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Reti Di Sequenza E Matrici Di Fortescue - perchè?


Giorgio Demurtas

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Giorgio Demurtas

Alle industriali la corrente di guasto la calcolavo come tensione diviso impedenza del circuito di guasto.

Perchè adesso all'università mi devo sbattere per capire come collegare le reti di sequenza? (dimenticando poi che quello che sto cercando è la corrente! <_< )

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Il calcolo che facevi era semplificato buono per un corto tripolare e tensioni simmetriche su impedenze costanti. Nei casi reali le forti correnti squilibrate danno cadute anomale e rendono dissimettriche le tensioni. Le macchine, poi, presentano impedenze variabili funzione degli squilibrii e dissimmetrie, i metodi U/Z non darebbero risultati corretti.

Ai tempi di Fortescue (1918) c'erano poche risorse di calcolo, il suo metodo permette di scomporre un sistema non risolvibile in termini U/z in tre sistemi risolvibili con i metodi semplici che hai già visto, perche' le tre componenti sono simmetriche ed e' poi sufficiente conoscere le tre impedenze corrispondenti per risolvere a colpi di U/Z.

Da questo link

http://users.ece.utexas.edu/~grady/ABC012.html

puoi scaricare un testerino per vedere come giocano i componenti simmetrici con le varie situazioni. Secondo l'uso americano A, B, C, corrispondono ai nostri 1, 2, 3 e sono le tensioni di fase, mentre 0,1,2 sono i tre componenti simmetrici

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Appena studi le reti alle sequenze è normale che ti creino un po' (tanta :) ) confusione...comunque col tempo vedrai che non sono inutili, anzi!

Considerale innanzi tutto come uno strumento per calcolare la corrente di cortocircuito nei vari casi di guasto, e i guasti quasi mai sono trifase netti, ma nell'80% e passa dei casi sono monofase, o guasti bifase o andando su con la "perversione" guasti fase-fase-terra...poi devi anche considerare che nella realtà avrai sempre un'impedenza di guasto e se vuoi tenerne conto...insomma trovarsi un guasto puramente simmetrico è quasi utopia, di qui la necessità di saper analizzare guasti non simmetrici ricorrendo alle reti alle sequenze.

Poi però tornano utili anche in molte altre situazioni...tanto per dirne un paio, quando devi analizzare come viene gestito il neutro di una linea in MT (meglio, il secondario del trasformatore AT/MT) può essere a neutro isolato, a terra su resistenza, a terra su impedenza (es. bobina di Petersen) e per analizzare come ogni diversa scelta influisca sui valori delle correnti di ctocto diventa fondamentale lo studio della rete alla sequenza omopolare, perchè è solo in questa che entra in gioco l'impedenza di messa a terra...Sempre restando sulle reti di media, puoi individuare un guasto monofase a terra con protezioni wattmetriche o varmetriche (a seconda di come viene gestito il neutro) e anche qui per capire come funzionano ti rifai alle correnti di guasto alla sequenza omopolare...

dai proprio inutili inutili, non lo sono! ;)

ciao, ale

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Giorgio Demurtas

Magari è utile davvero, ma come l'abbiamo fatto in elettro2 non ci ho capito un gran che. Era meglio lasciare tutto al corso di impianti dove sicuramente lo si fa con più calma e chairezza.

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Ah beh...su questo son d'accordissimo con te; noi nel corso di elettrotecnica 1 avevamo visto solo la scomposizione di una terna dissimmetrica nelle tre terne simmetriche, niente di più.

Calcolo correnti di corto, reti alle sequenze e quant'altro sono tutti argomenti che ha senso fare il 3o anno, senza dubbio!

ciao, ale

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