ClA Inserita: 10 gennaio 2006 Autore Segnala Inserita: 10 gennaio 2006 A parte che un modello, sia pure del ministero, non costituisce una legge (e la legge 46/90 è piuttosto chiara, almeno su questo punto) non vedo da che dove si possa dedurre, la proibizione dell'uso di apparecchi non marcati.Ovviamente qui non voglio sminuire l'utilità del marchio IMQ. Se c'è è sempre meglio.Del resto, per gli apparecchi destinati prevalentemente all'uso residenzaiale è ormai un "obbligo" ("obbligo" commerciale!).Ma nemmeno si può inventare una "fantalegge" che proibisce l'uso di apparecchi che ne sono privi....Ricordo sempre che esiste una guida del CEI per gli edifici storici che insegna proprio come riutilizzare gli apparecchi elettrici d'epoca (né a norma né dotati di marchio, quindi). Gli elettricisti farebbero bene a leggerla prima di dire "qui è tutto da rifare, non è a norma, non ha il marchio". Sarebbe una istigazione a delinquere questa pubblicazione?
messina Inserita: 10 gennaio 2006 Segnala Inserita: 10 gennaio 2006 Mi pare si vada fuori argomento e stiamo discutendo di un impianto civile del 1980, e di un 'installatore che applica la norma, e che cerchi di fare il suo mestiere con professionalità.Per gli edifici storici quindi non è il nostro caso1 - IL modulo che ho seglalato in precedenza è il retro della dichiarazione di conformità e mi pare che il punto 6 fa al nostro caso2 - L'installatore firmando la dichiarazione di conformità ci mette la sua faccia credo, e quindi quando si firma non esiste nessuna fiducia di quella marca piuttosto che di un'altra.3 - La prolunga non fa parte dell'impianto elettrico e quindi non rientra nella dichiarazione e poi del marchio CE ci si è dimenticati4 - Gli altri paesi spero non siano quelli considerati indietro di 50anni perche così facendo mi convinco sempredi più che ci siamo anche noi.
mircoelektra Inserita: 10 gennaio 2006 Segnala Inserita: 10 gennaio 2006 IL modulo che ho seglalato in precedenza è il retro della dichiarazione di conformità e mi pare che il punto 6 fa al nostro caso6) La relazione deve contenere, per i prodotti soggetti a norme, la dichiarazione di rispondenza alle stesse completata ove esistente con riferimenti a marchi, certificati di prova , ecc. rilasciati da istituti autorizzati.Per gli altri prodotti (da elencare) il firmatario deve dichiarare che trattasi di materiali, prodotti e componenti conformi a quanto previsto dall'art.7 Legge 46.Non mi pare che nel "punto 6" si dica che i prodotti debbano necessariamente essere soggetti a norme o che debbano necessariamente essere provvisti di marchi, certificati di prova o quant' altro ...Andiamo all' Art. 7 della Legge 46/90:Art. 7Installazione degli impianti1. Le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a regola d'arte utilizzando allo scopo materiali parimenti costruiti a regola d'arte. I materiali ed i componenti realizzati secondo le norme tecniche di sicurezza dell'Ente italiano di unificazione (UNI) e del Comitato elettrotecnico italiano (CEI), nonché nel rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in materia, si considerano costruiti a regola d'arte.[...]La parte sottolineata sta ad indicare che il fatto che un componente sia realizzato secondo le Norme UNI o CEI implica che quel componente sia costruito a regola d' arte, ma non vale l' implicazione inversa (ovvero un componente può essere costruito a regola d' arte anche senza essere soggetto a Norme), come già detto da altri.L'installatore firmando la dichiarazione di conformità ci mette la sua facciaInfatti è l' installatore che si assume la responsabilità di considerare l' impianto "a regola d' arte". Se l' installatore è preparato è sicuramente in grado di giustificare le proprie scelte e di dimostrare la rispondenza alla regola d' arte di ciò che ha realizzato anche se i componenti utilizzati non sono soggetti a norme e quindi non sono marchiati!e poi del marchio CE ci si è dimenticatiPer carità, non confondiamo il marchio CE con il marchio IMQ o altri marchi!
ClA Inserita: 10 gennaio 2006 Autore Segnala Inserita: 10 gennaio 2006 Comunque, onde evitare di cadere in inutili polemiche, io non volevo sconsigliare l'utilizzo di prodotti marchiati IMQ.E' chiaro che se si fa un impianto nuovo, utilizzando prodotti standard ad ampia diffusione è il caso di utilizzare prodotti marchiati visto che ormai la maggioranza di essi sono così. Se non lo fossero ci sarebbe da porsi qualche domanda.Tuttavia il marchio non deve diventare un "dogma".Esistono numerosi prodotti che ne possono essere tranquillamente privi.Es.- tipologie di apparecchi a basso volume che il produttore non ritiene di marchiare- apparecchi che non corrispondono ad alcuna norma- apparecchi riutilizzatiProprio in quest'ultimo caso, se messina ritiene non opportuno utilizzarli e "pretendere" la loro sostituzione lo può fare. Sta al suo buon senso e alla sua professionalità. E potrebbe anche avere buone ragioni per fare così.Però non può dire al cliente che questa pretesa proviene da una "legge" o "norma" perché ciò non è affatto vero.
LB81 Inserita: 3 febbraio 2006 Segnala Inserita: 3 febbraio 2006 l'interruttore in questione o meglio tutta la serie MAGIC della bticino prima del 1990 non aveva marchio IMQMolti apparecchi avevano i marchi IMQ, NF , CEBEC e OVE; specialmente gli interruttori e i deviatori.Le prese avevano il marchio ENPI, equivalente all' IMQ e riconosciuto per i vecchi prodotti. Adesso l'ENPI non esiste più, ma ciò non significa che, tanto per fare un esempio, l'ascensore del mio condominio deve essere sostituito perchè approvato dall'ENPI ed installato nel 1981. Ciao.
Gianluca1976 Inserita: 3 febbraio 2006 Segnala Inserita: 3 febbraio 2006 Esempio sbagliato LB, sugli ascensori sono appena uscite nuove leggi e mi sembra che quelli prima del 1995 dovranno essere tutti sostituiti :ph34r:
LB81 Inserita: 3 febbraio 2006 Segnala Inserita: 3 febbraio 2006 (modificato) la qualità credetemi che è ben diversa come dicevano anche gli altri nei preceenti postDopo aver smontato diversi apparecchi vecchi e nuovi posso trarre una mia conclusione sulla serie Magic:1) Involucro: Le plastiche sono peggiorate sia come qualità che come spessore, resistono di più agli urti ma molto meno al calore. I vecchi apparecchi avevano l'involucro di bachelite.2)Tasto: E' rimasto invariato per quanto riguarda il materiale (resina termoindurente), i tasti degli apparecchi come interruttori e deviatori sono diventati più sporgenti perchè risultavano troppo incassati se si utilizzavano placche in resina; e la forma dei tasti degli interruttori bipolari è notevolmente migliorata. 3)Morsetti: Sono notevolmente migliorati per quanto riguarda la capacità e la sicurezza (le vecchie prese da 16A avevano il morsetto di terra posto su un lato con la vite completamente scoperta, poco efficace nel serarre cavi flessibili).4)Contatti: Prima erano di ottone nudo, adesso sono nichelati. Non posso esprimere giudizi in merito alle pastiglie.5)Ammortizzatori sottotasto: Il vero problema dei nuovi apparecchi! Prima erano di gomma, adesso sono costituiti da alette in plastica che si spezzano facilmente facendo inceppare il tasto.6)Rumore: Preferisco quello dei nuovi apparecchi perchè è meno acuto, si tratta comunque di una opinione soggettiva e molti possono pensarla diversamente.Ciao. Modificato: 3 febbraio 2006 da LB81
LB81 Inserita: 3 febbraio 2006 Segnala Inserita: 3 febbraio 2006 Esempio sbagliato LB, sugli ascensori sono appena uscite nuove leggi e mi sembra che quelli prima del 1995 dovranno essere tutti sostituitiE' sufficiente adeguarli, anche se molto spesso non ne vale la pena.
Mauro Dalseno Inserita: 5 febbraio 2006 Segnala Inserita: 5 febbraio 2006 Gli interruttori di una volta erano di buona qualita', ma poi per contenere i costi e battere la concorrenza (Notare quante marche e modelli abbiamo in Italia) hanno cominciato a guardare l'estetica in modo maniacale, ma la qualita' e passata in secondo piano. Ho appena sostituito 2 interruttori Living nel mio ufficio e gia' hanno cominciato a friggere, il carico induttivo delle plafoniere 2x36W proprio non lo digeriscono (Una plafoniera ogni interruttore)
Teppei71 Inserita: 7 marzo 2006 Segnala Inserita: 7 marzo 2006 Si è vero gli interruttori di venti anni fa erano molto più robusti, in casa mia ho ancora in alcune stanze quelli a scatola rotonda di una marca a me sconosciuta VRE (booh ma sono giovane anch'io ) bhe avranno più di 30 anni non fanno una piega ma siccome si sono rovinati esteticamente deco cambiarli. Quale serie comunque mi consigliate? La serie Mascot della Vimar può andar bene? Grazie ciao.
LB81 Inserita: 7 marzo 2006 Segnala Inserita: 7 marzo 2006 (modificato) VREQuella che hai scambiato per una R è una A (dalla forma un pò strana che induce in errore), ed è la lettera che va letta per prima: Si tratta di vecchi interruttori AVE.La serie Mascot della Vimar può andar bene?Personalmente non l'ho mai utilizzata ma ne sento parlare molto bene. Altrimenti c'è la serie 8000, di tipo modulare, molto utilizzata con i supporti per scatola tonda.Ciao. Modificato: 7 marzo 2006 da LB81
Mauro Dalseno Inserita: 11 marzo 2006 Segnala Inserita: 11 marzo 2006 Vorrei segnalare la Vimar Idea a modulo ridotto, esteticamente molto valida, l'ho installata anni fa' nella mia vecchia casa e devo dire che e' anche qualitativamente valida.
virgilio72 Inserita: 25 giugno 2006 Segnala Inserita: 25 giugno 2006 Quella che hai scambiato per una R è una A (dalla forma un pò strana che induce in errore), ed è la lettera che va letta per prima: Si tratta di vecchi interruttori AVE.Li ebbi quando abitavo a Roma...e ce li aveva pure mia nonna, in una casa lasciata nel 1982. Non li rimpiango proprio, benché adesso, a rivederli, provo una certa tenerezza, come mi capitò a casa di una mia collega il 21 marzo 2002.
virgilio72 Inserita: 25 giugno 2006 Segnala Inserita: 25 giugno 2006 Ma qual è il nome commerciale degli interruttori BTicino con placca d'alluminio a rettangolo verticale con gli angoli arrotondati, introdotti nei tardi '60? Sono ancora molto diffusi...ce li ho nella mia casa di domicilio, che risale al '72.
elettrodino Inserita: 25 giugno 2006 Segnala Inserita: 25 giugno 2006 CiaoDovrebbe essere la serie "Piuma" , corpo in ceramica e placca in alluminio.Questa serie ha la possibilita' di prelevare tensione direttamente dalla placca , basta lasciare un filo (in tensione) tra le griffe e la scatola
LB81 Inserita: 25 giugno 2006 Segnala Inserita: 25 giugno 2006 e ce li aveva pure mia nonna, in una casa lasciata nel 1982Anche mia nonna ce li aveva nella casa vecchia, costruita negli anni 50. Erano degli interruttori veramente silenziosi, e bastava una forza ridicola per azionare il tasto. Molti interruttori attuali richiedono una forza molto maggiore, e fanno un rumore talmente forte che può essere paragonato a quello di un magnetotermico che sgancia!!!Ciao.
virgilio72 Inserita: 27 giugno 2006 Segnala Inserita: 27 giugno 2006 Anche mia nonna ce li aveva nella casa vecchia, costruita negli anni 50. Erano degli interruttori veramente silenziosi, e bastava una forza ridicola per azionare il tasto. Molti interruttori attuali richiedono una forza molto maggiore, e fanno un rumore talmente forte che può essere paragonato a quello di un magnetotermico che sgancia!!!Una cosa che ha fatto ridere a crepapelle mia zia...una volta le ho ricordato che mia nonna (la zia di cui parlo è stata l'ultima a sposarsi e quindi ha vissuto più a lungo con mia nonna...prima del matrimonio, settembre '99) metteva degli stecchini all'interruttore del lampadario del salotto per fare accendere tutte le luci. L'interruttore era difettoso e quindi accendeva solo una o due luci; quando metteva gli stuzzicadenti, favoriva probabilmente il contatto (benché di legno, quest'ultimi). Questa manovra era fatta specialmente durante le feste comandate...quando c'era un gran traffico di parenti. Altra stranezza, datata 1977: si ruppe l'interruttore della cucina. Rimase solo la placca e dove c'era l'interruttore, non era rimasto nulla. Invece di sostituire l'interruttore, quello si coprì col nastro isolante (quello anni '70, simile a quello "medico"!)–anche perché in quella casa girava sempre mio cugino (all'epoca, di uno-due anni di età) e poteva mettere le dita nello spazio vuoto– si preferì pilotare la luce della cucina da un interruttore del corridoio. Così, fino all'82 (anno in cui mia nonna traslocò)...potevo vedere questa placca coperta dal nastro isolante...e poi l'interruttore "buono" che io e mio cugino usavamo per far scherzi alla svanita bisnonna, cioè le spegnevamo la luce proprio mentre stava consumando la sua zuppa di latte col pane!
virgilio72 Inserita: 28 giugno 2006 Segnala Inserita: 28 giugno 2006 Ricordate quando gli interruttori generali dell'impianto erano dei BTicino 641? Erano MT che però non scattavano...ma bruciavano il fusibile (particolarissimo, non la classica valvolina tubolare) in caso di sovraccarico. A mio zio, per motivi che non so...si "arrostì"; mi fece vedere la placca deformata!I 641 stanno nel mio appartamento a Reggio Calabria: due nel bagno di servizio, per alimentare lavatrice/presa specchio e scaldabagno; due in cucina; uno nel bagno grande, sempre per lo scaldabagno!
LB81 Inserita: 30 luglio 2006 Segnala Inserita: 30 luglio 2006 Ricordate quando gli interruttori generali dell'impianto erano dei BTicino 641?Puoi descriverli? Mi vengono in mente degli interruttori con fusibili a filo, ma non ricordo il codice.Ciao.
Ivan Botta Inserita: 13 agosto 2006 Segnala Inserita: 13 agosto 2006 Ricordo circa 20 anni fa quando ero un apprendista elettricista alle prime armi gli appartamenti venivano per la maggior parte cablati con la serie magic, apparecchi indistruttibili.In occasione di modifiche si aveva a che fare con apparecchi montati negli anni 70/80, e nel caso di aggiunte ne venivano montati altri, dopo anni in occasione di guasti ad essere sostituiti erano i più recenti mentre i più vecchi continuavano a funzionare. Certo che la qualità non è più quella di una volta altrimenti le aziende non si svilupperebbero più.
stotz Inserita: 8 aprile 2008 Segnala Inserita: 8 aprile 2008 (modificato) Riapro ora una vecchia discussione, ignroando se i miei dubbi già stati trattato in qualche altra più recente:le vecchie serie magic anni 70 avevano i supporti in metallo (e a volte anche le mascherine lo erano); mi pare che invece quelle attualmente in commercio abbiano il supporto: in plastica, oppure in metallo ma la mascherina di finitura isolata dal supportoQual'è la norma che regola ed impone eventiualmente questa condizione?In una modifica d'impianto si possono lasciare installate le vecchie prese e/o comandi magic con supporto metallico non isolato? Modificato: 8 aprile 2008 da stotz
Ivan Botta Inserita: 8 aprile 2008 Segnala Inserita: 8 aprile 2008 In una modifica d'impianto si possono lasciare installate le vecchie prese e/o comandi magic con supporto metallico non isolato?Se non sbaglio per tenere i vecchi supporti in metallo devi metterli a terra.C'è da dire una cosa, erano indistruttibili e non mi è mai successo che si staccasse un frutto come a volte capita su quelli di plastica.
ClA Inserita: 8 aprile 2008 Autore Segnala Inserita: 8 aprile 2008 Mah, bisognerebbe cercare nelle norme delle serie civili.In ogni caso, se non è raggiungibile non è necessario il collegamento al PE.Comunque, i supporti di plastica, per chi non sapesse di costi industriali, costano molto meno di quelli di metallo....
LB81 Inserita: 9 aprile 2008 Segnala Inserita: 9 aprile 2008 Secondo il costruttore, i supporti in metallo sono approvati IMQ per tensioni fino a 50V.Ciao
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