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Cablaggi E Schemi Funzionali


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Inserito: (modificato)

Scusatemi per l'imprecisione nell'esposizione. Voglio chiedere se c'è un motivo per cui nel cablaggio di un comando i contatti vari (pulsanti, autoritenute ecc.) siano sempre dalla stessa parte rispetto all'alimentazione. Allego un semplice schema per cercare di chiarire quello che voglio dire

866l0.jpg

C'è un motivo per cui i contatti S1, S2, S3 RT e quelli del K siano tutti collegati alla L1? Forse perchè occore che tutte le "apparecchiature" (K, H1, H2, H3) abbiano un "comune (L2 nel caso)?

Inoltre nel caso di alimentazione in corrente continua, c'è un motivo per cui i contatti siano tutti dalla parte del positivo?

Sperando di essere stato chiaro, vi ringrazio per l'attenzione.

Modificato: da Sempronio1960

Inserita:
C'è un motivo per cui i contatti S1, S2, S3 RT e quelli del K siano tutti collegati alla L1? Forse perchè occore che tutte le "apparecchiature" (K, H1, H2, H3) abbiano un "comune (L2 nel caso)?
Non c’è nessun motivo – potresti alimentare con L1 L3, oppure inserire un trasformatore per i comandi, non cambia nulla
Voglio chiedere se c'è un motivo per cui nel cablaggio di un comando i contatti vari (pulsanti, autoritenute ecc.) siano sempre dalla stessa parte rispetto all'alimentazione.
Sarebbe tutti i contatti sopra e la bobina sotto? – Puoi metterli come vuoi, però la chiusura e apertura per convezione va da sinistra a destra, come lo stile del tuo schema va benissimo. <_<

Del_user_127832
Inserita:

Stefano, se ho capito bene non si riferiva alla fase con cui alimentare gli ausiliari (che poi sarebbe in questo caso, quantomeno opportuno interporre un trasformatore è un'altro discorso), ma alla necessità di avere un comune a questi o interrompere indistintamente entrambi i conduttori del circuito ausiliario.

In effetti la procedura corretta (non so se ricada nella direttiva macchine, ma anche a livello logico penso che la cosa sia automatica), è quella di avere un ritorno "comune" del circuito e un conduttore (L1 nel tuo caso) su cui si ricavano le varie "logiche" di funzionamento.

saluti

Inserita:

La tua domanda ha senso solo rispetto alla rappresentazione di quello schema. Se tu invertissi le lettere dei cavi, avresti che i contatti sono sul ritorno, rispetto ai numeri 1,2 e 3.

In ogni caso quello schema non è a norma, come ti è già stato detto. Manca il trasformatore di isolamento degli ausiliari prescritto dalla EN60204-1.

Inserita:
In effetti la procedura corretta (non so se ricada nella direttiva macchine, ma anche a livello logico penso che la cosa sia automatica), è quella di avere un ritorno "comune" del circuito

:thumb_yello:

In effetti non mettere a comune le bobine dei relè, oltre che essere pericoloso in caso di doppio guasto sugli ausiliari, può essere "incasinante forte" nel caso di apparecchi con alimentazione multitensione (ad esempio 24-240V).

Inserita:

Per me con riferimento allo schema, l’alimentazione dei comandi a 380 V – sia che si prenda da L1 – L2; o L3 – L1; non cambia nulla. Non discuto la norma, perché ci vorrebbe un trasformatore per i comandi aux, e un polo del secondario messo a terra, che si userà per comune bobine ect ect. - Diverso se l’alimentazione fosse fase e neutro, (sempre rif. Schema) in tal caso era giusto che il neutro facesse comune alle bobine ect ect. In continua per esempio 24 Vdc il filo comune alle bobine si adotta il negativo -- Bye.

Inserita:
Stefano, se ho capito bene non si riferiva alla fase con cui alimentare gli ausiliari (che poi sarebbe in questo caso, quantomeno opportuno interporre un trasformatore è un'altro discorso), ma alla necessità di avere un comune a questi o interrompere indistintamente entrambi i conduttori del circuito ausiliario.

In effetti la procedura corretta (non so se ricada nella direttiva macchine, ma anche a livello logico penso che la cosa sia automatica), è quella di avere un ritorno "comune" del circuito e un conduttore (L1 nel tuo caso) su cui si ricavano le varie "logiche" di funzionamento.

Sì, la domanda non riguarda le fasi specifiche:

-la necessità di un comune;

-la necessità di un conduttore su cui si ricavano le varie "logiche" di funzionamento.

Cercando di spiegarmi meglio, potrei mettere il K fra S2 e S3? Perchè no, se del caso?

In continua infine, per il comune potrei usare il positivo invece del negativo? Perchè no, se del caso?

P.S. E' una tavola dell'Ortolani-Venturi del 1991.

Inserita:

E' evidente che se una bobina si eccita al passaggio di corrente (sia essa continua o alternata), la bobina si disecciterà indipendente da quale dei due capi di essi si aprirà la continuità del circuito. Non è questo il punto.

Ma è buona norma, ancor prima che sancito, che il comando di una bobina sia da un lato solo di essa, per facilitare la lettura dello schema stesso. Dall'altro lato dei comandi si traggono tutti i comuni, che generalmente vengono raggruppati in una morsettiera equipotenziale. Così facendo, chi cabla è facilitato.

Inserita:

Ho trovato l'argomento trattato nel Cap. 19 di "Fondamenti di sicurezza elettrica" di Carrescia, pg. 419 e seguenti, edizione 2008. Non ci sono però riferimenti a Norme: ne avete qualcuno?

Inserita:

La norma 44.5 art.9.1.4 richiede per i circuiti di comando che un polo del circuito di alimentazione sia collegato a massa,su questo polo non possono essere inseriti dispositivi di comando ad eccezione del contatto del relè termico.

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