Vai al contenuto
PLC Forum


Riscaldamento Misto Centralizzato-autonomo - Problemi tecnici e legali


miba64

Messaggi consigliati

Buongiorno.

Sto ristrutturando il mio appartamento, in edificio dotato di impianto centralizzato. Avrei intenzione (ma deciderò sulla base dei suggerimenti degli esperti che vorranno aiutarmi) di affiancare l'impianto centralizzato ad un impianto autonomo (caldaia a metano). Senza scollegarmi definitivamente dal centralizzato, utilizzando l'autonomo se e quando ne avrò necessità. Il primo dubbio è di carattere amministrativo: non staccandomi definitivamente dal centralizzato (per il quale continuerò a pagare le intere quote di spesa), ho obblighi nei confronti del condominio?

Veniamo ai dubbi tecnici. L'idea di base è di inserire due valvole (A e A') su mandata e ritorno del centralizzato e due valvole (B e B') su mandata e ritorno della caldaia. Avendo cura di tenere sempre A e A' aperte quando B e B' sono chiuse (e viceversa) e con la dovuta sequenzialità di aperture/chiusure, i radiatori sarebbero alimentati o dal centralizzato o dalla caldaia autonoma. Passo successivo, l'impiego di due valvole a tre vie con funzione di commutazione (no miscelazione) per usare così due valvole anzichè quattro. Ulteriore evoluzione: valvole motorizzate, comandate da un appropriata interfaccia elettronica che provvederebbe ad azionare le valvole da remoto (magari con comando in prossimità della caldaia autonoma) e che (monitorando la temperatura dei tubi di mandata del centralizzato e lo stato di acceso /spento dell'autonoma) impedirebbe commutazioni improprie. L'aspetto elettronico non è un problema. Piuttosto, quello termotecnico.

1) L'idea di base (e le sue evoluzioni) funzionano, secondo voi?

2) se funziona, che tipo di valvole suggerite?

3) sempre se funziona, ritenete opportuno l'inserimento di valvole di ritegno (o altri componenti) e eventualmente in che punto?

Il dubbio: supponiamo che il centralizzato operi a pressione P1 e la caldaia autonoma a pressione P2, con P1 diverso da P2 (io potrei regolare solo P2). Che succede se, ad esempio partendo da alimentazione da centralizzato P1, chiudo le valvole A e A' (nei radiatori ancora pressione P1) e poi apro le valvole B e B' (pressione iniziale interna alla caldaia = P2)? Se P1 maggiore di P2, la caldaia autonoma può risentirne? E se invece P2 è maggiore di P1? E nell'azionamento inverso (chiudo autonomo e passo a centralizzato)?

Grazie

Link al commento
Condividi su altri siti


ma il motivo, scusami, è perchè con l'impianto centralizzato senti freddo??

in tal caso monta dei belli splittini a pompa di calore, in modo che in inverno ti riscaldano e magari usi anche in estate per il fresco

Link al commento
Condividi su altri siti

Motivo 1) Nel condominio si sta diffondendo l'idea di abolire il centralizzato. Sto ristrutturando la casa, non vorrei tra un anno o due dover rimettere mano ai lavori....

Motivo 2) Il centralizzato, quando funziona, va alla grande. Ma non sempre gli orari di accensione decisi in assemblea sono adeguati alle esigenze di tutti.

Se fosse valido solo il motivo 2), allora il tuo consiglio potrebbe essere utile. Ma c'è il motivo 1) e ritengo assolutamente sbagliato scaldare 500 metri cubi con la pompa di calore. Un conto è "integrare l'impianto", come dici tu, con un sistema (la pompa di calore) che ha sicuramente il vantaggio dell'inerzia termica quasi nulla.

Ma non è un problema di integrazione (c'è il motivo 1). Pensare al riscaldamento totalmente elettrico è una contraddizione termodinamica. Mi scusino i produttori di stufe elettriche, delle quali riconosco la validità in determinate situazioni: termoconvettori in bagno (proprio per la ridotta inerzia termica), riscaldamento localizzato di piccoli ambienti ecc.

Se le motivazioni ora ti sono chiare, hai qualche risposta per i miei dubbi?

Grazie

Link al commento
Condividi su altri siti

Ciao miba 64 , buonasera , io credo che per quanto riguarda i lavori che tu vorresti eseguire ai al tuo appartamento vai in contro a diversi problemi sia funzionali che normativi : installando una caldaia collegata al'impianto condominiale dovresti adeguare la pressione del tuo impianto a quello condominiale ( quindi se stai allultimo piano non riuscirai a far funzionare la tua caldaia perchè oggi quasi tutte le caldaia anno incorporato un pressostato di minima che blocca la caldaia de la pressione scende al disotto degli 0.5 bar , poi la caldaia essendo collegata direttamente ad un impianto condominiale (quindi con più di 35 kilovat ) rientra nelle normative ispels quindi deve avere tutte le valvole di sicurezza e accorgimenti vari come la caldaia del centralizzato , poi non conosco in quale regione tu abiti , ma da noi Prato ( PO )come in tante altre province in Italia non è più possibile passare dal centralizzato al termosingolo per legge .

Comunque prima di iniziare qualsiasi lavoro sull'impianto termo è sempre buona norma interpellare un termotecnico che sicuramente ti saprà consigliare al meglio per quanto riguarda perlomeno l'aspetto normativo della cosa , sai oggi-giorno è molto facile sbagliare e "beccarsi" una sanzione amministrativa .

Ciao

Stefano Pugi

Link al commento
Condividi su altri siti

Grazie Stefano.

Provo a fare qualche considerazione basandomi sulla tua risposta.

Tralasciando l'aspetto normativo (che verificherò e potrebbe impedire qualunque azione), la prima conclusione tecnica che traggo è che devo abbandonare l'idea di poter "commutare" in maniera semplice tra i due impianti. Quindi devo tornare all'idea base (quattro valvole, due su ogni coppia di mandata/ritorno) e adottare, nella commutazione, una precisa procedura. Supponiamo P1 pressione centralizzato e P2 pressione autonomo, con P2>P1. Passaggio centralizzato-autonomo: chiusura centralizzato, apertura autonomo, caricamento autonomo fino a pressione P2 (spurgo ecc), dopodichè è possibile accendere l'autonomo. Passaggio autonomo - centralizzato: svuotamento autonomo fino alla pressione P1, chiusura autonomo, apertura centralizzato.

Credo che così potrebbe funzionare (ovviamente non sono commutazioni che si fanno tutti i giorni.....). Che ne pensi?

Una cosa però non mi torna nella tua risposta: quando affermi che la caldaia autonoma è collegata all'impianto centralizzato e quindi è sottoposta agli obblighi degli impianti con pot. superiore a 35 kw. In effetti, quando collego l'autonoma, l'impianto è totalmente scollegato dal centralizzato, non sei d'accordo?

Grazie ancora.

Link al commento
Condividi su altri siti

Non penso che tu possa fare quello che hai chiesto senza il parere favorevole dell'assemblea condominiale ,che sicuramente per non correre il rischio di sbagliare dirà no,perchè l'impianto di riscaldamento è condominiale,tu non lo puoi modificare in nessun modo senza essere stato autorizzato.

Se poi ,come è probabile il tuo appartamento è servito da più di una colonna montante il tuo discorso di apri/chiudi valvole và moltiplicato per il numero di colonne e sinceramente mi sembra già abbastanza "impegnativa" tutta la sequenza di manovre figuriamoci moltiplicata per due o tre, il tecnico che ti firmerà la dichiarazione di conformità cosa dice in proposito? forse è meglio chiedere a lui, dato che dovrà assumersi la responsabilità della realizzazione dell'impianto.

Una cosa però non mi torna nella tua risposta: quando affermi che la caldaia autonoma è collegata all'impianto centralizzato e quindi è sottoposta agli obblighi degli impianti con pot. superiore a 35 kw. In effetti, quando collego l'autonoma, l'impianto è totalmente scollegato dal centralizzato, non sei d'accordo?

Gli impianti sono sempre e comunque collegati fisicamente una valvola (che qualcuno potrebbe dimenticare aperta o chiusa nel momento sbagliato) interrompe il flusso nel circuito ma l'impianto è sempre unico

Link al commento
Condividi su altri siti

L'assemblea in passato ha già autorizzato "distacchi" per la realizzazione di impianti autonomi, fermo restando l'obbligo di partecipare alle spese di manutenzione delle parti comuni, come la caldaia (che restano parti di proprietà comune anche se non le si utilizza) e il pagamento di una quota proporzionale al "vantaggio termico"che comunque si realizza attraverso l'impianto comune (tubi che passano nell'appartamento, appartamenti vicini riscaldati ecc.).

La conversione di molti impianti ha fatto aumentare le spese di gestione del centralizzato (per chi è ancora collegato) e per questo si sta valutando di abolirlo del tutto, se tutti saranno d'accordo. Nel frattempo, in attesa delle lungaggini amministrative, non volendo correre il rischio di nuovi lavori interni all'appartamento, mi vorrei "predisporre" all'impianto autonomo. Predisposizione che può andare dalla semplice posa dei tubi dal punto di ingresso montanti al futuro alloggio caldaia, per arrivare all'installazione della caldaia, al suo collegamento "come detto" ed eventualmente al suo utilizzo. Una caldaia per l'acqua sanitaria dovrò comunque installarla. Visti i presupposti, forse mi conviene già una caldaia acqua+riscaldamento.

L'impianto non è verticale ma orizzontale: nel mio appartamento entrano solo due tubi, dalla caldaia centrale.

Nell'esporre la mia idea ho tralasciato di indicare la presenza di una valvola di ritegno sulle mandata della caldaie (centrale e autonoma) che proteggerebbero da azionamenti impropri delle valvole di apertura/chiusura. Tieni presente che la commutazione, come detto nella risposta precedente, visti i problemi esistenti sarebbe da realizzarsi molto raramente. Forse mai, almeno finchè ci sarà il centralizzato.

Visti tutti i problemi, la scarsa probabilità di utlizzo dell'autonomo mentre sarà ancora attivo il centralizzato, sto pensando di collegare la caldaia autonoma all'impianto solo per il collaudo, poi staccare tutto (chiudendo i tubi!) e collegare fisicamente solo il centralizzato. Poi, quando questo sarà abolito......

Grazie.

Link al commento
Condividi su altri siti

Motivo 1) Nel condominio si sta diffondendo l'idea di abolire il centralizzato

Non fatelo, è la cosa peggiore in assoluto! Meglio un impianto centralizzato di ultima generazione, con possibilità di pagare per quel che si consuma effettivamente. Con quest'ultima innovazione, di può dire che il riscaldamento autonomo non ha senso e costa anche di più, oltre alle varie responsabilità e i noti problemi di qualità (la migliore caldaia autonoma è scadente, se confrontata con la peggiore centralizzata!)

Non sono un termotecnico, ma quel che dico deriva da esperienza personale. Nel condominio dove abito c'è il riscaldamento centralizzato, pago poco e non devo preoccuparmi di niente, mio cugino ha un'appartamento in affitto ed è la metà del mio, ma appena ristrutturato e ben isolato termicamente, con caldaia autonoma Ecoflam di ultima generazione. Anche se lui tiene la caldaia accesa per quattro giorni a settimana, io pago molto meno ;)

Ciao :)

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo/a...