elettrodino Inserito: 3 gennaio 2004 Segnala Inserito: 3 gennaio 2004 Capita di dover aggiungere un nuovo interruttore in quadri esistenti e datati (tipo Power Center) ; detti quadri anche se hanno gia' previsto degli scomparti per contenere l'interruttore , essendo di vecchia costruzione non hanno la documentazione per stabilire se sono in grado di sopportare un ulteriore interruttore sia come corrente che come sovratemperatura per non parlare di altri fattori come la corrente di CC.Ora io non so' come regolarmi in questi casi , il quadro devo modificarlo ma non sono in grado di certificarlo in quanto gli interruttori installati e il quadro stesso sono fuori produzione.Voi come vi regolate ??
Dario Valeri Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 ciaodovresti ricalcolarti tutto, verificare tuttoe certificare , poi tutto .ciaodario
GRANPLC Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 In effetti e' una cosa comune quella di aggiungere nuovi apparecchi modulari o scatolati sui quadri elettrici e spesso non ci si preoccupa dell'aumento del carico,ma e' giusto certificare tutto un quadro presistente per l'aggiunta di un'interruttore? se si e' un vero problema per il comune installatore che usa solitamente solo la regola del buon senso
elettrodino Inserita: 3 gennaio 2004 Autore Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 Ciao DarioCome dicevo per calcolare il tutto dovrei conoscere le caratteristiche del quadro e degli interruttori ; essendo ormai fuori produzione non è possibile.Aggiungo che in genere sono quadri con una In 1.000/2.000 A e una Icc dai 30ai 40 KA e sai che certificare quadri con queste caratteristiche.... non mi sembra fattibile non avendo certificazioni dai costruttori della carpenteria e apparecchiature.
oiuytr Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 IMHO dipende anche dell'entita' della modifica. P.es. se aggiungi un interruttore 2X10A il quadro non se ne accorge nemmeno, e conviene dichiarare che e' stata utilizzata una riserva presente nel quadro, sostiuita con modello equivalente perche' il vecchio e' deteriorato... Se, invece, l'entita' della modifica e' notevole, conviene affidarsi ad uno studio tecnico (che il cliente DEVE pagare, e se non ne vuole sapere bisogna tirare in ballo la L.626) che calcolera' tutto il quadro.Tutto questo IMHO
adross Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 In ogni caso alcuni rilievi dimensionali sono possibili. Il quadro è alimentato da un altro quadro o da un trasformatore, inoltre i carichi esistenti sono visibili in termini di assorbimento. La corrente di CC se non nota è facilmente rilevabile verificando la sorgente di energia e la targa dell'interruttore generale di arrivo. La sorgente di energia, trasformatore o interruttore di sottoquadro sono in grado di indicare la corrente massima di dimensionamento e gli amperometri in un giornoi di carico tipo sono in grado di indicare il carico attuale. Gli interruttori esistenti anche se fuori produzione sono normalmente dotati di una targa caratteristica con i dati, in ogni caso fornendo il modello al costruttore in genere si recuperano i dati caratteristici.Ammesso che non esistano documentazioni in merito. Concordo che se la modifica è importante su un quadro importante devono essere fatti rilievi e calcoli specifici. Credo che partire sparati con modifiche certificate si rischia alla fine del lavoro scoprire che su quadri datati ci sia tutto da rifare con conseguente nulla di fatto. Il cliente che inizialmente pretende tutto certificato potrebbe scoprire che il costo degli studi e delle modifiche certificate costa una cifra. A mio parere tutte le strade sono possibili e valutabili.Saluti
elettrodino Inserita: 3 gennaio 2004 Autore Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 Ciao a tuttiChiaramente quattro conti della fattibilita' il progettista (e il cliente) li hanno fatti. Il problema in queste modifiche è che la responsabilita' finale è sempre dell'installatore che esegue il lavoro.Il cliente vede un "buco" libero nel quadro e dice al progettista aggiungimi un interruttore da 1.250A per il nuovo reparto ; il progettista prende carta e penna e aggiunge tanto sara' l'installatore a certificare il tutto.I progettisti non fanno il calcolo della potenza dissipata nei quadri (non è di loro competenza) ne tantomeno se il quadro puo' sopportare la Icc .Ricalcolare il tutto come?? con che tipo di carpenteria testata AS ?? magari porto il quadro in sala prove , non si sa' mai !!!! Sono incazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz.......mo
lelao Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 se hai in mano il progetto e su quello c'è scritto di fare così ( comunque fare 4 calcoli non guasta) io non mi porrei troppi problemi, e poi tu non devi mica certificare tutto il quadro, tu certifichi quello che hai inserito
TRUNC Inserita: 3 gennaio 2004 Segnala Inserita: 3 gennaio 2004 I progettisti non fanno il calcolo della potenza dissipata nei quadri (non è di loro competenza) ne tantomeno se il quadro puo' sopportare la Icc .Io ho fatto il quadrista, ed effettivamente i calcoli della dissipazione termica li dovevo fare io. Molte volte dovevo anche far tornare i conti in qualche modo, variando il tipo di installazione o le temperature ammissibili, per rientrare nei valori adeguati. Altrimenti si doveva mettere in discussione la scelta delle dimensioni del quadro fatte dal progettista stesso.Parlando come progettista, quale sono ora, ritengo che tali calcoli siano di nostra competenza.I tuoi progettisti potrebbero fare i furbi, nel senso che, se dopo la verifica il quadro non dovesse rientrare nei parametri corretti, occorre ritornare alla progettazione, giusto?E quindi giù modifiche che fanno lievitare la parcella finale, senza contare la perdita di tempo.Bisognerebbe creare una discussione per individuare le competenze di certe attività.Ciao!
MASSIMOPC Inserita: 4 gennaio 2004 Segnala Inserita: 4 gennaio 2004 Io lavoro in una ditta produttrice di quadri elettrici MT e BT.I quadri BT che produciamo sono power center e spessocapita di ritrovarci in situazione del genere.Le modifiche che produciamo in cantiere su nostri quadri le certifichiamosempre con nuove dichiarazioni di conformità.Il prototipo del nostroquadro ANS è stato provato al CESI, abbiamo tutti i dati per potereeffettuare la modifica (anche la barratura viene disegnata in 3d conil programma CAD CAM che si interfaccia con la punzonatriceche fora le lamiere con cui produciamo quadri e cabine sottotale macchine le barre vengono anche forate, segnamo la posizionedi tutti i portasbarra). Spesso capita di fare modifiche suquadri costruiti da altri. Prima di effettuare la modifica andiamosempre prima a fare una visita in cantiere per potere rilevare le misuredal vero in quanto spesso ti vengono inviate foto oppuredisegni che però servono solo a farti un'idea di massima e non contengonomai riferimenti dimensionali precisi, durante tale visita si valuta la struttura generale del quadro decidendo se la modifica è compatibile omeno.Una modifica su un quadro esistente non tuo comporta piu che altrouna variazione a livello di sovratemperatura, a livello di cto ctose si sceglie un int. con pdi adeguato i problemi sono risolti in quantospesso per tale genere di modifiche si utilizzano per le derivazionibarre flessibili isolate che hanno tenuta elettrodinamica notevole(in pratica sono assimilabili ai cavi) oppure per correnti notevolibarre rigide opportunamente fissate. Certficare un quadro costruito da altri comunque mi sembra assai difficile, l'ingegnereche è mio titolare non lo fà, forse con qualche rilievo si puoazzardare la procedura della 17-43 per la sovratemperatura mentremi sembra impossibile effettuare le estrapolazioni della 17-52 perquanto riguarda il cto cto. Quindi secondo me se propio si vuoleuna certficazione di tutto il quadro per una modifica importantebisogna pagfare qualcuno che faccia dei rilievi e certifichi iltutto(mi sembra problematico smontare le segregazioni per vedereil tipo di sbarra e i portabarre e gli isolatori usati) . Su un quadro AS ovviamente tali problemi non si hannoanche se è costruito da altri
MASSIMOPC Inserita: 4 gennaio 2004 Segnala Inserita: 4 gennaio 2004 Anche se è domenica mattina sono in ufficio e allorasono andato a vedere come ci siamo comportati in una modificafatta su un quadro esistente durante le feste di Natale. La modifica consistevanel sostituire una commutazione manuale fatta con sezionatoriinterbloccati con una commutazione aut. fatta con int. automaticimotorizzati , la commutazione è alimentata da un carica batteriacon batterie che abbiamo istallato sul quadro(i sezionatori da 1250A sono stati sostituiti con int. da 1250A)Abbiamo fatto una dichiarazione di conformità di questo genere:"si dichiara che sul quadro con caratteristiche (elenco dellecaratteristiche rilevate del q. esistente Ue, Ui, In ect.) secondodisegno xxxx è stata eseguita la sostituzione del sistema dicommutazione secondo dis.(nr. del ns. disegno dove si vedono funzionalidella commutazione e disposizione delle apparecchiature sul pannelloche abbiamo predisposto qui in officina) con ripetute prove difunzionamento previo verifica dei cablaggi e dei montaggi, con esitopositivo. Si dichiara che tale sistema montato prescinde dal sistema di avviamento del gruppo elettrogeno. Per tale modifica si dichiara confermitàalle norme Cei en 60439-1 e direttiva bassa tensioen ect ect"
elettrodino Inserita: 4 gennaio 2004 Autore Segnala Inserita: 4 gennaio 2004 Ciao a tuttiRingrazio tutti per le risposte in particolare Massimopc che ha citato un caso REALE ; mi farebbe piacere se altri potessero fare riferimento a situazioni simili .Nel frattempo sto' aspettando risposte al mio quesito dal Cei a cui ho posto la stessa domanda (sperando che mi rispondano )
Messaggi consigliati
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente per poter lasciare un commento
Crea un account
Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora