madcrayon Inserito: 29 novembre 2011 Segnala Share Inserito: 29 novembre 2011 Salve, ho una curiosità da chiedervi in merito ad un impianto elettrico con potenza impiegata di 6kW, per una falegnameria che, nel 2003 anni fa, è stato realizzato tramite cassette a parete e tubi rigidi collegati al muro tramite collari:- vi sono norme che stabiliscono che tali tipi di impianti devono essere realizzati obbligatoriamente con canalizzazioni esterne in tutte le sue parti?- un tale tipo di impianto, tramite ampliamento, cioè a partire dal quadro di distribuzione principale (quello immediatamente a valle del contatore), potrebbe alimentare anche dei locali, adiacenti nell'edificio ed ad esso pertinenti, che però presentano una posa dei tubi sottotraccia nei classici tubi corrugati? In tal caso realizzando una giunzione guaina-tubo rigido in prossimità dell'attraversamento nel muro? SalutiMichele Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
elab69 Inserita: 29 novembre 2011 Segnala Share Inserita: 29 novembre 2011 Un impianto elettrico eseguito in una falegnameria deve rispettae un grado di protezione minimo di IP5X ed essere eseguito in armonia con la direttiva atex.Se i locali adiacenti al laboratorio di falegnameria sono adibiti ad altro uso (uffici, magazzini, depsito biciclettte....) si possono eseguire tenendo conto della loro destinazione d'uso. Perchè mai dovrei costruire l'impianto elettrico dell'ufficio della faleganameria in esecuzione IP55 e con tubazione da esterno?Ah, non è nemmeno necessario che derivi la linea per i locali pertinenti alla falegnameria direttamente a valle del contatore; puoi derivarti direttamente dal quadro elettrico generale posto all'interno del laboratorio Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
luigi69 Inserita: 29 novembre 2011 Segnala Share Inserita: 29 novembre 2011 concordo con elab le cose vanno viste nell'insieme , in relazione alla atex i locali a fianco devono essere però separati , esempio , porta tagliafuoco REI o accesso indipendente dall'esterno. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
madcrayon Inserita: 29 novembre 2011 Autore Segnala Share Inserita: 29 novembre 2011 Grazie per le risposte: concordano con quello che pensavo anche io. Solo un'ultima curiosità in merito, ma le norme, per caso prescrivono che le canalizzazioni in tubo rigido, devono essere fatte ad un altezza minima da terra? oppure vanno bene ovunque le si mettono alla parete? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
time Inserita: 3 dicembre 2011 Segnala Share Inserita: 3 dicembre 2011 Cari ragazzi, per discutere di come eseguire un impianto elettrico e non, la prima cosa da fare è classificare il luogo di installazione a prescindere che sia o meno obbligatorio il progetto da parte di un professionista.Leggere attività svolta falegnameria, ci serve a capire che vi potrebbero essere zone con pericolo di esplosione ma non il tipo e l'estensione della zona stessa.Per la classificazione entrano in gioco diversi fattori tra cui segnalo, tipo di macchine utilizzate, tipo e modalità di aspirazione prevista per le stesse, ventilazione del luogo, grado di pulizia ambientale, com'è organizzato il lavoro, ecc. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
madcrayon Inserita: 3 dicembre 2011 Autore Segnala Share Inserita: 3 dicembre 2011 Ragazzi, vi ringrazio delle risposte Vi posso chiedere quali sono le norme che regolano questa particolare problematica della realizzazione di canalizzazioni per impianti elettrici in ambienti a destinazione artigianale/industriale? Mi sembra di aver capito che la norma ATEX, che sembra si possa scaricare dal sito dell'ISPESIL sia una di esse? è corretto? ce ne sono delle altre a cui poter far riferimento? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
time Inserita: 3 dicembre 2011 Segnala Share Inserita: 3 dicembre 2011 (modificato) Prima di tutto si deve conoscere la differenza fra una norma tecnica ed una legge.Detto questo, con l'acronimo ATEX (ATmosfere EXplosive) si intendono principalmente le seguenti Direttive Europee:- Direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive che è stata recepita in Italia co il DLgs 233/2003.- Direttiva Europea 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosiva recepita in Italia con il DPR 126/98.Per quanto attiene ai luoghi, questi devono essere per prima cosa classificati e per farlo ti vengono incontro le seguenti norme tecniche:- Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87) relativa alla classificazione dei luoghi con atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas- Norma CEI EN 60079-10-2 (CEI 31-88) relativa alla classificazione dei luogni con atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di polveri combustibili.Una volta che si è classificato il luogo determinando il tipo di zone pericolose (sempre se presenti), l'estensione, ecc.si passa alla fase della realizzazione.Qualora vi siano zone o luoghi con pericolo di esplosione, per la realizzazione dell'impianto elettrico si deve fare riferimento alla norma CEI EN 60079-14 (CEI 31-33) fascicolo 10204 in vigore dal primo marzo 2010 e che dal primo luglio 2011 sostituisce completamente le precedenti norme CEI 31-33 e CEI 31-67 che sino a luglio 2011 rimanevano in vigore parallelamente.Questa nuova edizione della CEI 31-33 oltre a raggruppare in un unica norma i luoghi pericolosi per la presenza di gas e/o polveri combustibili che prima erano divisi su due norme distini, ha come particolarità il fatto che è una norma elaborata in sede mondiale IEC ed è stata accetata dal CENELEC come norma Europea (EN) senza modifiche pertanto oggi se è vero che ci troviamo una norma valida per tutti i paesi è altrettanto vero che la norma IEC ignora le Direttive ATEX che sono applicate soltanto nell'Unione Europea e comprende pratiche impiantistiche a noi sconosciute o quanto meno sino ad ora non applicate.Questa premessa per far presente che nella soprascritta norma vi sono pratiche impiantistiche in contrasto con le Direttive Europee che non possono essere applicate in Italia visto che una Direttiva Europea se recepita diviene legge e va applicata mentre la normativa tecnica non ha valore di legge. Modificato: 3 dicembre 2011 da time Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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