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Un Punto Di Consegna Lontano Dalla Cabina Mt/bt


marcor

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Ciao a tutti, scrivo per la prima volta al forum per discutere con voi di un caso particolare.

Ho ricevuto l’incarico di adeguare alle norme di sicurezza un impianto elettrico con propria cabina di trasformazione (sistema TNC, trasformatore con Potenza 630 kVA), realizzato alla fine degli anni 70; devo valutare se sia necessario cambiare tutta la parte che riguarda la consegna in MT e il trasformatore.

Il committente è già stato messo al corrente degli indennizzi che dovrà pagare per il mancato adeguamento al DK 5600, però preferirebbe non cambiare niente se ciò fosse possibile.

Il punto di consegna è posto per contratto in corrispondenza di un sezionatore su palo, dove finisce la linea aerea ENEL, poi la linea in media tensione prosegue interrata, attraversa una strada statale e dopo circa cento metri arriva alla cabina di trasformazione, nella quale sono presenti un interruttore tipo VOR con dispositivo di protezione elettromeccanico per la massima corrente, a valle di esso il gruppo di misura ENEL e un trasformatore in olio.

Secondo me il fatto di avere un tratto di cavo (il cavo interrato) di competenza dell’utente, non protetto da sovracorrenti e da cortocircuito, se non dai dispositivi ENEL a monte, costituisce una situazione impiantistica non conforme alla regola d’arte e quindi da adeguare.

Qualcuno potrebbe cortesemente darmi la sua opinione? Grazie.

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Su Tuttonormel di questo mese c'è un articolo interessante che riguarda l'adeguamento delle cabine utente MT/bt.

Anzitutto se il cliente accetta di pagare il CTS non è tenuto ad adeguare la proprioa cabina secondo quanto disposto dalla delibera 247/04 dell'AEEG.

Tuttavia, scrive Tuttonormel, se ENEL cambia lo stato del neutro il cliente deve adeguare le tarature delle protezioni e se non può farlo deve cambiarle in base ad una clausola contrattuale. Io andrei a verificare se nel contratto c'è la clausola che ti obbliga ad adeguare le tarature.

A questro punto ti chiedo: il gruppo di misura ENEL è posto a monte dell'interruttore VOR o a valle come tu hai scritto? presumo che sia a monte del VOR! la rete di MT del cliente dovrebbe cominciare a valle del gruppo di misura che poi sarebbe a monte del VOR.

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Ciao aleghost

La situazione dell’impianto è fuori dagli standard attuali, quindi ti confermo che il VOR è a monte del gruppo di misura. La sequenza degli scomparti nei quali è suddivisa la cabina è la seguente: scomparto di ricezione MT; scomparto con sezionatore - interruttore VOR; scomparto con TA-TV di misura (il contatore per le letture è posto all’esterno di questo scomparto); scomparto con trasformatore MT/BT. Inoltre la cabina è posta all’interno di un’area recintata per cui non c’è l’accesso diretto dalla strada.

Anche per me la rete di MT del cliente dovrebbe iniziare a valle del gruppo di misura, però mi è stato confermato dal cliente e dall’ENEL che nel vecchio contratto di allaccio il punto di consegna è situato sul sezionatore da palo (che è a monte del gruppo di misura e dista circa cento metri). A complicare (o a sbrogliare?) la situazione preciso che il cliente ha richiesto un anno fa un aumento di potenza e nel nuovo contratto di fornitura (che è un prestampato standard) c’è scritto: consegna dell’energia all’uscita dei misuratori, ma se ciò fosse valido il dispositivo di protezione ( che è a monte dei misuratori) dovrebbe essere di proprietà dell’ENEL.

Come vedi è una situazione particolare, per cui in base alle informazioni in mio possesso il cliente gestisce un tratto di cavo in MT (dal punto di consegna sul sezionatore da palo al VOR) che non risulta protetto da sovraccarico e cortocircuito, e ritengo non sia a norma ora e non lo sia stato neanche all’epoca dell’installazione, cosa ne pensi?

E’ per questo che la cabina va adeguata, anche se il cliente accetta di pagare il CTS. Ti ringrazio per il consiglio e andrò a vedere le postille contrattuali se sussiste l’obbligo di adeguare le protezioni.

Ciao.

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Io consiglierei un incontro con ENEL per chiarire e sistemare la cosa.

Comunque, mi è capitato un mese fa, ENEL tratta l'aumento di potenza come una nuova fornitura per cui il cliente avrebbe dovuto produrre tutti i documento come da DK5600 compreso lo schema unifilare dell'impianto. In tal caso le protezioni generali PG avrebbero già dovute essere conformi all'ultimo DK5600 (marzo 2004).

Che sezione ha il cavo di media? ENEL chiede il 95mmq fino al dispositivo di protezione generale.

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Nella consegna dell'energia la misura è proprietà e cura del fornitore o dell'utente?

Se è cura del fornitore, io utente attendo il punto di consegna a valle del punto misura.

Se è proprietà e cura dell'utente, omologata UTF ed ENEL, allora trattandosi di MT di mia proprietà, la pongo a valle del mio primo interruttore generale con protezioni.

I gruppi di misura sono formati da TV MT/BT, TA AT/BT che fanno capo direttamente lato primario, (TA e TV) alla MT e che impongono a monte, delle protezioni affidabili specialmente per i TA, posto che i TV siano inseriti con dei fusibili di MT lato MT.

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Il cavo che unisce il sezionatore da palo alla cabina di trasformazione ha una sezione minore di 95 mmq, comunque nel DK 5600 è anche prescritto che il cavo di collegamento tra punto di prelievo e dispositivo generale di protezione sia il più corto possibile, mentre in questo caso particolare è lungo 100 metri.

Il contratto per l’aumento di potenza è già stato stipulato e l’ENEL non ha richiesto nessun documento. L’adeguamento al DK 5600 è stato richiesto per il passaggio da neutro isolato a compensato.

Adross mi fa sapere che è possibile avere un gruppo di misura a valle del VOR se il gruppo di misura è gestito dal cliente: però suppongo (è solo una supposizione perché dovrei appurare se risulta anche scritto nel contratto) che sia gestito dall’ENEL, perchè il vecchio gruppo di misura (compresi i TA e i TV) è stato sostituito circa un anno fa dall’ENEL con tecnici propri.

Il punto è questo: mi è stato richiesto un progetto di adeguamento di tutto l’impianto, impianto del quale, così come è stato installato, non esiste un progetto o una dichiarazione di conformità. Io devo assumermi l’onere di individuare quali parti di impianto non rispettano le norme di sicurezza e quali parti possono restare così come sono ora (con opportune verifiche visive e strumentali) e sulla base di questo sviluppare il progetto.

Secondo me:

1) anche il tratto di cavo dal palo al VOR (tratto di cento metri che tra l’altro è quasi interamente interno all’area di stabilimento) deve essere verificato ai fini della rispondenza alle norme di sicurezza;

2) quel tratto di cavo non risponde alle norme di sicurezza.

Mi sembra di intuire dalle vostre risposte che se si dimostrasse che il punto di consegna fosse a valle del VOR io non mi dovrei preoccupare del tratto a monte, e anche questo sarebbe corretto?

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Mi sembra di intuire dalle vostre risposte che se si dimostrasse che il punto di consegna fosse a valle del VOR io non mi dovrei preoccupare del tratto a monte, e anche questo sarebbe corretto?

A mio parere, se il punto di consegna fosse a valle del VOR (situazione atipica), non devi preoccuparti del cavo a monte.

il problema adesso è che ENEL ha cambiato lo stato del neutro e il tuo cliente presumibilmente (come ho scritto qualche post fa) deve adeguare le tarature delle protezioni e se non può farlo deve cambiarle. Lo deve fare se c'è una clausola contarttuale che ti obbliga ad adeguare le tarature.

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