arapa56 Inserito: 6 febbraio 2013 Segnala Share Inserito: 6 febbraio 2013 L'impianto elettrico di una abitazione costruita nel 1993 è stato certificato con dichiarazione di conformità in data dicembre 1993. In quella data era consentito di collegare gli impianti FM e luce sotto un unico interruttore bipolare magnetotermico da 16A ? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
vinlo Inserita: 6 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 6 febbraio 2013 All' epoca non era in vigore l' obbligo di dividere i circuiti sotto più differenziali. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
fradifog Inserita: 6 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 6 febbraio 2013 Credo dipendesse e dipenda dalla sezione dei conduttori.. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MeM-93 Inserita: 6 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 6 febbraio 2013 fino all'entrata in vigore della V3 della CEI 64-8 era consentito, ora non so.. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Fulvio Persano Inserita: 6 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 6 febbraio 2013 Ciao arapa56 e benvenuto. Almeno un saluto e,magari,un ringraziamento verso coloro che leggeranno la tua discussione cercando di darti una mano,credo sia d'obbligo. Non credi ? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
arapa56 Inserita: 7 febbraio 2013 Autore Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Provvedo immediatamente a porgere un saluto a tutti ed un ringraziamento per l'interessamento a chiarire i miei quesiti. Detto ciò vorrei dare maggiori dettagli sull'impianto elettrico dell'abitazione. E' presente n.1 interr. differenziale da 30 mA a monte dell'interr.magnetotermico da 16A. L'impianto di terra è presente ed ho verificato l'intervento del differenziale provandolo con uno strumento Speedtest HT collegato ad una presa. La sezione dei cavi in uscita dal magnetotermico è di 4 mmq, la sezione dei cavi dell'impianto luce ( verificato presso alcuni interruttori e deviatori è di 1,5 mmq. Inoltre vorrei sapere in che data è andata in vigore la V3 CEI 64 - 8. Grazie di nuovo e saluto Paolo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MeM-93 Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Inoltre vorrei sapere in che data è andata in vigore la V3 CEI 64 - 8. tranquillo, è cosa recente, non ricordo se il 1° settempre 2011 o il 1° settembre 2012, in ogni caso non prima, quindi non riguarda il tuo impianto Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001 Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Le dichiarazioni non sono sinonimi di impianto di buona qualità. Se hai un solo MGT DIff. 16A/30 mA, le linee luci da 1,5 mm2 e le linee prese da 2,5 mm2 è un buon impianto (scomodissimo in caso di guasto), devi solo avere l'accortezza di non collegare carichi che assorbono più di 10A ai lampadari, cosa non facile. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
fradifog Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Nino una domada. Quindi in realtà posso proteggere la linea da 1,5 mm con un mtd da 16 A,con l'unica accortezza di non superare i 10A di carico? Ho capito bene? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
arapa56 Inserita: 7 febbraio 2013 Autore Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Per Nino si l'impianto luce di sezione 1,5 mmq è derivato da una linea di sezione 4 mmq protetta dall'interr.magn.da 16A. Dalle tabelle portata cavi risulta che la Iz permanente della sez 1,5 mmq può essere circa 17A pertanto in presenza di un assorbimento anomalo di 16A dell'impianto luce non dovrebbe scattare l'interr magn. da 16A ? Non ho controllato alle prese da 10A che cavo c'è. Se vi fosse delle prese da 10A con cavo da 1,5 mmq non sono regolari ? In una presa da 10A non dovrebbe essere possibile collegare dei carichi che superano tale assorbimento a meno di utilizzare riduzioni non consentite ? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Carlo Albinoni Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 devi solo avere l'accortezza di non collegare carichi che assorbono più di 10A ai lampadari, cosa non facile. Perchè non è facile? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Qualche anno fa, quando non c'erano le attuali normative sugli impianti, non era semplice trovare un impianto elettrico regolarmente protetto; dall'entrata in vigore delle prime normative sugli impianti elettrici.....e per qualche anno....si è continuato a realizzare impianti elettrici "come una volta" perche le "buone" abituditudini sono difficili da perdere.... Comunque, se stiamo a guardare il "pelo nell'uovo".....una linea da 1,5 potrebbe essere adeguatamente protetta anche da un'automatico da 16 ! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MeM-93 Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 Quindi in realtà posso proteggere la linea da 1,5 mm con un mtd da 16 A,con l'unica accortezza di non superare i 10A di carico? la questione è leggermente diversa, se il cavo è posato in condioni standard ha portata 17,5A, dunque lo si può proteggere con il MT da 16A, però non è certo una cosa prudente nè tanto meno un lavoro ben fatto... per normativa però sulle linee luci è possibile omettere la protezione da sovraccarico, quindi normativamente sei a posto; In una presa da 10A non dovrebbe essere possibile collegare dei carichi che superano tale assorbimento a meno di utilizzare riduzioni non consentite ? altra storia per le prese 10A, quelle vanno protette con MT 10A (o fusibile) perchè le riduzioni, purtoppo, sono consentite.. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
vinlo Inserita: 7 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 7 febbraio 2013 una linea da 1,5 potrebbe essere adeguatamente protetta anche da un'automatico da 16 ! se il cavo è posato in condioni standard ha portata 17,5A, dunque lo si può proteggere con il MT da 16A Ci tengo a precisare che non sono affatto per questo tipo di lavoro, però concordo pienamente con Maurizio e MeM, perchè in un impianto del genere, come nel caso in oggetto, c'è una dorsale da 4mmq e la diramazione verso i lampadari da 1,5mmq. Essendo una tubazione dedicata fino al punto luce, i cavi rispettano appieno la portata descritta nelle tabelle. Non sarà un capolavoro, ma l' impianto è protetto. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001 Inserita: 8 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 8 febbraio 2013 Perchè non è facile?... Forse non dovevo scriverlo, fari esterni collegati ad un solo punto luce con un forte assorbimenti, portalampade da lavoro con prese...... n una presa da 10A non dovrebbe essere possibile collegare dei carichi che superano tale assorbimento a Pensavo alla situazione odierna che si usano sempre (o quasi) Bprese o Shuko (16A)...mentre tu ti riferivi ad un vecchio impianto dove c'erano le prese passo grande e passo piccolo. Forse è il caso che io corregga: se lo si usa con criterio (lampadari max 10A) e prese da 10A max 10A l'impianto è sicuro ma scomodo. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Carlo Albinoni Inserita: 8 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 8 febbraio 2013 Forse non dovevo scriverlo, fari esterni collegati ad un solo punto luce con un forte assorbimenti, portalampade da lavoro con prese.... E' chiaro che installando i fari devi fare le verifiche del caso. Alla fine è solo una somma. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
arapa56 Inserita: 11 febbraio 2013 Autore Segnala Share Inserita: 11 febbraio 2013 Avrei un altro quesito da porre relativo all'impianto civile abitazione del 1993. Nel quadro generale è presente a valle dell' int.diff. da 30ma anche un interr. MT da 10A. In uscita dal MT da 10A n.2 cavi da 2,5 mmq fino ad una scatola di derivazione che arriva in soffitta. La distanza dal quadro generale alla scatola di derivazione è circa 5 - 6 m. Dalla scatola di derivazione sono derivati dai cavi di 2,5 mmq dei cavi da 1,5 mmq (F+N+ cavo di terra) che vanno ad alimentare n. 3 prese separate da 10A sulle pareti della soffitta ( dalla scatola partono n. 3 guaine che vanno a n.3 scatole ognuna contenente una presa da 10A ). Le prese sono quelle di tipo magic Ticino da 10A. Inoltre, sempre dalla scatola di derivazione sono derivati dai cavi di 2,5 mmq dei cavi da 1,5 mmq (F+N+ cavo di terra) che vanno ad un'altra presa da 10A ( comandata ) alla quale è collegata una lampada esterna da 100W e comandata da un interruttore a parete all'ingresso della soffitta, con dei cavi da 1,5 mmq. Visto l'interr MT da 10A a protezione delle prese posso ritenere l'impianto ancora regolare anche se alimento ogni presa con cavo da 1,5 mmq ? Spero di non aver fatto troppa confusione ! Saluti Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 11 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 11 febbraio 2013 Per abitudine, si utilizza un'automatico da 10A per le linee da 1,5....quindi non ci sono problemi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
arapa56 Inserita: 21 febbraio 2013 Autore Segnala Share Inserita: 21 febbraio 2013 Aggiungo una domanda all'impianto del 1993. La ditta esecutrice dell'impianto elettrico ha compilato la dichiarazione di conformità nel 1993 priva di allegati ( schema ed elenco materiali ) e con la sole indicazioni : impianto civile, nuovo, costruito rispettando le norme vigenti. La si può ritenere comunque responsabile dei lavori eseguiti ? Saluti Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 21 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 21 febbraio 2013 La si può ritenere comunque responsabile dei lavori eseguiti ? Beh...certamente, uno è sempre responsabile di quello che esegue, ma........trent'anni dopo...... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
arapa56 Inserita: 21 febbraio 2013 Autore Segnala Share Inserita: 21 febbraio 2013 Faccio un'altra domanda alla quale non so se mi sapete rispondere : In caso di vendita dell'abitazione questa documento di certificazione conformità dell'impianto elettrico è sufficiente come documento da presentare al nuovo proprietario, al rogito ? C'era in quegli anni ( 1993 ) una legislazione che consentiva il rilascio da parte del comune dell'abitabilità tramite " silenzio assenso "se non effettuava nessun sopraluogo entro tre mesi dalla data di presentazione domanda da parte dell'impresa di costruzioni. Per documento di abitabilità risulta valida la domanda e la documentazione presentata dall' dall'impresa costruttrice. Ora il tecnico comunale dice che come documentazione che attesti l'abitabilità necessaria al notaio per redigere l'atto di vendita sono sufficienti la domanda di abitabilità', le dichiarazioni di conformità degli impianti gas ed elettrico + altre dichiarazioni del costruttore depositati a suo tempo. Per l'impianto elettrico risulta depositato in comune solo questo documento ( cioè la pagina della dichiarazione 46/90 con i dati della ditta esecutrice impianto elettrico, impresa di costruzione e firma dell'impresa esecutrice ) e mancano come detto prima gli allegati. Saluti Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 21 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 21 febbraio 2013 Gli allegati......sono allegati, quello che fa fede è la "Dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico" ossia il primo "foglio" dove c'è la data di rilascio, il timbro e la firma del responsabile tecnico della ditta esecutrice. Se la dichiarazione è stata rilasciata il giorno dopo l'entrata in vigore della 46/90, è ancora valida adesso. Questi sono i controsensi a cui siamo "soggetti"...... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MeM-93 Inserita: 22 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 22 febbraio 2013 in caso ci fossero problemi in fase di vendita puoi ricorrere al legalissimo trucco del "visto e piaciuto", cioè l'acquirente compra quelle che vede ed accetta di non lamentarsi in futuro con te se c'è qualcosa che non va, di solito si fa per le auto usate, ma non credo che ci siano problemi a farlo per una casa.... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001 Inserita: 22 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 22 febbraio 2013 al legalissimo trucco del "visto e piaciuto", Trucco? Quale trucco? Tutte le legislazione in tutti i tempi hanno permesso e permettono l'acquisto "nello stato di fatto in cui si trova" o "franco e libero da ogni onere ed ipoteca".(1) Se firmo un compromesso in cui c'è scritto chiaro e tondo che l'acquisto è subordinato a determinate condizioni o alla presenza di atti o dichiarazioni il venditore le deve rispettare pena l'annullo e la penale di caparra, è comunque il notaio che valuta la sensatezza e la concretezza dei desiderata. Se subordino alla presenza della DiCo vake la DiCo come folgio di carta, se subordino ad una DiRI redatta da un tecnico di mia fiducia vale quest'atto. Per abitabilità si intende il permesso dell'Uffico di igiene e sanità di abitarci e questi viene concesso se ci sono i servizi igineici, non è obbligatorio avere il gas (io non c'è l'ho), o l'impianto elettrico (c'è l'ho...ma posso benissimo annullare il contratto me vivere in romitaggio in casa mia). (1) esisotno tante formule standard ed inequivocabili, mi viene in mente anche "l'acquisto per me o chi per me" . Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 22 febbraio 2013 Segnala Share Inserita: 22 febbraio 2013 ma non credo che ci siano problemi a farlo per una casa.... No No, non c'è nessun problema......su dieci case che si vendono, nove non hanno impianti regolari, quindi se dovessimo applicare alla lettera questa regola......non si venderebbero più case! legalissimo trucco del "visto e piaciuto", cioè l'acquirente compra quelle che vede ed accetta di non lamentarsi in futuro con te se c'è qualcosa che non va, parole sante!!!!! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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