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Programmatori


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Inserito:

Buongiorno,

ho la necessità di utilizzare un programmatore per comandare l'accensione e lo spegnimento di un apparecchio. Nessun programma particolarmente complicato, un paio di accensioni e spegnimenti al giorno. Però avrei la necessità di poter scollegare all'occorrenza tutto l'impianto da un interruttore posto in casa nel quadro elettrico (a differenza del timer che sarebbe posizionato al piano di sotto) senza che il programmatore (a quel punto non piu' collegato alla rete) perda l'orario corretto ed i programmi. quindo ho in cascata: interruttore - programmatore - apparecchio da comandare.

Sono alla fase della scelta del programmatore stesso e il dubbio è tra un analogico e un digitale, anche perchè nelle descrizioni trovo delle caretteristiche che non comprendo del tutto.

Potete spiegarmi cos'e' la riserva di carica? quando la vedo indicata per i digitali (leggo spesso 3 anni) e talvolta anche per gli analogici (meno, un centinaio di ore) significa che c'e' una pila che manta avanti l'orologio per 3 anni complessivi in caso di mancanza di alimentazione? questi 3 anni non sono "ricaricabili"?

E la differenza tra sincrono e al quarzo per gli analogici?mi sembra di aver capito che quelli sincroni sono alimentati dalla rete, mentre non colgo la differenza con quelli con movimento al quarzo.

Grazie.


Maurizio Colombi
Inserita:

Ciao Raphael allora:

quindo ho in cascata: interruttore - programmatore - apparecchio da comandare

No, hai in sequenza: programmatore, interruttore , carico; l'interruttore devi metterlo in "serie" all'alimentazione del carico. Lasciando sempre alimentato il programmatore ed escludendo il carico attraverso l'interruttore, non avrai la perdita della programmazione!

Potete spiegarmi cos'e' la riserva di carica? quando la vedo indicata per i digitali (leggo spesso 3 anni) e talvolta anche per gli analogici (meno, un centinaio di ore) significa che c'e' una pila che manta avanti l'orologio per 3 anni complessivi in caso di mancanza di alimentazione? questi 3 anni non sono "ricaricabili"?

Hai descritto perfettamente l'argomento, vorrei precisare che il discorso varia da modello a modello: gli analogici di vecchia generazione, avevano una riserva di carica "meccanica" che si "ricaricava" dopo qualche ora di funzionamento ed era quindi sempre disponibile ogni volta che mancava l'alimentazione. Quelli attuali, invece, è più facile che abbiano un batteria che mantiene "in fase" il programmatore; una volta scaricata.......amen.

E da qui si seleziona il tipo di movimento: sincrono quando c'è una piccolo "motorino" che fa avanzare il disco ed al quarzo quando la stessa operazione la svolge un "aggeggio" elettronico . La differenza tra i due apparecchi, oltre che nella precisione" c'è anche nel prezzo!

Inserita:
No, hai in sequenza: programmatore, interruttore , carico; l'interruttore devi metterlo in "serie" all'alimentazione del carico. Lasciando sempre alimentato il programmatore ed escludendo il carico attraverso l'interruttore, non avrai la perdita della programmazione!

grazie per la cortese risposta, intanto.

e non "perdo" in sicurezza, cosi' facendo? voglio dire, mettendo il programmatore a monte del magnetotermico (eh, non avevo specificato che linterruttore è un mgt differenziale)

E, sullo stesso argomento, c'e' differenza di "affidabilità elettrica" tra i digitali e gli analogici? a livello di contatti, lavorano entrambi nella stassa maniera? (avevopensato ad un programmatore da 16A per un carico che potra' andare da 100 1500 W)

Maurizio Colombi
Inserita: (modificato)
e non "perdo" in sicurezza, cosi' facendo? voglio dire, mettendo il programmatore a monte del magnetotermico

EH EH EH il magnetotermico non è una manovra, ma una protezione! (anche se prezzo e semplicità......lo fanno preferire ad un sezionatore :lol: )

Devi proteggere la linea che utilizzi per il tuo "servizio" con un magnetotermico e poi utilizzare un semplice interruttore per effettuare l'inserimento o meno del carico.

a livello di contatti, lavorano entrambi nella stassa maniera?

Quello fa parte delle specifiche tecniche del costruttore, ci sono apparecchi che hanno contatti che sopportano un paio di ampere ed apparecchi che ne sopportano 16; nel tuo caso, se utilizzi lampade tradizionali (incandescenza - alogene) vai da 0,5A a nemmeno 10A.

Modificato: da Maurizio Colombi

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