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Scandalo La Francia Disseminata Di Scorie - ma una soluzione c'è...


del_user_56966

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Se volete giocarvi tutto in una mano a poker perché avete un full, siete liberi di provarci.

occhio che dietro l'angolo c'e' sempre un baro. Cambiar le carte al volo e' un'arte che in Italia e' ben nota e consolidata, e i giochi di parole o le frasi mezze dette sono un'arma a doppio taglio.

Su argomenti di questa portata ci vuole chiarezza e competenza. Ne l'una ne' l'altra sono usate, o peggio, sono usate per distorcere le parole.

Perche' oggi la regola e' quella di Tony Curtis, in Operazione sottoveste... Nel torbido si pesca meglio

Mi fido piu' di quello che leggo sul forum, che di quello che mi dice un politico...

Modificato: da fisica
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  • del_user_56966

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  • Livio Orsini

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A mio avviso succede raramente, ma sembra che il nostro amico Giulio ne abbia detta una giusta: 'C'e' il debito pubblico e c'e' il debito privato ma c'e' anche il debito atomico''.

Come non essere d'accordo?

Link 1

Notizia riportata anche su un giornale che, personalmente, ritengo valga un po' meno della carta igienica usata.

Ma si vede che, ogni tanto , capita a tutti di fare la cosa giusta. Forse per sbaglio, ma capita.

Link 2

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occhio che dietro l'angolo c'e' sempre un baro.

Io sono partito da un full perché, pur essendo un'ottima mano, c'è sempre il rischio (incidente nucleare grave) che qualcuno abbia un poker, una scala colore o una scala reale.

Su una scala di convenienza, non riesco a dare ad una centrale nucleare un valore più alto di un full.

Poi, nel poker, non sei mai sicuro di vincere, perché la scala reale massima batte la scala reale media, la scala reale media batte la scala reale minima e, qui viene il bello, la scala reale minima batte la scala reale massima!

Se poi aggiungiamo anche la possibilità tutt'altro che remota del baro...

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eh si, una dotta scelta quella del full.

E giustamente fatta, visto che nuovamente la centrale numero 3 nella notte si e' "risvegliata". Questo e' il vero ed inquietante problema del nucleare, che si basa su un equilibrio molto al filo, per il suo funzionamento.

Il nucleare e' come la maionese, sbagli un minimo uno dei suoi componenti, dei suoi modi, delle sue rotazioni, ed impazzisce, e recuperarlo poi e' difficile.

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del_user_56966
Il nucleare e' come la maionese, sbagli un minimo uno dei suoi componenti, dei suoi modi, delle sue rotazioni, ed impazzisce, e recuperarlo poi e' difficile.

l'esempio è molto efficace, aggiungerei solo che a differenza del Nucleare la maionese se impazzisce può essere

tranquillamente versata in giardino sulle verdure senza inquinare per l'eternità... :lol:

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del_user_56966

Il Giappone in questo momento è l'esempio classico di come in caso di calamità naturali il nucleare contribuisca in modo

sostanziale a dare il colpo di grazia alla nazione già sopraffatta dagli eventi tragici!

per evitare al massimo problemi di doppie o triple catastrofi sarà necessario rivalutare i siti di eventuali centrali Nucleari,

in modo che siano al di fuori di prevedibili zone soggette ad allagamenti (marremoti ecc..) dovuti anche a cedimento di dighe che possano influire

sia direttamente che indirettamente su eventuali soccorsi..

tutte le zone sismiche...LINK

e da questa cartina si capisce che le uniche zone adatte sarebbe l'entroterra del NORD dato che tutto il resto d'Italia è zona sismica dove

il pericolo e più o meno consistente oppure zona di mare e quindi soggetta a possibili Zunami!

Ps... rimane anche la Sardegna.. ma solo se la regione è favorevole in caso contrario io non forzerei troppo.. :lol:

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del_user_56966

Guarda caso le zone valide ovvero quelle a zero rischio prevedibile di sismi sono proprio quelle della Lega Nord...

e forse anche questo qualche problemino lo darà.. ;)

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Guarda caso le zone valide ovvero quelle a zero rischio prevedibile di sismi sono proprio quelle della Lega Nord...

e forse anche questo qualche problemino lo darà..

Basta questo per capire quanto sarà difficile costruire centrali nucleari in Italia.

Tanto per dire, la Lega Nord si dichiara favorevole al nucleare. Ma Zaia (per chi non lo conoscesse, governatore leghista del Veneto) ha già dichiarato che nel Veneto non si costruiranno centrali nucleari.

Direi proprio che possiamo stare tranquilli.

Quello che mi dispiace è che ci sarà comunque sperpero di denaro pubblico: progetti, commissioni per decidere i siti, programmi, piani... e risultato zero.

Anzi, zero significherebbe non ottenere nulla e basta.

In questo caso invece, oltre a non ottenere risultati "nucleari", si fermano le energie rinnovabili.

Il bilancio finale sarà quindi: sperpero di denaro pubblico e risultato globale negativo.

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Volutamente Anonimo
Quello che mi dispiace è che ci sarà comunque sperpero di denaro pubblico: progetti, commissioni per decidere i siti, programmi, piani... e risultato zero.

Quello che forse sfugge e' che l'obbiettivo E' questo! :superlol: :superlol: :superlol:

Dare dei soldi per studi commissioni eccetera eccetera eccetera.

Piu' rischioso e' il progetto, piu' il lavoro non verrà mai eseguito, piu' la carta e' inutile, piu' le responsabilità sono zero ;)

Modificato: da Volutamente Anonimo
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Volutamente Anonimo

Comunque. . tanto per dire la mia.

premetto che sono un incerto su tutti i fronti, ma alla fine della fiera, uno non si puo' buttare nel nucleare senza una politica energetica complessiva di durata quantomeno trentennale.

Se uno realisticamente si vuole dotare di centrali ad energia nucleare, senza fare la fine di una qualsiasi "colonia", si deve dare degli abbiettivi a lunga scadenza.

In maniera tale che uno inzia a creare una filiera, a formare delle professioni, dei tecnici, a fare ricerca e svilippo, perche' no, su una idea di reattore italiana (vedasi ad esempio ciclo del torio e rubbiatron) e dopo un tot di anni si presenta con tutte le carte in regola per un discorso nuclare.

Comprare il KIT dagli amiericani, uno finisce che forse diventa meno energeticamente dipendente dall'estero ma di sicuro piu' teconologicamente dipendente dall'estero.

Ma forse ci si merita proprio di essere una colonia.

Modificato: da Volutamente Anonimo
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vedi, V.A., e' sempre vero il detto "se vuoi, puoi". Io ho l'idea che gli italiani, io in prima posizione, non si rendano conto di cio' che l'Italia produce per gli altri, e non per se stessa.

Cannoni? si

I migliori cavi elettrici al mondo? si

le migliori armi e munizioni? si

Le migliori fibre ottiche? si

le piu' delicate parti di un reattore nucleare? certo

Il problema e' che lo strategico/militare si conosce poco.

Ma senza pensare agli armamenti,

il miglior motore a scoppio disponibile oggi? si, anche se poi fiat se lo e' svenduto

non siamo una colonia, ci piace esserlo e spesso sembrarlo, per poterci piangere addosso meglio.

Quello che manca e' un po' di amor di patria e di coscienza "autarchica", senza arrivare agli eccessi dei francesi magari, che considerano nulla le cose altrui.

Secondo me.

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Volutamente Anonimo

Forse. .

Tempo fa ho letto un libello. . te lo consiglio.

"la scomparsa dell'italia industriale" gallino.

E' vero che siamo al top in alcuni settori.

Ma se pensi che fino agli anni 70 eravano al top dei top in:

A) informatica (olivetti)

B) chimica (montecatini)

c) avionica

e altre che non ricordo.

. . e per un motivo o per un altro siamo riusciti a distruggere tutto.

Non voglio fare il disfattista, e' un fatto storico.

E non voglio nemmeno fare il "dietrologo" e dire che determinate "industrie" non ce le "dovevamo" permettere perche' abbiamo firmato un patto di resa incodnizionata che prevede alcune "clausole" top secret che ci impediscono di muverci liberamente.

Ma ripeto, questa sarebbe solo dietrologia.

Se mi ricapita in mano il libretto ti faccio l'elenco completo.

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ripeto, vale sempre il detto "se vuoi, puoi".

se non vuoi, non puoi nulla.

Io sono di una scuola strana, di quelle che dicono che gli ostacoli sono li' per essere superati, che in ogni cosa, anche la peggiore, c'e' un aspetto positivo che ti insegna qualcosa, e che la supposizione e' la madre di tutte le cazzate. Come risultato di questa accozzaglia di idee, dico che cio' che abbiamo perso come industria lo abbiamo guadagnato come terziario, e che cio' che altri fanno perche' e' scritto sul manuale, noi facciamo perche' abbiamo appena terminato di scriverlo.

Ma mi rendo conto che e' un punto di vista strano come la mia scuola!

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Simone Baldini

Di certo noi Italiani non dobbiamo andare a "rubare" brevetti a nessuno semmai è il contrario. Altra cosa è se produciamo ciò che inventiamo!

Sul nucleare, tanto per stare in argomento, le nostre conoscenze non si sono fermate al referendum, per fortuna. La ricerca è proseguita anche con i pochi fondi che ci sono.

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Se vogliamo sostenere tesi insostenibili, facciamolo pure, come esercizio didattico mi sta bene.

Perchè insostenibile? La tesi l'ho sostenuta con dati storicamente inoppugnabili.

Chi non va a votare non lascia agli altri le decisione, ma è come se votasse NO.

Prorpio quello che ho scritto io:

Chi non esprime un parere votando, lo esprime comunque anche con il non voto: dichiara che la questione non lo interessa, quindi non è favorevole all'abrogazione.

Votare NO significa esattamente non essere favorevoli all'abrogazione della legge!

Ti dici che molti di coloro che non votano lo fanno per motivi differenti dalla contrarietà all'abrogazione. Può essere vero, anzi è senz'altro vero, però nulla cambia. Fa parte della libera scelta. Se scelgono di no esprimersi significa che, comunque, della questione non gle ne importa nulla o quasi.

Cosa vorresti? Obbligare al voto con sanzioni sociali per chi non lo esprime? Ma questa è una prassi in uso in regimi non democratici tipo Bulgaria di qualche anno addietro (le famose maggioranze "Bulgare"). Dall'obbligo del voto all'obbligo di un "certo" voto il passo è breve, molto breve.

asterebbe una scheda elettorale con chip, e si potrebbe andar a votare in un qualsiasi seggio elettronico dislocato in qualsiasi parte del territorio nazionale (ed anche oltre), per non dire addirittura nelle ricevitorie del lotto!!!

Per favore non scherziamo su qaulche cosa che deve essere seria! Già accadono cose non molto chiare in certi seggi, figuriamoci con il voto elettronico nelle tabaccherie! Lasciamo certe amenità per la fantasociologia.

Devi rassegnarti, più le democrazie sono mature minore è il numero di persone che esercita il diritto di voto. E' fisiologico. I motivi sono molti e svariati, ma le percentuali di votanti rispetto agli aventi diritto, nei apesi aventi una lunga e consolidata tradizione democratica, sono minori delle nostre.

In Svizzera dove ogni anno si fanno almeno 5 referendum tra confederali e cantonali, la percentuale dei votanti è (quasi) sempre inferiore al 50% e nessuno si scandalizza o mette in dubbio la validità della consultazione.

Il tuo intervento in merito, seppure dotto e storicamente corretto, tocca dei tasti e delle sensibilità che sarebbe meglio lasciare fuori dal forum

Ma quali tasti, ma quale sensibilità! Smettiamola una volta per tutte con certe ipocrisie!

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Ma quali tasti, ma quale sensibilità! Smettiamola una volta per tutte con certe ipocrisie!

senti un po' sapientone:

la tua prima considerazione mi ha dato molto fastidio, questa qua sopra è proprio offensiva. Sei libero di pensare quello che vuoi, ma ipocrita tienitelo per te!

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Del_user_127832
Livio Orsini+-->
CITAZIONE(Livio Orsini)

Non so cosa vorrebbe batta, io vorrei che venisse eliminato il quorum, o meglio, che si usasse la democrazia con uno stesso peso e una stessa misura, qualunqe sia la scelta a cui sono chiamati gli elettori...

ovviamente mi riferisco al fatto che alle "politiche" il quorum... non esiste! E perchè no? L'italiano non ha forse diritto anche lì a dire che non è interessato?

Che bello che sarebbe un governo eletto dal 15% dei votanti aventi diritto... e gli altri 85%...

Invece il referendum è strumento democratico con riserva... già riserva legata al quorum...

Il quorum è quell' arma in più che può risultare determinante ad invalidare un' espressione del popolo indirizzata su temi magari non "plateali" come quello del nucleare (ma anche lì c'è da vedere chi voterà per partito preso, chi a sentimento è chi su una base minima di coscienza e auto-documentazione del problema)... si vedano gli ultimi referendum invalidati (o meglio in maniera fittizia vinti dai "contrari").

E così, anacronisticamente si decide di non assiemare "politiche, regionali, comunali, ecc." con "referendum", e a spostare quest' ultimo in date dove si dice, una buona fetta della popolazione sia già in vacanza... (azz! ma sono così tanti gli italiani ad andare in vacanza a centiania di chilometri da casa loro???) sebbene e se possibile, il senso civico, dovrebbe abbattere questa barriera/scusante, ma tent'è.

Ma c'è di più, così facendo, non si fa altro che far lievitare i costi (pubblici) per la doppia chiamata alle urne... e far conseguentemente calare la produttività del paese... si perchè gli scrutinatori, i presidenti di seggio ecc.. ecc.. sarà tutto doppio... giorni doppi... permessi doppi...

Insomma, sappiamo tutte queste cose, le accettiamo... ci sta bene... siamo noi insomma: italiani

PS: io ormai voto solo i referendum... se mi interessano, al più utilizzo l'arma che ci hanno dato: l'astensione!

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senti un po' sapientone:

la tua prima considerazione mi ha dato molto fastidio, questa qua sopra è proprio offensiva. Sei libero di pensare quello che vuoi, ma ipocrita tienitelo per te!

Se avessi una cattiva educazione come la tua risponderei che gli imbecilli usano gli insulti quando non hanno argomenti per controbattere.

Siccome ho una buona educazione mi limito a stigmatizzare il tuo modo di polemizzare.

In quanto all'ipocrita è una logica conseguenza di quello che hai scritto. Se la verità storica ti infastidisce è un tuo problema, ma non puoi pretendere che non se ne parli per non irritarti.

Modificato: da Livio Orsini
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Che bello che sarebbe un governo eletto dal 15% dei votanti aventi diritto... e gli altri 85%...

Attilio spiacente, ma usi un paragone sbagliato.

1 -Il tuo paragone sarebbe valido si si riferisse al referendum propositivo-confermativo. Effettivamente in questo caso non esiste quorum.

2 - Anche nel caso di elezioni governative con questa legge elettorale, o con qualsiasi altra legge elettorale che è stata in vigore nella Repubblica Italiana, può accadere proprio quello che tu paventi.

Se i voti validamente espressi fossero, per esempio, solo il 20% degli aventi diritto il partito che raggiungesse il 15% avrebbe la maggioranza assoluta! Sembra che nessuno ne faccia caso, ma da un po' di elezioni in qua il partito di maggioranza, con oltre il 40% degli aventi diritto, è proprio quello dei non votanti! Ma i governi si fanno egualmente e nessuno ci trova niente da ridire, se non qualche accenno alla disaffezione degli elettori, al tentativo di recuperare, o meglio, attingere a quel serbatioi di voti inespressi.

Nel caso del referendum abrogrativo il quorum non è privo di logica! Lo ripeto chi non vota esprime un parere ben preciso, secondo la legge: è contrario all'abrogazione. In effetti un referendum abrogativo dovrebbe avere una sola casella da barrare: quella del si! Laciando la scheda bianca il voto è espresso chiaramente: non si vuole abrogare la legge! Idem se non si vota.

Che poi molti dei non votanti lo facciano solo per pigrizia, o perchè preferiscono andare al mare o fare sesso, è un problema loro.

Se sei convinto che una cosa è importante un minimo di sacrificio lo devi pur fare. Se non fai neanche quel minimo di sacrificio per andare ad esprimere il tuo parere significa che consideri la cosa di importanza talmente insignificante che non vale neanche il sacrificio di pochi minuti di tempo libero. Quindi è giusto che sia così.

Purtroppo in Italia il referendum propositivo è previsto solo per le leggi costituzionali che non hanno ottenuto il quorum dei 2/3 dei due due rami del parlamento.

Ci sono paesi dove c'è una tradizione consolidata di democrazia diretta, in questi paesi si può proporre una legge all'approvazione popolare; approvazione a maggioranza dei votanti. La Confederazione Elvetica, ad esempio, lo prevede e ne fa largo uso. Anche questo modo non è esente da grandi rischi. Una trentina di anni fa, un signore xenofobo propose una legge, detta contro l'inforestieramento, che prevedeva l'espulsione di buona parte degli stranieri residenti nella confederazione. La legge non passò per pochissimi punti percentuali, grazie anche ad una partecipazione straordinaria al voto.

Questo episodio dovrebbe indurre a due considerazioni: uno la pericolosità di certe pratiche demagogiche, due che il corpo elettorale quando ha la sensazione che l'argomento sia veramente importante il sacrificio di andare a votare lo fa. Allora votò più del 60% degli aventi diritto, normalmente la percentual del 45% è cosiderata molto alta.

Anche da noi, se si vanno ad analizzare i risultati dei referendum, ci si accorge che la partecipazione dipende molto da quanto la gente, il popolo, sente suo l'argomento in discussione.

Per i referendum come quello sul divorzio, sull'aborto, sul finanziamento dei partiti, sulla responsabilità dei magistrati e proprio quello sui 3 quesiti relativi al nucleare il quorum venne abbondantemente superato. Sul referendum relativo agli scatti di contingenza il quorum venne abbondantemente superato e vinsero in NO. Questo dovrebbe essere un indicatore molto significativo.

Se l'elettore, il cittadino, è convinto che deve esprimere un parere anche se è contrario all'abolizione si reca egualmente a votare!

Il popolo è meno bue di quello che molti interessati vogliono far credere. E' che spesso, molto spesso, chi deve lottare quotidianamente con problemi reali non è molto disponibile con questioni che considera di lana caprina.

Per tornare all'argomento di fondo di questa discussione rimane comunque un problema di fondo: l'energia.

Allo stato attuale della tecnologia non ci sono molte opzioni. Solare, geotermico, idroelettrico, eolico non sono in grado di fornire tutta l'energia che ci serve.

Anch'io sarei felicissimo se domani mattina si potessero costruire efficienti centrali a fusione fredda, ammesso che poi non si scoprano terribili controindicazioni oggi sconosciute. Però oggi di questa tecnologia si hanno solo modellini da laboratorio e non se ne intravede ancora l'applicazione pratica.

Bisognerebbe spendere più energie e risorse su questo filone di ricerca? Probabilmente si, sicuramente è una strada che merita attenzione. Però questo è lo stato dell'arte.

Altre tecnologie non se ne vendeno. Tutte le tecnologie alternative offrono poco in termini di resa.

Dobbiamo rassegnarci all'uso del nucleare?

Io su eventi che non posso dominare direttamente non ho e non ho mai avuto certezze. Mi limito a valutare con onestà intellettuale tutti i punti favorevoli, tutti quelli contrari e tutte le alternative. Poi prendo una decisione, decisione che son sempre pronto a modificare qualora si modifichi il quadro di riferimento.

Come ho già scritto nel precedente referundum ho votato per l'abrogazione per tutti e 3 i quesiti (per chi non avesse ben capito ho votato NO). Per l'eventuale futuro referundum attendo di conoscere meglio il quesito e lo scenario di riferimento, poi prenderò una decisione.

Modificato: da Livio Orsini
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Del_user_127832
Anche nel caso di elezioni governative con questa legge elettorale, o con qualsiasi altra legge elettorale che è stata in vigore nella Repubblica Italiana, può accadere proprio quello che tu paventi.

Appunto! E' questo il problema...

Se su 100 aventi diritto 40 non votano (e come giustamente dici si tratta della maggioranza seppur relativa, in sostanza, del restante 60% non c'è un partito che abbia da solo quello stesso 40% dei "non votanti"), penso che ci sia da riflettere...

Ma i governi si fanno egualmente e nessuno ci trova niente da ridire, se non qualche accenno alla disaffezione degli elettori

I governi si fanno perchè la legge elettorale non prevede il "quorum" e perchè comunque sarebbe improponibile il contrario, e quì mi fermo altrimenti andiamo inevitabilmente su terreni pericolosi e vietati dal regolamento.

Ultima cosa, e chiudo con l' O.T.,

disaffezione??? suppongo che la parola giusta era un'altra... ma in effetti meglio non scriverla, penso che ai più il concetto sia chiaro!

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suppongo che la parola giusta era un'altra...

Supponi bene ma, come ho scritto prima, la mia educazione non sempre mi consente di usare i termini che ritengo più adatti ad indicare una situazione od uno stato d'animo.

Però se ci guarda attorno, anche in paesi che hanno una classe politica un poco migliore della nostra (in pratica quasi tutti :( ) la partecipazione al voto è molto bassa.

Io credo che molti non volgiano essere coinvolti in alcun modo nella gestione della cosa pubblica.

Forse per questo le dittature, se hanno un minimo di attenzione per i bisogni primari della popolazione, durano senza troppa fatica. La dittatura dei paesti dell'est europa non è caduta per sete di libertà, è caduta per mancanza di soddisfazione materiale dei cittadini. Il tragico è che ora la maggioranza,sta sicuramente peggio di prima, mentre una discreta minoranza sta molto bene.

A scanso di fraintendimenti, non ho nessuna voglia di dittutura e nemmeno ne do giustificazioen alcuna.

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Votare NO significa esattamente non essere favorevoli all'abrogazione della legge!

Certo, votare NO significa essere contrari all'abrogazione della legge, ma non votare non dovrebbe essere la stessa cosa.

Ti dici che molti di coloro che non votano lo fanno per motivi differenti dalla contrarietà all'abrogazione. Può essere vero, anzi è senz'altro vero, però nulla cambia. Fa parte della libera scelta. Se scelgono di no esprimersi significa che, comunque, della questione non gle ne importa nulla o quasi.

E' proprio su questo che continuo a dissentire. Come fai a dire che nulla cambia? Cambia un sacco, invece!

Cambia che, se è vero che chi non va a votare non è interessato alla questione, il suo non voto dovrebbe essere ininfluente, e non contare quasi come un no!!!

Eliminiamo il quorum, ed allora i conti tornano.

Fino a quando rimane il quorum, c'è un deciso squilibrio a favore della non abrogazione.

Tra quelli che non vanno a votare ci sono:

- quelli che lo fanno apposta perché vogliono non far raggiungere il quorum (sono per il no ed è come se votassero no)

- quelli che sono per il no e non vanno a votare perché più o meno il risultato è lo stesso

- quelli che sono indecisi ma, anziché presentarsi al seggio e lasciare scheda bianca, se ne restano a casa (così da indecisi quali sono in realtà fanno il gioco del no)

- quelli che si disinteressano a qualsiasi tipo di votazione e, anche in questo caso, il non voto si traduce in un vantaggio per i no, anche se sono indecisi, e non disinteressati, che è diverso

- quelli che voterebbero no ma magari sono in ferie a centinaia di chilometri di distanza dal seggio e, non votando, è come se votassero no

- quelli che voterebbero sì ma magari sono in ferie a centinaia di chilometri di distanza dal seggio. Purtroppo, contro la loro volontà, anche questi è come se votassero no

Insomma, come stanno adesso le cose, il sì vince solo quando c'è una superiorità schiacciante, e non una "semplice" maggioranza.

Se così non fosse, perché il nostro governo avrebbe deciso di buttare soldi (i nostri soldi) con una doppia chiamata alle urne?

Quindi, o si elimina la stupidissima regola del quorum, o i referendum saranno sempre destinati a fallire quasi tutti. E questo non significa assolutamente fare la volontà della maggioranza.

Cosa vorresti? Obbligare al voto con sanzioni sociali per chi non lo esprime? Ma questa è una prassi in uso in regimi non democratici tipo Bulgaria di qualche anno addietro (le famose maggioranze "Bulgare"). Dall'obbligo del voto all'obbligo di un "certo" voto il passo è breve, molto breve.

E chi ha mai detto questo?

Sinceramente, pensavo di essermi espresso in modo abbastanza chiaro: si dovrebbe eliminare il quorum!!!

Devi rassegnarti, più le democrazie sono mature minore è il numero di persone che esercita il diritto di voto. E' fisiologico. I motivi sono molti e svariati, ma le percentuali di votanti rispetto agli aventi diritto, nei apesi aventi una lunga e consolidata tradizione democratica, sono minori delle nostre.

Ma a me sta benissimo che vadano a votare poche persone, se il voto di quelle poche persone verrà preso in considerazione e accettato anche da chi non ha votato.

Io addirittura vorrei che ci fosse un "patentino di abilitazione al voto". Solo chi dimostra di essere sufficientemente informato dovrebbe votare. Attenzione, non sto certo dicendo che il voto dovrebbe diventare un diritto di casta. E' chiaro che il voto deve rimanere esteso a qualsiasi ceto sociale e a qualsiasi livello di informazione scolastica. Ma chi si disinteressa completamente alla politica, chi non conosce nemmeno i simboli degli attuali partiti e i loro candidati, non dovrebbe votare.

Quello che non va è che chi vota no vota no, e chi non vota è come se votasse no. La questione è sempre la stessa: serve l'eliminazione del quorum.

Per favore non scherziamo su qaulche cosa che deve essere seria! Già accadono cose non molto chiare in certi seggi, figuriamoci con il voto elettronico nelle tabaccherie! Lasciamo certe amenità per la fantasociologia.

Ma quale amenità da fantasociologia!

Mi sarò spinto un po' troppo avanti con le ricevitorie del Lotto, ma sulla possibilità di voto elettronico sono serissimo.

Ora, con l'attuale preistorico sistema, c'è sempre qualche seggio che fa casino, schede da ricontrollare, brogli...

Cosa ti fa pensare che col voto elettronico la cosa peggiorerebbe?

Anzi, eventuali irregolarità informatiche lasciano tracce facilmente... rintracciabili, mentre una irregolarità "fatta a mano", una volta superato il controllo, non la trovi più.

Nel caso del referendum abrogrativo il quorum non è privo di logica! Lo ripeto chi non vota esprime un parere ben preciso, secondo la legge: è contrario all'abrogazione. In effetti un referendum abrogativo dovrebbe avere una sola casella da barrare: quella del si! Laciando la scheda bianca il voto è espresso chiaramente: non si vuole abrogare la legge! Idem se non si vota.

Lo ripeto anch'io: tra chi non vota c'è chi è contrario all'abrogazione (e quindi fa bene a non andare a votare), chi è disinteressato oppure non ha un'idea precisa (e qui non va più bene, perché in questo caso dovrebbero accettare la scelta di chi ha votato, pochi o tanti che siano. Invece è come se votassero no), chi voterebbe sì ma, per motivi vari, non può recarsi al seggio.

Per riequilibrare un po' le parti gli indecisi e i disinteressati dovrebbero recarsi al seggio e lasciare scheda bianca (contribuendo quindi al raggiungimento del quorum ma lasciando a chi ha votato la scelta), ma sappiamo tutti che non è così.

Insomma, è impossibile pensare che tutti quelli che non vanno a votare lo facciano perché sono contrari all'abrogazione.

Che poi molti dei non votanti lo facciano solo per pigrizia, o perchè preferiscono andare al mare o fare sesso, è un problema loro.

Questa mi sembra un'affermazione un po' qualunquista.

A me non pare che, se c'è una legge stupida da abrogare, il problema sia solo dei pigri che non vanno a votare!

Ritorniamo sempre allo stesso discorso: chi non va a votare significa che lascia la decisione a chi a votare ci va. Ma col quorum, non è così.

Chiudo anch'io ritornando in tema, ed attirando l'attenzione soprattutto su una recente dichiarazione di Tremonti: esiste il debito, privato, il debito pubblico, ed il debito nucleare.

Nazioni fortemente nuclearizzate si troveranno presto a fare i conti con questo debito. Le loro belle macchinette per far soldi infatti, fra un po' dovranno smettere di produrre energia (è molto alta la percentuale di centrali vecchie, e spero vivamente che decidano di chiuderle prima che saltino per aria), e si trasformeranno in una enorme spesa da sostenere per parecchie generazioni future.

Noi su questo siamo avvantaggiati. Perché vogliamo a tutti i costi annullare questo vantaggio?

Inoltre non sono così convinto che il nucleare sia indispensabile perché le energie rinnovabili non sono sufficienti. Anzi, io sono convinto proprio del contrario.

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Carlo Albinoni
Tra quelli che non vanno a votare ci sono:

- quelli che lo fanno apposta perché vogliono non far raggiungere il quorum (sono per il no ed è come se votassero no)

- quelli che sono per il no e non vanno a votare perché più o meno il risultato è lo stesso

- quelli che sono indecisi ma, anziché presentarsi al seggio e lasciare scheda bianca, se ne restano a casa (così da indecisi quali sono in realtà fanno il gioco del no)

- quelli che si disinteressano a qualsiasi tipo di votazione e, anche in questo caso, il non voto si traduce in un vantaggio per i no, anche se sono indecisi, e non disinteressati, che è diverso

- quelli che voterebbero no ma magari sono in ferie a centinaia di chilometri di distanza dal seggio e, non votando, è come se votassero no

- quelli che voterebbero sì ma magari sono in ferie a centinaia di chilometri di distanza dal seggio. Purtroppo, contro la loro volontà, anche questi è come se votassero no

Ti manca la categoria forse più importante.

Quelli che non sono per il SI (quello formulato dai referendari), e nemmeno per il NO (lasciare le cose come stanno).

Se votassero no, di fatto, darebbero una forte conferma popolare alla legge, congelandola così come è.

Cosa ti fa pensare che col voto elettronico la cosa peggiorerebbe?

Anzi, eventuali irregolarità informatiche lasciano tracce facilmente... rintracciabili, mentre una irregolarità "fatta a mano", una volta superato il controllo, non la trovi più.

Oh, cielo! le schedi le conti, tutte le possono controllare e contare. Possono essere ricontrollate e ricontate. Da chiunque.

Un software è qualcosa di invisibile, incontrollabile con i sensi. Facile nascondere l'imbroglio, almeno questa sarebbe la sensazione.

Io addirittura vorrei che ci fosse un "patentino di abilitazione al voto". Solo chi dimostra di essere sufficientemente informato dovrebbe votare.

Questo lo dico sempre anche io e.... mi danno del'antidemocratico!

Fino a quando rimane il quorum, c'è un deciso squilibrio a favore della non abrogazione.

Certamente! ed è giusto che sia così. Stiamo parlando di una legge regolarmente approvata dal parlamento, che rappresenta tutti i cittadini. Non è una "opinione" come un'altra.

A differenza del SI, che è la proposta solo di alcuni privati cittadini, che devono dimostrare che la loro proposta (il SI) sia effettivamente sostenuto almeno dal 25% di tutti gli elettori.

COMUNQUE MI SEMBRA TUTTO OT

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