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Installazione Autoclave 200 Litri


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Buongiorno a tutti!

Mi chiamo Mirko è ho bisogno di qualche consiglio tecnico su un impianto idraulico che preveda l'utilizzo di un'autoclave da 200 litri.

Ho acquistato casa qualche anno fa e da allora, volente o no, ho dovuto iniziare ad arrangiarmi da solo per risolvere e sistemare tante piccole cose, sia per problemi di soldi che per la distanza dai centri abitati...

Il mio problema attuale nasce dall'esigenza di avere un aumento di pressione in casa mia, dal momento che l'acquedotto non è sufficiente a mantenerne una accettabile quando vengono aperti più di due rubinetti; e siccome da qualche mese nell'abitazione abbiamo realizzato un piccolo bagno nella mansarda si è resa d'obbligo la scelta di una simile soluzione.

La casa è indipendente e l'intero impianto idraulico si trova in un locale a parte dove, fortunatamente, non ci sono grossi problemi di spazio.

Qui si trova anche un serbatoio di accumulo interrato (credo di circa 600/800 litri), e una pompa con relativo regolatore di pressione elettronico; questi compenenti erano presenti nella casa al momento dell'acquisto.

L'altro motivo per cui ho deciso di inserire un'autoclave all'interno del circuito è stato quello di non avere una costante e ripetuta accensione della pompa ad ogni richiesta d'acqua ma, semmai, quella di preferire un unico intervento più duraturo (per caricare l'idrosfera) piuttosto che tante brevi accensioni.

Attualmente la pompa e il serbatoio di accumulo sono bypassate, dal momento che la pressione dell'acquedotto è comunque in grado di farci vivere in maniera accettabile... con i dovuti accorgimenti...

A questo punto, dopo aver esposto i problemi di cui sopra in un negozio di idraulica (e dopo qualche giro in internet) mi è stato consigliato l'acquisto di un'autoclave da 200 litri.

I miei dubbi nascono da qui: dopo aver constatato che esistono diversi accorgimenti tecnici da adottare in un simile impianto (anticolpo d'ariete, valvole di sicurezza, ecc...) ho pensato che prima di mettermi al lavoro era il caso di chiedere due consigli.

Nell'impianto è inserito anche un addolcitore a resine, installato per gravosi motivi di presenza di calcare nell'acqua di queste zone, separabile tramite by-pass.

Il circuito attuale segue questa sequenza:

acquedotto -----> addolcitore ---- (vaso d'accumulo e pompa su ramo parallelo, normalmente non utilizzato) ----------> casa

Le caratteristiche tecniche degli elementi in gioco sono queste:

AUTOCLAVE: litri 200 - membrana EPDM +100°C - Precarica 2,5 bar - Pressione Max 10 bar

POMPA: marca Ebara, modello CDA 100 M

Hp: 1

Kw: 0.75

Kwabs: 1.38

RPM: 2800

Q: 20-90 l/min

A: 6.1

PRESSCONTROL: Ampero massimo: 10A

Portata massima: 10000 l/h

Pressione di esercizio: 1,5-2,5 bar

Pressione massima: 10 bar

E' ovvio che l'impianto, inserendo l'autoclave, va ricostruito a partire da dopo l'addolcitore e che prevederà SEMPRE l'utilizzo dell'acqua dal vaso d'accumulo e un by-pass per le situazioni in cui si deve tornare ad usarla dall'acquedotto.

Dopo tutta questa pappardella vi lascio con la gentile richiesta di qualche consiglio tecnico sulle cose da fare e quelle da evitare, e sul miglior modo per realizzare un impianto corretto.

Nel caso ce ne fosse bisogno, se riesco a trovare un po' di tempo, aggiungerò un disegno un po' più dettagliato (e tecnico) dell'impianto esistente.

Buonanotte e grazie a tutti!


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