rest Inserito: 14 dicembre 2006 Segnala Share Inserito: 14 dicembre 2006 Cari colleghi, ho un quesito da porvi sul quale non sono riuscito ancora ad arrivare a una conclusione.Consideriamo uno stabilimento alimentato in MT dotato di un impianto di terra costituito da una rete magliata realizzata con corda di rame nuda sez. 95 mm interrata a -1m che copre tutta la superficie dello stabilimento.Le utenze trifasi in BT vengono alimentate con un cavo tripolare da un trasformatore MT/BT con centro stella connesso francamente a terra. La massa delle utenze è invece direttamente connessa alla rete di terra magliata che a sua volta è collegata a tutti i centro stella dei trasformatori dello stabilimento, alle masse e alle masse estranee.Con questo tipo di collegamento è praticamnete impossibile calcolarsi l'impedenza dell'anello di guasto e quindi verificare se i dispositivi di massima corrente sono efficaci alla protezione dei contatti indiretti.La norma CEI 64-8 afferma però che in caso di guasto fase terra l'alimentazione può non essere interrotta se la tensione di contatto Uc sulla massa non supera i 50V.Come posso valutare in maniera analitica il soddisfacimento di questa condizione?Potrei risolvere il problema utilizzando degli int. differenziali, ma prima voglio verificare se ci sia l'effettiva necessità. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marco.riefolo Inserita: 14 dicembre 2006 Segnala Share Inserita: 14 dicembre 2006 (modificato) In questo momento non posso andare a fondo del problema quindi starò sul generico. Nella situazione prospettata NON PUOI CALCOLARE l'anello di guasto (a meno di non impazzire...). Dovresti quindi installare i differenziali facendoli pagare a chi ha fatto il furbo risparmiando sui PE...La tensione sulle masse dipende dal rapporto Zfase/Zpe e non solamente dalla lunghezza della linea. Per cui la vedo dura fare quei calcoli, dovresti buttare all'aria lo stabilimento...Credo siano meglio i differenziali anche se potrebbero non essere necessari. Modificato: 14 dicembre 2006 da marco.riefolo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ing.bennyp Inserita: 14 dicembre 2006 Segnala Share Inserita: 14 dicembre 2006 Anche io al momento non posso dilungarmi a lungo sull'argomento, quoto in toto l'intervento di marco, tranne che per l'ultima parte sui diffrenziali.Li lascerei come ultima spiaggia, nelle more anzichè calcolare analiticamente i valori dell'impedenza di guasto per i vari circuiti, la misurerei con uno strumento dedicato (Tytronic o HTitalia o similari), poi armandomi di buona pazienza cercerei tutte le curve di intervento degli interruttori per trovare la I5s, necessaria per la verifica (sperando che non siano interruttori antidiluviani).A questo punto, solo nel caso di non soddisfacimento della condizione I Ig>I5s con Ig=230/zg mi preoccuperei di mettere, per quel circuito una protezione diffrenziale.Ovviamente, tutto ciò ha un costo, ma sicuramente costa meno della sostituzione dei mt con mtd.Qualche giorno fa ho fatto una misura su un impianto, realizzato circa 20 anni fa, che consisteva di circa 70 sottoquadri (roba da frustare a sangue il progettista), non c'era cordinamento solo per 5 circuiti, ma cosa più grave il quadro generale, alimentato dal quadro principale bt di cabina non rispettava la condizione suddetta (c'erano 2 corde da 150 in parallelo per fase, e il PE era assente). La barra di terra era connessa a terra, il cs. dei trafo pure (un po' la tua situazione)....spero non parliamo dello stesso progettista (a volte ritornano) , mettendo il PE da 150 mmq le cose si sono in parte aggiustate.Ciao, Benny Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rest Inserita: 15 dicembre 2006 Autore Segnala Share Inserita: 15 dicembre 2006 L'ulteriore problema è dato dal fatto che devo progettare una nuova parte dello stabilimento con nuova stazione MT/BT e rispettare i loro standard per quanto riguarda il collegamento del PE.Non posso quindi effettuare delle misure ma fare solo delle ipotesi.So che questo metodo di collegamento è molto diffuso in america ed è considerato sicuro. Ma qui in Italia come ci si comporta? Da un rilievo fatto nello stabilimento (che è stato costruito circa 30 anni fa) non vengono mai utilizzati gli interruttori differenziali, quindi prima di "tappezzare" il nuovo impianto con i differenziali vorrei trovare il modo di giustificare la mia scelta. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
aleghost Inserita: 15 dicembre 2006 Segnala Share Inserita: 15 dicembre 2006 So che questo metodo di collegamento è molto diffuso in america ed è considerato sicuro.è vero ed inoltre dichiara che l'impianto è sicuro in base all'esperienza senza effettuare verifiche. In USA, però, equipotenzializzano alla rete magliata tutto il possibile. Inoltre si riduce la tensione di contatto.calcolare l'impedenza dell'anello di guasto analiticamente è, nel tuo caso, praticamente, impossibile. Anche con lo strumento troveresti un'impedenza maggiore di quella reale, ma, meglio che niente. Fai come ti ha suggerito benny.Poi, puoi sempre portare in giro un PE e collegarlo, in qualche punto, in funzione dell'estensione della rete, alla rete magliata. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rest Inserita: 15 dicembre 2006 Autore Segnala Share Inserita: 15 dicembre 2006 Ma infatti io non intendo calcolare l'impedenza dell'anello di guasto.Tutte le masse delle nuove utenze saranno collegate alla rete magliata dello stabilimento che si estende anche nella nuova zona d'intervento. Per quanto mi sono documentato PROBABILMENTE è una condizione necessaria per rendere sicuro l'impianto dato che le tensioni di contatto si riducono notevolmente.Però non ho trovato ancora il metodo per esserne sicuro. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
aleghost Inserita: 15 dicembre 2006 Segnala Share Inserita: 15 dicembre 2006 Il sistema non può essere classificato com TN. Le norme non lo classificano ma, comunque, non è vietato. In tal caso ci si deve svincolare dalla norma e realizzare un impianto a regola d'arte.Potresti misurare le tensioni di contatto ma la vedo dura.....Siccome sei in fase di progettazione e non di realizzazione ptresti fare com ti ho suggerito: un PE correttamente dimensionato secondo il metodo dell'iquadratot collegato in alcuni punti alla rete magliata. In tal caso abbassi ulteriormente l'impedenza dell'anello di guasto e la tensione di contatto. Anche in tal caso hai difficoltà nei calcioli, a meno che, in fase analitica condideri solamente l'impedenza dell'anello di guasto costituita dal solo PE (caso largamente sfavorevole) e verifichi che Ig>I5s. Se è ok per tutti i circutiti bene, in caso contrario rimettiti ad una misura in campo della Zg.rete magliata realizzata con corda di rame nuda sez. 95 mm interrata a -1m che copre tutta la superficie dello stabilimento.una rete magliata da 95mmq ha una Re bassa, dovresti essere tranquillo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ing.bennyp Inserita: 15 dicembre 2006 Segnala Share Inserita: 15 dicembre 2006 Quoto tutto quanto ha detto ale in precedenza, eccetto che per quest'ultimo punto:una rete magliata da 95mmq ha una Re bassa, dovresti essere tranquilloè vero, ma poi in sede di realizzazione ti capita di trovare un collegamento tra il cs dei trafo in cabina e la rete magliata realizzato con una corda da 35 mmq quando, in tale caso hai un collo di bottiglia che ti aumenta l'impedenza dell'anello di guasto oltre i limiti. Mi è capitato proprio stasere, ho fatto delle verifiche e alcuni valori delle impedenze dell'anello di guasto non erano giuste, mi è venuto un dubbio e ho misurato l'impedenza dell'anello tra fase e fase e le cose andavano bene. Sono andato in cabina ede ecco svelato l'arcano: conduttori di fase da 120, neutro da 120, ma il collegamento tra il cs e la rete era realizzato con un 35 mmq. Ciao, Benny Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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