virgilio72 Inserito: 11 marzo 2007 Segnala Inserito: 11 marzo 2007 Premetto che io sono sempre stato a conoscenza dei pericoli della tensione di rete, ma c'è qualcun altro che, per curiosità o altro, in casa da bambino ha combinato qualche marachella. Già ho letto dell'autoradio attaccata alla 220 V; un mio compagno delle medie decise di reinventare la lampadina, mettendo "il filo di una stufa" (la resistenza) in una provetta e infilando le due estremità in una presa. La provetta si disgregò e saltò il magnetotermico.
LB81 Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 ne ho combinate diverse, ma fortunatamente solo a scuola. L'ultimo scherzo risale alle superiori, per lasciare qualche aula al buio avevo collegato ad una presa una lampadina da 40W inserita tra fase e terra, utilizzando un cavo con una spina ed un portalampada. Al secondo tentativo, invertendo la spina è scattato il differenziale.Ciao.
Mauro Dalseno Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 Io piu' di trent'anni fa mi divertivo a piantare nell'orto un cacciavite collegato sul conduttore di fase di una presa tramite una lunga cordina (Il differenziale non c'era) i vermi e insetti vari, saltavano fuori di corsa.
ivano65 Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 a 7 anni alla standa comprai le lampade di ricambio per le luci natalizie.ne ho collegate una decina in parallelo , poi ho attaccato la spina.e pensare che a quei tempi le protezioni sull'impianto erano veramente esigue.ivano65
batta Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 Le mie marachelle elettriche risalgono ai tempi dell'ITIS.Officina elettrica. Dopo aver cablato e provato sul bancone il circuito elettrico, si chiamava il professore per far verificare il corretto funzionamento.Nel momento in cui i compagni si assentavano appunto per chiamare il Prof, c'erano due possibili azioni:1) fare cavallotto sui morsetti di uscita del magnetotermico: con Prof. presente, gran botta!2) tagliare la parte spellata di un filo degli ausiliari ed inserirla nel morsetto con l'isolante, facendo attenzione non stringere troppo per non bucare l'isolante: con Prof. presente, non funzionava nulla!Che b a s t a r d o che ero :ph34r:
Cipone Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 una di quelle che mi ricordo maggiormente l'ho fatta al primo anno di professionale:Ponte raddrizzatore abbastanza grande (40 o 50A) e almeno 600v, 2 resistenze corazzate da un centinaio di watt da pochi ohm e un'interruttore. Il tutto collegandolo tra fase e terra faceva intervenire SOLAMENTE il relè differenziale dell'interruttore generale ovviamente in classe A della scuola e gli interruttori a valle (classici AC) rimanevano belli e chiusi.PIU' ***O DI COSI' !!!! :lol:
Nino1001 Inserita: 11 marzo 2007 Segnala Inserita: 11 marzo 2007 La situazione ricorrente era la segreteria che scendeva in laboratorio o in aula con il "Scusi professore s'è guastata la fotocpiatrice". Un giorno uno di noi stacco la spina. L'ingegnere ,al solito, armato si utensili la smontò. Si accorse della spina staccata dopo qualche ora.
virgilio72 Inserita: 11 marzo 2007 Autore Segnala Inserita: 11 marzo 2007 a 7 anni alla standa comprai le lampade di ricambio per le luci natalizie.ne ho collegate una decina in parallelo , poi ho attaccato la spina.e pensare che a quei tempi le protezioni sull'impianto erano veramente esigue.ivano65E perché le avresti messe in parallelo?
LB81 Inserita: 12 marzo 2007 Segnala Inserita: 12 marzo 2007 vermi e insetti vari, saltavano fuori di corsa.metodo molto ecologico, ottimo risultato senza bisogno di veleni Ciao
virgilio72 Inserita: 12 marzo 2007 Autore Segnala Inserita: 12 marzo 2007 La situazione ricorrente era la segreteria che scendeva in laboratorio o in aula con il "Scusi professore s'è guastata la fotocpiatrice". Un giorno uno di noi stacco la spina. L'ingegnere ,al solito, armato si utensili la smontò. Si accorse della spina staccata dopo qualche ora.Cose da fumetti proprio!
uccio111 Inserita: 12 marzo 2007 Segnala Inserita: 12 marzo 2007 un mio amico mi raccontava che a scuola si lanciavano i condensatori carichi a 220 V...
03239710 Inserita: 13 marzo 2007 Segnala Inserita: 13 marzo 2007 Ai tempi della V ITI:Laboratorio di misure elettroniche, al termine dell'ora di lezione4 - 5 condensatori elettrolitici collegati invertiti agli alimentatori dei banchi prova,pronti per le III che iniziavano l'ora successiva.Naturalnte di capacita' diversa, cosi' cambiava il tempo del "botto" .Il tutto ha funzionato per due volte, poi si sono guastati 3 alimentatori e mi e'toccato ripararli (ho dovuto sganciare un paio di ponti + 2N3055 + 2 finali di rigacome "pegno" al profe)ciao fulvio
Del_user_23717 Inserita: 18 marzo 2007 Segnala Inserita: 18 marzo 2007 (modificato) Come tutti i bambini curiosi, a 2-3 anni il mio gioco preferito era cercare di infilare due dita nelle varie prese di casa... per fortuna mia da piccolo ero abbastanza cicciottello così il pericolo di infilarci le dita non c'era, allora cercavo qualcosa di più adatto e prendevo cacciaviti, ferri da maglia e qualsiasi altro oggetto che mi aiutasse nel mio scopo, sarà stato che mia madre si prese l'abitudine di nastrare tutte le prese non utilizzate col cerotto telato, ma poi questa voglia mi passò da sola.... Modificato: 18 marzo 2007 da attilio fiocco
virgilio72 Inserita: 18 marzo 2007 Autore Segnala Inserita: 18 marzo 2007 (modificato) Questo mi ricorda l'interruttore della cucina della casa di mia nonna (uno di quei mitici Ave): si ruppe e rimase solo la placca con uno spazio vuoto in corrispondenza dell'interruttore. Lo coprì proprio con quel tipo di nastro, nel '77 circa, per evitare che mio cugino piccolo (che passava il 70% della giornata lì) andasse a toccare; per comandare la luce della cucina fu collegato un interruttore che stava dietro la porta. Protezioni in quella casa? Nessun differenziale, sono un 642 della BTicino, oltre al limitatore Enel. Modificato: 18 marzo 2007 da virgilio72
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