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Riscaldare Di Notte Conviene?


giorg74

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Ciao a tutti, ho letto da qualche parte che per limitare il consumo di metano della caldaietta conviene tenerla (parzialmente) accesa anche di notte. In pratica portare ogni giorno un appartamento da un temperatura fredda notturna a una temperatura comfortevole diurna costerebbe di più che mantenere lo stesso appartamento ad una temperatura (circa) costante nelle 24 ore.

Mi chiedo fisicamente la spiegazione di questo fenomeno. Potrebbe avere a che fare con l'umidità assorbita dalle pareti di notte a riscaldamento spento? Forse impiegando del calore per impedire alle pareti di assorbire quella umidità, si risparmierebbe il calore (maggiore?) per far asciugare il mattino dopo le pareti e innalzare la temperatura dell'ambiente....

Grazie

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In effetti spegnere completamente la caldaia non ne vale la pena in quanto la temperatura scenderebbe e per raggiungere ancora una temperatura ideale occorrerebbe parecchio tempo e gas.

Io personalmente a casa di notte punto la temperatura a 17 gradi e di giorno a 19/20, oltre a non scendere mai sotto ai 17 gradi impiega poco tempo a raggiungere la temperatura ideale.

In ogni caso su questo argomento ci sono diversi pareri e vedute, aspettiamo altri interventi.

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daniele stefanini

Ciao,

Il motivo fisico è legato al rendimento medio della caldaia, cioè a quanto calore (cossispondente al prodotto E_Gas metano * Metri Cubi Metano) va effettivamente a scaldare l´acqua di circuito e a quanto invece va disperso nei fumi di scarico.

Ci sono impianti che agli alti regimi (alta potenza istantanea erogata) perdono efficienza in modo notevole e disperdono attraverso la canna fumaria una parte notevolissima del calore.

Pensa ad esempio ad un impianto a temosifoni con i corpi riscaldanti leggermente sottodimensionati.

Per scaldare l´ambiente in un tempo breve a partire da una T° ambiente relativamente bassa (ad esempio dopo una notte senza riscaldare) avrò bisogno di un maggiore salto termico tra temperatura dei radiatori e temperatura ambiente.

Per generare questo calore - calore ad alta temperatura - avrò bisogno di alte temperature di caldaia , che sono correlate per forza di cose a più alte temperature dei fumi di scarico dato che lo scambio termico avviene in direzione :

Fumi di scarico -----> Acqua di circuito ------> Ambiente

e - quindi - a maggiore calore perduto !

Di conseguenza, può - e in effetti spesso è così - risultare conveniente tenere acceso più a lungo (o a non far scendere troppo la temperatura nelle ore "morte" , il che è lo stesso). A pari temperatura ambiente la caldaia lavora ad un regime inferiore con un rendimento medio giornaliero più alto.

Un consiglio SEMPRE valido per avere un impianto efficiente è di avere corpi riscaldanti il più efficienti possibile in modo da avere temperature di caldaia il PIU BASSE POSSIBILE !! QUesto corrisponde a dimensionare LARGAMENTE il `N° di elementi dei radiatori e di non cercare di risparmiare proprio qui !!

Un`altro fattore importante è l´efficienza dello scambiatore di calore in caldaia (personalmente ho una Immergas 24 kW con scambiatore in INOX).

Le basse temperature dell´acqua di impianto (ovvero < T dei fumi) sono il principale motivo per cui gli impianti a pavimento hanno rendimenti medi stagionali più alti (ergo = meno consumo per lo stesso confort).

Daniele

Modificato: da daniele stefanini
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Senza fare una discussione tecnica ti farei un paragone :

Con l'automobile consumi meno ad andare a velocità costante di 90Km/h o variare continuamente la velocità 20-90-20-90-20-90 ?

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Carlo Albinoni
Con l'automobile consumi meno ad andare a velocità costante di 90Km/h o variare continuamente la velocità 20-90-20-90-20-90 ?

Il paragone non calza al 100%.

Nell'esempio dell'automobile abbiamo il vincolo della distanza totale da percorrere.

Quale è il vincolo analogo nel caso della caldaia?

La quantità totale di calore prodotta? no di certo! interessa la temperatura (minima) dei locali, ma solo durante certe ore.

In realtà, per risolvere con esattezza questo problema, è necessario disporre di un modello matematico del sistema piuttosto complesso. Questo significa anche conoscere la dissipazione termica dell'edificio, il tempo di on, il tempo di off e tanto altro ancora.

I ragionamenti intuitivi, qui, rischiano di fare cilecca.

Ovviamente l'esperienza pratica aiuta molto!

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Al di là dell'aspetto tecnico della questione ricordiamoci però dell'aspetto normativo.

Fatta eccezione per gli impianti termici che utilizzano sistemi di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nell'opera muraria (che possono ed anzi è conveniente siano attivi H24 ndr); l'Articolo 9 - Limiti di esercizio degli impianti termici legge 412/93 dice:

2. L'esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell'impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:

Zona A: ore 6 giornaliere dal 1º dicembre al 15 marzo;

Zona B: ore 8 giornaliere dal 1º dicembre al 31 marzo;

Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;

Zona D: ore 12 giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile;

Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;

Zona F: nessuna limitazione.

Modificato: da dotting
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Una considerazione da fare in questo tipodi riscaldamento è la dispersione termica della casa! Se ho una casa colabrodo,classe energetica F,G tenere acceso di notte significa spendere inutilmente soldi, se si ha invece una casa con classe enrgetica migliore allora modulare la temperatura ambiente e di mandada è sicuramente migliore di una regolazione On Off sia in comfort che in consumi! Il primo risparmio viene dall'isolamento!

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La spiegazione di stefanini sul rendimento mi sembra convincente!

Ma non pensate anche che, in particolare in giornate molto umide, convenga riscaldare un po' la casa di notte per mantere le pareti asciutte? Altrimenti la mattina dopo, il calore erogato dall'impianto prima di scaldare l'ambiente dovrebbe asciugare le pareti.

Grazie

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La spiegazione di Stefanin in parte è vera, Con una modulazione costante è vero che ho un consumo inferiore dovuta alla quantità inferiore di gas bruciato, ma in modulazione se ho una caldaia con un pressostato tradizionale di tipo on-off avrò dei rendimenti di combustione più bassi, se ho una caldaia a condensazione o una più semplice con pressostato di tipo PAD e ventilatore modulante, il rendimento anche in modulazione non varia di molto, o addirittura potrebbe anche aumentare...

La cosa più importante è l'involucro, ovvero l'isolamento dell'appartamento, e contrariamente a ciò che si è portati a pensare, l'impianto del riscaldamento dovrebbe servire a reintegrare le dispersioni termiche non propriamente a riscaldare l'ambiente... se poi ho un termostato ambiente con più livelli di temperatura programmabili, o ancor meglio una termoregolazione con sonda esterna e curve climatiche, non ho l'obbligo di rispettare le ore di accensione, l'importante dovrebbe essere non superare i 22 gradi

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proposta di soluzione pratica:

siccome non sappiamo ne 'l'esposizione del tuo appartamento , ne se puoi godere di calore gratuito di altri condomini, ne il grado di coibentazione dei tuoi muri perimetrali, invece di fare teoria che lascia il tempo che trova e siccome è casa tua, fai una prova per un periodo a lasciarla accesa di notte e un periodo invece no, e leggi sul contatore del gas quanto hai consumato nei diversi casi.:-)

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in realtà a me interessa proprio la teoria... ovvero cercare di capire perchè (in alcune condizioni) avviene il contrario di ciò che l'intuito suggerisce, cioè che si consuma di meno mantenendo l'appartamento 'caldo' anche di notte.

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Bè, se è la teoria che ti interessa allora dobbiamo avere dei dati da dove partire per portarci a delle conclusioni suffragate da dati, esperienze ipotesi ecc.

Che ne so: se partiamo da un involucro classe b con una caldaia a condensazione o PDC ed impianto BT in zona climatica C sarà diverso da un involucro classe F con impianto AT zona climatica F ecc ecc

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ma io vorrei capire in quali condizioni si potrebbe verificare la situazione sopra descritta. molte variabili sono in gioco, d'accordo, ma quali incidono di più?o quali è almeno più facile - dal punto di vista intuitivo - riconoscere?

abbiamo visto che un rendimento di caldaia molto sensibile (proporzionale) alla temperatura dell'acqua delle tubazioni, può spingere a un esercizio dell'impianto come descritto. e cos'altro? secondo me la permeabilità al vapore d'acqua delle pareti: con alta permeabilità le pareti di notte assorbiranno molto umido se non vengono riscaldate affatto. e servirà molto calore il mattino dopo per asciugare quell'umidità.

Modificato: da giorg74
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  • 2 years later...

l'Articolo 9 - Limiti di esercizio degli impianti termici legge 412/93 dice:

2. L'esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell'impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:

Zona A: ore 6 giornaliere dal 1º dicembre al 15 marzo;

Zona B: ore 8 giornaliere dal 1º dicembre al 31 marzo;

Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;

Zona D: ore 12 giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile;

Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;

Zona F: nessuna limitazione.

Grazie Dotting ho scoperto di essere un "fuorilegge" perchè usavo la mia condensazione 16 ore, la legge mi impone 12 ore, si però detta legge tiene conto del miglior rendimento? perchè altrimenti resto ad essere un bandido.

Due parole: caldaia Junkers Borsch cerapur comfort, radiatori in ghisa aumentati per avere maggior superficie radiante e conseguentemente minor T in mandata, villetta del 1900 con muri spessi 40 cm in mattoni e pietre.

La domanda madre sarebbe: quale la miglior fascia oraria?

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l'anno scorso lo facevo lavorare:

8-24 20 gradi

24-8 16 gradi

quest'anno voglio provare facendo le letture mensilmente:

6-11 e 16-23 19 gradi

11-16 e 23-6 16 gradi

vediamo se ci sto bene uguale e consumo meno, certo non tutti i mesi saranno freddi uguale.

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comunque in linea di principio maggiori sono le ore di riscaldamento e maggiori sono i consumi anche se non in modo proporzionale cioè tenere acceso per 12 ore non si consuma la metà rispetto a tenere acceso 24 ore ma di + proprio per il maggior consumo per riscladare tutta l'acqua tutti i termosifoni magari in chisa etc etc

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Quest'anno provo questo orario:

8-12 19 gradi

12-16 17 gradi

16-24 19 gradi

0-4 17 gradi

4-6 19 gradi

6-8 17 gradi

totale ore a 19 gradi: 14

totale ore a 17 gradi: 10

Temperatura di mandata a 58 gradi con separatore idraulico.

Caldaia a Condensazione 34,8 kW modello Cerapur Comfort ZWBR 35-3 A 23 con centraliana climatica modulante FW 100.

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Io, infischiandomene della legge, ho fatto parecchie prove.

Premesso che le prove effettuate non possono avere valore assoluto perchè le condizioni, purtroppo, cambiano danno comunque delle indicazioni abbastanza attendibili.

Se l'abitazione fosse perfettamente isolata, cioè se non ci fosse scambio termico con l'esterno, una volta raggiunta la temperatura voluta, non sarebbe necessario riscaldare ulteriormente. Nella pratica si consuma energia per compensare le sole perdite. Se si lascia raffreddare bisognerà spendere anche l'energia per vincere l'inerzia termica.

Io il miglior miglior risultato, in termini di consumo di combustibile, l'ho ottenuto riducendo di circa 1C la temperatura durante le ore notturne. Oltre ad un minor consumo di combustibile ho anche un maggior confort.

Durante le ore diurne (8:30 - 22) tengo la temperatura ambiente a circa 19.5 C e di notte a circa 18 C.

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avendo un villetta del 1900 classificabile da CasaClima come categoria F o G, non posso permettermi di creare una differenza superiore a 2 gradi tra il giorno e la notte, perchè altrimenti ci vorrebbe troppo tempo per ritornare al livello di comfort ovvero 19 gradi. Infatti con una mandata a 58 gradi ci vuole 1 ora e 30 minuti per salire di un solo grado.

Modificato: da cangaceiro
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Io invece ho due problematiche da risolvere, una riguarda la casa dove abitava mia mamma, ci sono i mobili e le sue cose (attualmente e' in una casa di riposo) la casa e' abbastanza grande, degli anni 50 e con riscaldamento a gasolio e termosifoni, ora ho settato il termostato a circa 12 gradi e ho munito il bruciatore con un contaore per vedere quanto funziona.

L'altro dubbio che mi devo togliere riguarda il mio ufficio, dove ci sono sporadicamente ma dove ho anche un laboratorio tecnico attrezzato con strumentazione costosa, in questo caso ho due termoconvettori autonomi alimentati a GPL con serbatoio esterno, attualmente ho un cronotermostato che mi regola a 19,5 dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 19 per il resto va a 10° che consigli mi date

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