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PLC Forum


S7 300 Cpu313c


Maverick1979

Messaggi consigliati

Salve, innanzi tutto vorrei salutare tutto il forum e soprattutto coloro che mi potranno aiutare (essendo questo il mio primo messaggio).

Vengo al dunque:

essendo un manutentore elettronico in una multinazionale del tabacco, in questi giorni ho avuto la possibilità d'avere a disposizione

un S7 300 CPU313C (come da titolo) per metterci dentro un piccolo programma da provare sul banco prima e un domani su una piccola macchina. E qui viene il bello/brutto, all'interno della MMC vi era già presente una programma di un impianto (ormai smantellato da tempo) ma protetto da password, dato che il programma non serve più e ho la necessità completa della memoria, non ESSENDO PRATICO soprattutto (mi sto avvicinando ora alla programmazione perchè fin'ora mi sono dedicato alla gestione e al riavvio degli impianti via software.....sciocchezze) mi è venuta l'INFELICE, INSANA, MALDESTRA idea di formattare la scheda col mio cellulare (e qui accetto fischi insulti e quan'altro); reinserendo la memoria nella CPU mi dà "SF" fisso e non legge più la scheda. Posso dire addio alla memoria o c'è qualche escamotage per poterla recuperare?

Grazie infinatamente in anticipo e scusate la lunghezza del messaggio (ma ho cercato d'essere più chiaro possibile)!

A presto Raffaele.

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...ehmm...mi sà tanto che mi sono dato una risposta da solo leggendo le FAQ sul sito della siemens...e devo dire che come primo approccio alla programmazione S7 è al quanto..disastroso! Comunque se qualcono di voi conosce qualche miracolo...sono qui ad aspettare altrimenti accetto consigli su dove poter acquistare una nuova MMC(la vecchia era di 64Kb) su internet o dalle mie parti (Prov. Lecce)! Grazie ancora e scusate la mia maldestra idea...! a presto!

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Gabriele Corrieri

Ciao

una minima alternativa all'uso del PG ci sarebbe ... però prima senti se i distributori in zona tua possono formattarti la MMC, eventualmente chiama la hot-line 02-3894-2000.

Se ottieni picche su tutti i fronti e hai un lettore di MMC per pc si può tentare qualcosa, non assicuro molto, ma qualcosa si può fare.

Ciao

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Ok..grazie provo entrambi i consigli e vediamo un pò cosa ne esce! Comunque ho a disposizione il Field PG della siemens a lavoro( infatti uso quello per controllare i programmi) e la cosa più da far rabbia è che oggi mi sono accorto dello slot reader MMC :angry: ! Vabbè sbagliando s'impara...mettiamola così! Grazie mille!

P.S.: ho anche il CardReader esterno quindi ho tutti gli attrezzi giusti per "ulteriori approfondimenti"! Ciao

Modificato: da Maverick1979
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  • 1 year later...
Benny Pascucci

Sull'argomento, l'Olivieri e Ravelli, Volume V – Impianti di distribuzione e utilizzazione dell'energia elettrica - edizione 1970 recita:

La maggior fonte di pericolo alle persone negli impianti di distribuzione è dovuta alle tensioni di contatto, vale a dire alle tensioni alle quali può essere soggetto il corpo umano in seguito al contatto con le parti metalliche normalmente isolate degli impianti e degli apparecchi utilizzatori, le quali per un difetto dell'isolamento proprio o per altre cause, vengano a trovarsi accidentalmente sotto tensione (CEI - n.206 – art. 1.2.06)

La protezione contro le tensioni di contatto è prescritta (CEI - n.206 – art. 7.1.05) per tutte le parti accessibili delle macchine e degli apparecchi alimentati da sistemi di I categoria con tensione nominale maggiore o uguale a 125 V e deve essere attuata collegando dette parti metalliche ad un proprio impianto di messa a terra locale. A questo impianto di terra devono essere collegate anche tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione comunque esistenti nella zona circostante (acquedotti, armature del cemento armato, etc.);

Ogni conduttore di messa a terra di tutte le masse metalliche che non sono normalmente in tensione costituisce un conduttore di protezione dell'impianto.

Le prese a spina degli apparecchi utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro le tensioni di contatto devono essere munite di un contatto di terra connesso da una parte alle parti metalliche dell'apparecchio e dall'altra al conduttore di protezione permanentemente collegato a terra.

Il valore della resistenza dell'impianto di terra locale deve essere sufficientemente piccolo per far intervenire i dispositivi di massima corrente poste a protezione delle singole derivazioni, senza superare il valore della tensione di contatto di 65 V. Il distacco di un impianto guasto può anche essere ottenuto con l'impiego di interruttori con relè differenziale: in questo caso, essendo la corrente di intervento molto bassa, data la sensibilità di detti relè, il valore della resistenza di terra può essere più elevato senza superare i 65 V di tensione di contatto.

Non è prescritto il collegamento al conduttore di protezione delle parti metalliche accessibili di macchine e apparecchi provvisti di doppio isolamento interno o di isolamento rinforzato.

Dando qualche aggiustatina qua e là (modifica dei valori della tensione di contatto, norme CEI citate, etc.), questo scritto, redatto circa 40 anni fa, sarebbe ancora valido da un punto di vista tecnico, non per niente i mitici Olivieri e Ravelli occupano ancora un posto di preminenza nella mia biblioteca tecnica.

CONTINUA......
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Benny Pascucci

In un testo universitario di almeno tre lustri successivi al primo si legge:

I pericoli derivanti alle persone dagli impianti elettrici ricevitori (?) (motori, elettropompe, elettrodomestici, etc) sono dovuti a tensioni di contatto causate da:

1)contatto accidentale con parti di impianti elettrici normalmente in tensione;

2)contatto con parti di impianti elettrici normalmente non in tensione, che per un guasto o difetto di isolamento possono essere portati ad una tensione rispetto a terra.

Con riferimento al punto 1) le norme prescrivono che le parti in tensione devono essere sottratte al contatto accidentale delle persone con tutti i mezzi che rendano difficile tale eventualità (involucri, barriere, schermi, rivestimenti, etc).

Circa il punto 2) esistono numerose misure di protezione:

messa a terra diretta;

messa al neutro;

alimentazione degli utilizzatori a tensione inferiore al limite ritenuto pericoloso per il contatto umano;

alimentazione degli apparecchi utilizzatori tramite trasformatore con avvolgimenti primario e secondario elettricamente separati;

adozione di isolamenti protettivi speciali (doppio o triplo isolamento);

adozione di interruttori con relè di tensione;

adozione di interruttori con relè differenziale ad alta o bassa sensibilità

Le misure più adottate sono: la messa a terra diretta, la messa al neutro :blink: , gli interruttori con relè di tensione e differenziale.

Tralasciando nella presente trattazione le altre misure, occupiamoci della messa a terra diretta

Devono essere innanzitutto messe a terra le carcasse degli apparecchi e delle macchine alimentate a tensione superiore a 125 V. A tale scopo, ogni impianto elettrico utilizzatore (o ogni raggruppamento di impianti contenuto nello stesso edificio) deve avere un proprio impianto di terra, al quale devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili dell'impianto idrico, nonché tutte le masse accessibili di notevole estensione.

Inoltre tutte le prese a spina degli impianti utilizzatori devono essere munite di un contatto a terra connesso permanentemente a un apposito conduttore di protezione collegato all'impianto di terra di cui sopra e distinto dal conduttore di neutro anche nel caso in cui quest'ultimo sia messo a terra.

Il sistema di protezione costituito dalla messa a terra presuppone l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore automatico, munito di relè di massima corrente o di valvole tarate poste a monte della parte di impianto da proteggere. In questo caso la resistenza di terra, secondo le norme, deve essere:

Rt=50/Im

ove Rt è il valore più elevato in ohm, misurato nelle condizioni più sfavorevoli, della resistenza dell'impianto di terra, Im il più elevato valore in ampere delle minime correnti di scatto o di fusione dei dispositivi posti a protezione delle singole derivazioni.

Dall'esame di tale formula è facile constatare che anche per correnti modeste la resistenza di terra dovrebbe essere piccola, il che non è facilmente realizzabile.

Ad ogni modo, le norme sulla prevenzione degli infortuni prescrivono per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V un impianto di terra la cui resistenza massima non deve essere superiore a 20 ohm. :ph34r:

L'adozione di interruttori automatici, posti a monte della parte di impianto da proteggere, muniti di un relè differenziali che ne assicurino l'intervento non appena eventuali dispersioni creino situazioni di pericolo, presuppone una resistenza di terra:

Rt=50/Id

ove Id è il più elevato tra i valori in ampere delle minime correnti di scatto del relè differenziale.

Il relè differenziale interviene, provocando l'apertura dell'interruttore, quando si crea uno squilibrio nel circuito di eccitazione del relè o per una corrente di dispersione a terra o per un contatto di una persona con un elemento di impianto in tensione.

Interruttori differenziali, con soglia di intervento dell'ordine di 30 mA e inferiori, sono detti ad alta sensibilità, mentre quelli con soglia di intervento superiore (0,5 A; 1 A e oltre) a bassa sensibilità.

Poiché la massima tensione di contatto è pari al prodotto Rt*Id, appare evidente che per un dato Rt, tanto più bassa è la soglia di intervento, tanto più piccola è la tensione di contatto e quindi il pericolo con l'uomo. Mentre, fissato quest'ultimo in 50 V, tanto più bassa è la soglia di intervento, tanto più alto è il valore di Rt.

Infatti per Id=500 mA, si ha Rt=130 ohm, mentre per Id=30 mA, si ha Rt=2160 ohm... :blink:

Poiché, d'altra parte gli apparecchi utilizzatori, soprattutto quelli fissi possiedono in genere per la loro installazione a parete o sul pavimento una messa a terra naturale, gli interruttori differenziali possono intervenire in presenza di difetti di isolamento, anche in mancanza di un impianto di terra effettivo. Questa considerazione non autorizza, però a concludere che, con l'introduzione degli interruttori differenziali ad alta sensibilità l'impianto di terra possa essere eliminato. Infatti, quando queste terre naturali mancano o non hanno un valore ohmico tale da provocare l'intervento del relè a seguito di un difetto dell'isolamento, quest'ultimo permane finché l'uomo, con il suo contatto, crea la connessione a terra necessaria per provocare l'intervento dell'interruttore.

Mentre gli interruttori differenziali a bassa sensibilità proteggono solo dalle tensioni di contatto con parti accidentalmente in tensione, gli interruttori ad alta sensibilità proteggono l'uomo anche contro il contatto con parti normalmente in tensione. :huh:

In base agli elementi statistici di sicurezza sembra che gli interruttori differenziali ad alta sensibilità con una soglia di intervento tra 15 e 30 mA, e tempi di intervento di 0,01-0,03 secondi, sembra che offrano buone garanzie contro tutti i pericoli di elettrocuzione.

Per contro, questo testo dovrebbe essere riscritto completamente, è stato uno dei testi dai quali ho appreso cosa (non) è un impianto di terra e non solo. Anch'esso occupa un posto di rilievo assieme a tanti altri testi, in una libreria accanto al camino.....all'occorrenza...... :rolleyes:

CONTINUA.....
Modificato: da Benny Pascucci
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Benny Pascucci

Ho scritto anche io qualcosa, vincendo la mia proverbiale pigrizia, raccogliendo materiale in giro per la rete, consultando una dozzina di libri, rileggendo alcuni dei miei vecchi post, ed è venuta fuori una sorta di review...spero possa essere d'aiuto a qualcuno.

Scarica il file

Modificato: da Benny Pascucci
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presuppone una resistenza di terra:

Rt=50/Id

...

Infatti per Id=500 mA, si ha Rt=130 ohm, mentre per Id=30 mA, si ha Rt=2160 ohm

Mi sa che chi ha scritto quel testo aveva la calcolatrice con le pile un po' scariche :ph34r:

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Benny Pascucci
Mi sa che chi ha scritto quel testo aveva la calcolatrice con le pile un po' scariche
Magari fosse così.....non era la calcolatrice ad essere scarica, ma la testa.....ha utilizzato il vecchio valore limite della tensione di contatto di 65 V.... :(
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Adoro :worthy: l' "Olivieri & Ravelli" una serie di libri ben scritti, con linguaggio semplice e comprensibile, che coprono tutti i campi dell' elettrotecnica.

Mi ricordo che il libro di testo che avevo in terza (triennio di specializzazione in elettrotecnica) era qualcosa di disumano tute le leggi erano spiegate tramite sommatorie e integrali che, comprensibilmente, sono fuori dalla portata di uno studente di terza (almeno ai miei tempi).

Aquistando il libro prima di cominciare la scuola, lo sfogliai, e la prima reazione che ebbi fu quella di mettermi a cercare un lavoro in quanto non capivo un benemerito "cuore" nulla di quanto c' era scritto.

Per fortuna appena iniziato l' anno scolastico alcuni studenti di quinta (c' erano passati prima di me) ci consigliarono di acquistare l' Olivieri & Ravelli volume I "Elettrotecnica Generale" al posto del libro di testo ufficiale.

Dopo qualche mese riuscii a convincere i miei genitori ad acquistare anche gli altri volumi per completare l' opera.

Adesso occupano un posto di primo piano nella biblioteca di casa.

Per quanto riguarda il "vero" libro di testo per elettrotecnica.......... in 20 anni ho acceso il camino un sacco di volte.

Comunque:

Dopo diversi anni sono venuto a sapere che il libro testo che mi avevano fatto comprare in terza (quello ormai "ignicaminettizzato"), era un testo universitario per il corso di laurea in elettrotecnica (ASSURDO adottarlo per un triennio dell' ITI).

Dopo questa chiacchierata mi si impone un:

P.S.

Per Benny e docenti

Che libri di testo adottate?

Saluti Magoxax

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Ieri ho visto un video dell'Archivio Luce, ci sono delle riprese di un'esposizione del 1968 a Milano, in cui viene presentato il primo Salvavita BTicino, con tanto di presentazione e frase finale: <<quando li vedremo nelle nostre case?>>

Ci son voluti degli anni, ma adesso si vedono in (quasi) tutte le case ;)

Ciao :)

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Benny prima di tutto complimenti per il tutorial, dovrebbe aiutare a chiarire molti dei dubbi ricorrenti sugli impiantidi terra.

Anch'io conservo e consulto i miei Olivieri e Ravelli. Li ho nello scaffale alle mie spalle,nella zona riservata alle "bibbie". Fanno compagnia a questi il Therman, il Milman, il manuale della ITT, Halliday e Resnick per la fisica e l'Amaldi per Meccanica Razionale. Solo due autori italiani chissà perchè....

Poi c'è un'ulteriore conferma che anni fa chi scriveva testi ed articoli scientifici era, in genere, preparato mentre oggi sembra che sia sufficiente disporre di un PC, una stampante ed una laurea, ottenuta non si sa bene come, per poter scrivere testi. Poi su questi testi si formano i nuovi diplomati e laureati e la spirale a scendere continua :angry:

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Carlo Albinoni
l'Amaldi per Meccanica Razionale

Non ho presente l'Amaldi di Meccanica Razionale.

Avevo quello di Fisica Generale (elettromagnetismo) che mi ero fatto autografare dal prof. Amaldi.

Purtroppo qualcuno riuscì a sottrarmelo... :angry:

Da allora presto i libri con molta cautela.

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Ci sono diversi Amaldi professori, sembra che sia una famiglia particolarmente portata per le scienze fisiche :)

Il testo a cui mi riferisco è "Compendio di meccanica razionale", autori Ugo Amaldi e Tullio Levi-Civita. La prima edizione risale al 1928.

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Carlo Albinoni

Vero, vero....

Io mi riferisco al Edoardo Amaldi uno dei celebri "ragazzi di via Panisperna" di Roma.

Il gruppo, guidato da Enrico Fermi, che ha fondato la moderna fisica nucleare.

Si è occupato soprattutto di particelle e della ricerca delle onde gravitazioni previste dalla relatività generale.

Ebbi occasione di conoscerlo a Milano in occasione di una sua conferenza.

Il padre Ugo era matematico ed è l'autore delle lezioni di meccanica con Tullio Levi Civita (uno dei "mostri" della fisica matematica italiana).

Anche il figlio di Edoardo, Ugo pure lui, è professore di fisica occupandosi soprattutto di fisica medica.

Completa la famiglia Ginestra Giovene Amaldi, moglie di Edoardo.

Il più celebre dei quattro è comunque Edoardo

Carlo, perdona l'intrusione: ho aggiunto i link, sperando di fare cosa gradita.

Modificato: da Carlo Albinoni
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Carlo Albinoni

Ma figurati, hai fatto benissimo!

Anzi, ho fatto mia l'idea ed ho aggiunti i link alle biografie degli altri Amaldi citati...

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Io invece non ho piu' il mio vecchio libro di elettrotecnica Olivieri e Ravelli, mio fratello piu' giovane l' ha ricevuto in eredita' da me' in quanto ha fatto la stessa scuola professionale (IPSIA Leonardo da Vinci), mi ricordo che quelli dell' ITIS avevano lo stesso libro di testo, nel 1977 era molto usato nelle scuole delle mie zone.

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Su suggerimento dell'amico rguaresc, al fine di renderlo fruibile anche agli operatori del settore, ho aggiunto la sezione riguardante le incombenze formali: effettuazione delle misure, strumentazione necessaria, denunce, scadenzario delle verifiche periodiche e qualche link interessante.

Per scaricare la nuova versione cliccare qui.

Modificato: da Benny Pascucci
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  • 2 weeks later...
  • 1 year later...

Ad ogni modo, le norme sulla prevenzione degli infortuni prescrivono per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V un impianto di terra la cui resistenza massima non deve essere superiore a 20 ohm.

Per favore sapresti indicarmi quali norme prescrivono i 20 ohm ?

Grazie

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Ad ogni modo, le norme sulla prevenzione degli infortuni prescrivono per gli impianti utilizzatori a tensione fino a 1000 V un impianto di terra la cui resistenza massima non deve essere superiore a 20 ohm.

Per favore sapresti indicarmi quali norme prescrivono i 20 ohm ?

Basta con questa storia....non esiste nessuna norma in merito...per fortuna!!!!! .... :unsure:

Modificato: da Benny Pascucci
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  • 1 month later...

Salve, vorrei sapere se è vero che per impianti di terra negli edifici adibiti a civile abitazione non esiste obbligo (qualunque sia la periodicità) di verifica dell'impianto di terra e che basta la denuncia di quando è stato fatto l'impianto. Grazie.

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