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PLC Forum


Corso Climatizzatori


vitos77

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Salve a tutti ieri sono stato ad un corso di aggiornamento di una marca di clima per la quale faccio assistenza. Ho avuto non pochi battibecchi con il relatore il quale ha cercato in tutti i modi di spazzare le mie certezze cercando di inculcare le sue teorie a mio parere, ma può anche darsi che il sottoscritto si sbagli, un attimino astratte.

Dato cha a questo corso vi era gente che si affacciava per la prima volta all'autodiagnosi sia di tipo frigorifero che elettronico , il corso si è svolto facendo un ripasso generale del circuito frigo e di tutti i suoi componenti , ma aimè poverini coloro che a fine seduta battevano le mani.

Il primo scontro lo abbiamo avuto sulle prese di pressione . In sostanza io gli ho chiesto che valenza aveva misurare il sottoraffreddamento in un clima funzionante a pompa di calore , quindi inserire il manometro nell'unica presa dedicata ai clima e attaccandoti un termometro sulla linea del liquido io dovrei ricavarmi un DT.

Bene lui mi ha risposto che la presa di pressione , in quel caso di alta, non mi dava la pressione di condensazione ma la pressione di mandata in quanto troppo vicina al compressore e per farmi un esempio mi ha detto come ti spieghi che un inverter arriva ad avere 38 bar di alta, cosa credi che si condensa a 60Gradi??? :toobad: io gli ho risposto che perdite di carico a parte la temp. di condensazione in quel caso è proprio di 60 Gradi e di non aver mai visto un diagramma pressione - entalpia, se pur teorico , che avesse un DP tra mandata e condensazione e lui si ma quello è teorico.

Tralasciando la qualità del corso , il quale non ha dato la gisuta importanza all'operazione Vuoto per i molti novelli presenti, voi cosa dite a tal proposito ?? Erikle , Frigorista , Nonick...illuminatemi :worthy:

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L amico dei frighi

L'unico attacco del climatizzatore si trova tra la valvola a 4 vie e l'unitá interna, che in freddo é un evaporatore, in caldo é un condensatore.

In freddo passa per la valvola a 3vie (l'attacco del manometro é una di quelle) gas surriscaldato che ritorna al compressore , si misura cioé la "bassa pressione".

Scambiatore UE(Condensatore)=>Valv 4 vie=>tubo interno=>valvola 2 vie=> tubo piccolo installato tra UI e UE=> organo di laminazione => scambiatore termico UI (evaporatore)=> tubo grosso tra UI eUE => valvola 3 vie=> tubo int. => valvola 4vie => compressore.

In caldo per lavalvola a 3 vie passa gas surriscaldato in uscita dal compressore, si misura cioé l'alta pressione:

Compressore=>valvola 4 vie=> tubo interno => valvola 3 vie=> Tubo grosso UI-UE=> scambiatore termico UI (condensatore) =>tubo piccolo UI-UE => valvola 2 vie => valvola 4 vie => scambiatore UE (evaporatore)

Il gas R410A inoltre, gas tipico nei moderni climatizzatori a 60 ha 38 bar.

sperandoo d'esserti stato d'aiuto

ciao

Modificato: da L amico dei frighi
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In caldo per lavalvola a 3 vie passa gas surriscaldato in uscita dal compressore, si misura cioé l'alta pressione:

Si certo e io ti chiedo è una bestialità chiamare la suddetta pressione " pressione di condensazione" ??

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L amico dei frighi

no é la stessa cosa .

1)gas caldo a 60 o+ °C esce dal compressore

2)liquefazione nel condensatore a circa 40°C

3) abbassamento della temperatura del liquido " sottoraffreddamento" di qualche grado.

il tutto (tralasciando perdite di carico) a pressione costante

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Grazie amico , sapevo che le perdite di carico degli scambiatori , in questo caso della condensante . erano da ritenersi trascurabili e quindi non vedo il motivo per il quale un relatore dovrebbe dire certe idiozie. :angry:

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Frigorista modena

Ma che complicazioni per una cosa talmente chiara.

1) Il manometro legge SOLO E SOLAMENTE (escluse le perdite di carico, che sono nell'ordine di pochi bar e che in tutti i modi il manometro NON PUO' rilevare (se ne accorge invece molto bene la termostatica, e appunto in caso si elevate perdite di carico devi usare una termostatica con equalizzatore esterno)) DUE PRESSIONI, quella di evaporazione e quella di condensazione.

2) Tra l'uscita del compressore e l'ingresso del condensatore, e tra l'uscita del condensatore e l'ingresso della valvola termostatica o del capillare c'è LA STESSA PRESSIONE (sempre escluse le perdite di carico che comunque non c'interessano).

Variano molto invece le temperature, in quanto tra l'uscita del compressore e l'ingresso del condensatore siamo nella zona dei vapori surriscaldati fuori a destra della campana, mentre all'uscita del condensatore fino all'ingresso della valvola siamo (a volte) nella zona dei sottoraffreddati, per cui se vogliamo misurare il sottoraffreddamento, in un qualsiasi impianto, usiamo la pressione di condensazione (l'unica che legge il manometro OVUNQUE SIA L'ATTACCO (ovviamente prima della termostatica o del capillare e all'uscita del compressore)e la temperatura presa da un manometro immediatamente prima della valvola o del capillare, perchè fino a questo ingresso c'è sempre possibilità che il liquido si sottoraffreddi.

In altre parole non ha senso mettere il termometro due metri prima della valvola o del capillare, perchè in questi due metri il liquido potrebbe sia riscaldarsi, nel caso fosse vicino a una fonte di calore, o sottoraffreddarsi di più.

Questo vale per un qualsiasi circuito frigorifero, effettivamente le discordanze possono nascere in inversione di ciclo, per cui è facilissimo confondersi e sbagliare i termini, e in tutti i modi senza un disegno o uno schema davanti, un insegnante che si dice tale non dovrebbe nemmeno cominciare a spiegare, perchè succede quello che è successo a te, e forse nè tu nè lui avete sbagliato ma avete semplicemente parlavate di due cose diverse.

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la cosa orrenda che trovo è che lui ha definito la pressione di mandata palesemente diversa da quella di condensazione e ti assicuro che non dicevamo la stessa cosa ...Fidati.

Anzi trovo scandaloso come un azienda affidi la formazione di cloro che dovrebbero salvaguardare il prestigio del prodotto in mano a qualcuno che non sa leggere neanche un Diagramma!!

Modificato: da vitos77
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devi dirci quale è questo marchio è sempre utile saperlo

Comunque se la pressione che misuri ad un clima a pompa di calore all'attacco di servizio sul rubinetto grosso è di 38 bar effettivamente condensa a 60 gradi circa

Certo essendo il quel punto l'attacco vengono inclusi le perdite di carico dei tubi e dell'unità interna

Comunque non vedo cosa ci sia da scandalizzarsi..se vuoi buttare fuori aria dall'unità interna di 40-45 gradi a quella temperatura devi far condensare

A freddo le cose possono andare meglio perchè lo scambiatore esterno ha una superfice di scambio maggiore e una maggiore portata di aria per cui si finisce per condensare + bassi anche se fuori la temepratura esterna è + alta

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Frigorista modena

A meno che lui intendesse le perdite di carico, per quello dico che a volte si gioca sull'equivoco, e poi c'è anche da tener conto che di solito la pressione "che comanda" il gioco è sempre quella del ricevitore di liquido (se c'è), aggiungici le perdite di carico che a volte non sono irrilevanti e aggiungici anche un pizzico di furbizia da parte di chi insegna ( che magari ci tiene a voler dire solo quello che gli interessa far sapere, non a torto secondo me) e succedono queste cose.

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buonasera, restando in tema con il relatore, la magia del cambio di stato di un gas, avviene a pressione costante, il marchio????

Un saluto

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Mi spiace ma non posso fare il nome dell'azienda ( non mi sembrerebbe giusto) ho aperto il dibattito per sentire se qualcuno avesse mai sentito tali bestialita' in maniera tale che al prossimo richiamo per un aggiornamento io possa trovare una scusa e non perdere ore preziose di lavoro che ribadisco che vanno perse solo in occasione di imparare qualcosa di nuovo.

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