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Termostato Modulante Su Impianto A Zone Esistente


certosino67

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Ciao a tutti, avrei dei dubbi sull'utilità o meno dell'impiego di un termostato modulante nel mio impianto attuale. Ho un impianto a radiatori tradizionali diviso in tre zone. Ogni zona è comandata da una elettrovalvola che, a sua volta, è gestita da un cronotermostato indipentente on-off.

Tra un po metterò una caldaia condensazione con regolazione climatica tramite sonda esterna.

La caldaia prevede la possibilità di abbinare un termostato ambiente modulante che io vorrei acquistare. Lo utilizzerei nella zona giorno della casa, quella più utilizzata e lascerei nelle altre due zone i cronotermostati che ho già. Probabilmente dovrò prevedere la scheda relè prevista dal produttore della caldaia stessa anche se non ho capito bene a cosa serva. Ci saranno anche le valvole termostatiche su ogni radiatore.

Poichè il termostato modulante regolerebbe la caldaia basandosi solo sui valori della zona in cui si trova ignorando le altre.

secondo voi, in questo scenario, potrei avere dei problemi di regolazione del calore nelle altre due zone?

Come è preferibile in generale gestire gli impianti con valvole di zone quando si installa un termostato di questo tipo considerato il fatto che per ora preferirei evitare la spesa di disgiuntore?

Grazie.

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salve,

cerco di rispondere alle varie domande.

1. la scheda per impianti a zona fornita dai costruttori di caldaie è in genere un insieme di relè che gestisce i singoli consensi dei termostati ed i relativi singoli circuiti idraulici (valvole di zona); in genere è sempre conveniente usarla piuttosto che provare a realizzarla.

2.il cronotermostato modulante, ovvero a temperatura scorrevole, agisce comparando la temperatura esterna con quella interna, e decidendo di conseguenza la potenza termica da utilizzare; detta regolazione avviene a partire dalla cosiddetta curva climatica, ovvero un diagramma secondo il quale ad ogni incrocio tra temperatura interna e temperatura esterna corrisponde un valore di temperatura dell' acqua primaria e dunque una potenza termica fornita ai radiatori. Esiste in realtà non una, ma una famiglia di curve, all' interno della quale scegliere quella adatta alle proprie esigenze, tenendo conto della potenza installata, la temperatura desiderata, le dispersioni dell' involucro.

Il cronotermostato andrebbe installato nel punto in cui la temperatura interna sia quella più verosimile, ovviamente in caso di multizona è un compromesso che non credo metta in crisi più di tanto il confort nelle restanti zone.

3. le valvole termostatiche ai radiatori parzializzano la portata d' acqua in relazione alla temperatura ambiente fin quasi ad escluderli; il matrimonio perfetto sarebbe quello tra valvole termostatiche e circolatore modulante, in quanto man mano che si parzializzano i radiatori la prevalenza dell' impianto varia sensibilmente fino a determinare aumenti di pressione deleteri, o quantomeno responsabili di rumorosità.

4. quello che indichi come disgiuntore dovrebbe essere il consueto separatore idraulico; la sua opportunità non è vincolata tanto all' utilizzo di un temostato modulante, piuttosto al fatto che usi valvole termostatiche per giunta divise su due zone. I cambi continui di prevalenza mal si adattano alla curva del circolatore di caldaia, peraltro chiamato anche a lavorare sul sanitario, e dunque di limitata regolabilità. Che usi o meno il cornotermostato modulante, lo schema corretto per casa tua sarebbe:

-) circolatore di caldaia che gira su separatore idraulico

-) circolatori di zona ciascuno connesso a separatore idraulico, magari con valvola miscelatrice a tre vie tra mandata e ritorno

-) gruppi di radiatori con valvole termostatiche connessi ai propri circuiti

-) cronotermostato che regola la temperatura di mandata, magari scegliendo una curva che meglio rispettail fabbisogno generale dell' edificio e non solo della zona giorno

-) kit impianto a zone della tua caldaia

In alcune realtà locali è addirittura prescritto l' uso del separatore, in quanto l' altro grosso beneficio è l' impossibilità di mescolamento tra acqua primaria (magari additivata con sostanze condizionanti) ed acqua sanitaria.

sperando di esser stato utile

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Grazie Antonio, oltre ad essere stato utile hai fornito una spiegazione chiara e strutturata a prescindere dai miei dubbi.

Detto ciò, relativamente alla curva climatica, avevo sempre pensato che sul grafico le variabili in gioco fossero solo T esterna e T di mandata.

Poi in presenza di un termostato modulante la caldaia per modulare utilizza come parametro ulteriore anche la T interna facendosi un calcolo previsto dall’algoritmo del costruttore.

Vediamo se ho capito. Supponiamo per esempio un accensione del riscaldamento dopo molte ore di toatle inattività. Suppiniamo che la T esterna sia abbastanza mite. Il termostato modulante rileva una differenza marcata tra T interna e T target impostata e quindi dice alla caldaia di aumentare di un tot la T di mandata rispetto al valore previsto dalla curva climatica scelta. Farà il contrario quando la T interna si sta avvicinando alla T target impostata. Questo aumenta il confort percepibile rispetto al classico on-off.

Tutto ciò è quello che ho capito sul funzionamento del termostato modulante ma potrei sbagliarmi.

Riguardo alla tua affermazione che la presenza del disgiuntore non deve essere funzione della presenza o meno del termostato modulante, hai ragione ovviamente, infatti il mio dubbio è che il circolatore modulante che la mia futura caldaia ha, non si sposi perfettamente con l’impianto a zone separate.

Provo a spiegare.

Supponiamo per ipotesi che l’unica zona accesa sia quella 'giorno' e supponiamo che sia già in temperatura prossima a quella impostata, il circolatore girerà al minimo ed anche il termostato(l'unico modulante della casa)darà disposizione alla caldaia di lavorare al minimo.

Supponiamo a questo punto di accendere la zona notte che è fredda, il circolatore comincerà a vedere una T di ritorno più bassa (ma quanto piu bassa? visto che il ritorno della zona notte si miscelerà con il ritorno della zona giorno prima di essere misurata dalla caldaia?) e poiché deve mantenere la DT costante, aumenterà il numero di giri.

La zona giorno a questo punto potrebbe o no ricevere un eccesso di calore con conseguente consumo

inutile di gas?

Ma provo a rispondermi da solo e cioè che le valvole termostatiche a questo punto nella zona giorno cominceranno ad intervenire per parzializzare il flusso e quindi il circolatore comincerà a ridurre gradatamente la sua velocità nuovamente e tutto si dovrebbe equilbrare.

Spero che il ragionamento sia giusto.

Forse dovrò usare l'accortezza di accendere le due zone contemporanemente per ridurre questo tipo di problemi. Del resto, essendo comunicanti con una scala aperta, ridurrei un po i moti convettivi di aria tra un piano e l'altro quando si trovano a T troppo diverse e aumenterei di conseguenza il confort percepito.

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Nel caso di Certosino, quindi con impianto di zone gestito da scheda rele', il comando remoto non potra' piu' essere modulante ma diventera' un semplice on off con la comodita' comunque di gestire i comandi della caldaia, temperature ...reset...riempimenti H2O , in modalita' remota.Detto questo il tuo impianto eseguira' la sua termoregolazione, seppur in maniera limitata, basandosi sulla temperatura esterna. L'unica maniera per avere una modulazione , tenendo conto anche della temperatura ambiente zona per zona, resta come ti ha detto il bravo Antonio, il disgiuntore con ad esso associato un circolatore modulante ed un miscelatore per ogni zona. :thumb_yello:

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Grazie Vito, per l'intervento. Un po di concetti non mi sono ancora chiari.

il comando remoto non potra' piu' essere modulante ma diventera' un semplice on off

il comando remoto modulerebbe male e questo è chiaro, del resto c'è scritto anche nel manuale della caldaia che il comando remoto in presenza di multizone va settato a funzionamento on-off.

1) Ma il motivo preciso qual'è? quello che ho provato a spiegare io?

Antonio in realtà sembra ravvisare un problema diverso e afferma che:

Il cronotermostato ......ovviamente in caso di multizona è un compromesso che non credo metta in crisi più di tanto il confort nelle restanti zone.

2) quindi tu non sei d'accordo con il suo punto di vista?

il separatore idraulico serve soprattutto per compensare le variazioni di prevalenza e non al fatto dovute alla chiusura/apertura delle zone e alle valvole termostatiche

ma forse non sa che la caldaia che ho in mente di installare ha un circolatore modulante.

3) E se collegassi le due valvole di zona (giorno e notte) in parallelo e comandate dal termostato remoto e quindi facessi credere alla caldaia di avere un unica zona. Non risolvo il problema?

per avere una modulazione , tenendo conto anche della temperatura ambiente zona per zona, resta..... il disgiuntore con ad esso associato un circolatore modulante ed un miscelatore per ogni zona.

4) Come si fa a tenere conto della temperature ambiente zona per zona?

5) Il circolatore modulante è quello della caldaia?

6) Poi ci vogliono tre circolatori standard, uno per ogni zona. Cosa li accende /spegne? i crono delle varie zone?

7) La valvola miscelatrice a tre vie tra M e R a che serve?

8) Un sistema del genere si può assemblare artigianalmente senza legarsi al costoso modulo del produttore della caldaia?

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