che comandano un relè che a sua volta comanda la cladaia)

Sistema pulito e chiaro

Nel secondo caso (valvola a 3 vie) avrei fatto una soluzione diversa, ovvero termostato che comanda un relè a 2 contatti.Uno aziona la vlavola, l'altro da il consenso alla caldaia

Questo per evitare che al momento della completa apertura della valvola di zona la caldaia si ritrovi la "botta" di acqua fredda in arrivo dal circuito di riscaldamento,. provocando un bello shock termico.

Per quanto riguarda invece la produzione di acqua calda con il sistema a pellet, non conoscendo il tutto mi astengo.

Modificato: da Microchip1967
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Bè, per quanto riguardala garanzia solleverei qualche dubbio: da quello che so l'idraulico fa i collegamenti idraulici..se poi fa pure gli elettrici dovrà certificare un campo del quale non è autorizzato a farlo, ma siamo in Italia e spesso le norme lasciano molti buchi in merito.

Comunque se la caldaia viene comandata dal contatto supplementare delle elettrovalvole non ci sono problemi, già quelli sono isolati dalla tensione di rete, sono contatti puliti, un ulteriore isolamento è superfluo ma nessuno vieta di eseguirlo!

A rigor di buonsenso un grande dei tempi passati sosteneva che ciò che non c'è non si può rompere quindi trai tu stesso le conclusioni, se il relè non c'è non si potrà mai rompere in futuro!!!

Per la produzione di ACS ovviamente da ciò che scrivi la caldaia è comandata dal flussostato e non dal termostato del bollitore e quindi queste partenze repentine ci sono in quanto c'è transito di ACS.

Se fosse comandata dal termostato, le partenze sarebbero staccate dal consumo istantaneo di ACS quindi ti invito a controllare meglio cosa comanda la caldaia.

Certamente come gia sottolineato ciò non è ottimale per una caldaia a pellet e non tanto per il consumo di carburante ma soprattutto per l'usura del meccanismo di accensione.

Saluti Luca

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ciao a tutti

cerco di rispiegarmi e commentare

la caldaia a pellet, modello da arredo e idro, ha il fuoco "perennemente" al minimo, quindi in teoria parte una volta in base all'orologio della stessa (la notte rimane spenta), di preciso non lo so perchè è "roba dell'idraulico"...

il termostato della caldaia comanda l'aumento del fuoco stesso e presumo la pompa interna della caldaia che fa circolare l'acqua nello scambiatore del bollitore e nei termosifoni, in base alla logica della caldaia stessa, il comando della caldaia (almeno per quanto ho fatto io..) è delegato unicamente ai famosi contatti di finecorsa dell'elettrovalvole, mi par di aver capito che le elettrovalvole sono a 2 vie (praticamente son rubinetti...) comandati dai due cronotermostati di zona e (ti confermo) da una sonda interna al bollitore (un'altro contatto praticamente come un termostato), l'acqua calda parte dalla stufa a pellet verso le tre elettrovalvole, va al collettore zona giorno, al collettore zona notte e agli scambiatori all'interno del boiler (praticamente tutto è strutturato come se fossero tre zone indipendenti, e la caldaia non capisce se si chiede l'acqua al boiler o ai termosifoni)

il proprietario era perplesso per la produzione dell'acqua calda, in quanto come vi ho detto la stufa parte spesso e d'altronde è comandata dalla sonda interna al bollitore, è normale che si comporti così...se c'è un calo della temperatura dell'acqua perchè è stata usata, questa deve riscaldare di nuovo l'acqua..è il suo mestiere, poi se una parte di calore se ne va perso (quando si richiude l'elettrovalvola perchè la sonda del bollitore è a temperatura e quindi il suo finecorsa leva il consenso al termostato caldaia) non è colpa della stufa se c'è ancora la fiamma alta...

insomma spero di essermi spiegato, io al proprietario ho detto più o meno che il funzionamento era ok e seguiva quanto proposto dall'idraulico all'inizio lavori...anche perchè non sta bene sparlare, magari mi sbaglio io, o magari è il modello dellla stufa a pellet inadatto a gestire l'ACS

concordo che quello che non c'è non si rompe...anchio tendo a semplificare quando posso...però mi pareva un lavoro più sano almeno secondo la mia logica elettrica metterci un relè ad interrompere il ponticello sulla caldaia e non 6 fili in parallelo..(tra l'altro sul manuale delle valvole era indicato il contatto dei finecorsa potevano reggere benissimo una bobina...ma non era consigliato il modo di installazione)

tecnicamente insomma mi pare che entrambe le soluzioni contattore/relè o direttamente i finecorsa in parallelo siano buone...quindi abbiamo ragione entrambi (io e l'idraulico)

ora mi rimane il dubbio se è consigliabile alla gente proporre le caldaie (o meglio le stufe da arredamento generiche) anche per la produzione dell'acqua calda...

e già che nella mia zona stanno diventando di moda...

ci sentiamo, ciao

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Maurizio Colombi

Beh.....per il discorso contatto della valvola o contatto del relè, ritengo che la differenza sia inesistente; si tratta sempre di un contatto pulito che comanda un ingresso di una scheda elettronica. Io, solitamente, utilizzo un relé quando mi ritrovo delle valvole senza un contatto ausiliario, altrimenti utilizzo ben volentieri, il contatto a bordo della valvola stessa.

Non entro nel discorso di convenienza o meno di questo sistema, anche per la produzione di acqua sanitaria, non sono "addetto ai lavori" e potrei dire delle castronerie :)

Questo per evitare che al momento della completa apertura della valvola di zona la caldaia si ritrovi la "botta" di acqua fredda in arrivo dal circuito di riscaldamento,. provocando un bello shock termico.
Scusami Microchip1967, ma questa non l'ho capita! Che differenza passa tra il comandare una valvola a due vie o una valvola a tre vie? Saranno problemi di chi realizza il circuito idraulico; in ogni modo dovremo sempre operare anche sul contatto TA della caldaia. E' per questo motivo che, i contatti delle valvole di zona, cambiano stato quando le stesse sono almeno a metà ciclo di apertura o chiusura. Modificato: da Maurizio Colombi
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