Alessandro0751 Inserito: 30 gennaio 2010 Segnala Inserito: 30 gennaio 2010 Salve a tutti.Ho realizzato un dimmer telecomandato con un pic 16f84.Il principio di funzionamento è quello classico. Al passaggio per lo zero dell'onda 50Hz di rete, parte un contatore ed, al suo scadere, viene attivato il triac.Il dispositivo funziona perfettamente durante il giorno. Ho provato ad accenderlo di notte ed ho notato invece che la luce prodotta è instabile, con continui "sfarfallamenti".Pensate si possa trattare di una instabilità della frequenza di rete durante le ore notturne?Grazie
ASMO Inserita: 30 gennaio 2010 Segnala Inserita: 30 gennaio 2010 NO !!!!La frequenza di rete è nei guinnes dei primati per la sua costanza !La cosa non ha una gran logica; sicuro che non si tratta del fatto che di giorno a causa della luce ambientale il difetto si nota meno ?Altrimenti sembra più colpa di disturbi sulla rete, anche se (di solito) è più probabile che siano maggiormente presenti di giorno che di notte.Ho visto dimmer (ad esempio) che producevano sbalenìo alla lampada asservita quando si usava il classico trapano a 220 per fare un buco nel muro.Comunque realizzare un dimmer con un Pic, ha sicuramente un alto valore didattico, per quanto basso è il valore strategico della scelta.Tranquillo non è un monito, io stesso ho realizzato un semaforo rosso, giallo, verde con lo Z80 ai tempi in cui lo studiavo, anche se per realizzarlo bastava un 4017 SalutiASMO
Alessandro0751 Inserita: 30 gennaio 2010 Autore Segnala Inserita: 30 gennaio 2010 Grazie ad ASMO per la sua risposta.La scelta del pic stata dettata dalla necessità di gestire i codici provenienti dal telecomando per l'accensione/spegnimento e per la variazione dell'intensità.Per quanto riguarda il comportamento del dispositivo, mi rendo conto anche io che la cosa è anomala: è sicuramente dovuto a del rumore che probabilmente a casa mia si intensifica durante le ore notturne.Controllerò un pò meglio le cose e cercherò di capire cosa succede.
ASMO Inserita: 30 gennaio 2010 Segnala Inserita: 30 gennaio 2010 Beh, se un giorno casomai ti interessasse realizzare un dimmer telecomandato che gestisca appunto accensione, spegnimento, e variazione luminosa, senza pic, fammi un fischio.SalutiASMO
sx3me Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 eeehhh ci stanno gli integrati con questa funzione
Alessandro0751 Inserita: 31 gennaio 2010 Autore Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Vi sarei grato se poteste propormi uno di quei progetti senza pic.
sx3me Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 purtroppo non ho ne lo schema ne al momento ricordo quale sia uno di questi integrati, ma di solito si trovano nei dimmer quelli col pulsante; si toglie il pulsante e si mette il contatto di una schedina radio, volendo realizzare assemblando cose già esistenti;piuttosto vorrei essere io in gradi di programmare i processori, purtroppo non mi ci sono mai messo
ASMO Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Io gli integrati dedicati...LI ODIO !!!!!Sono un retrogrado ? NO, sono uno che anni fa si automatizzò casa con le onde convogliate, e per distinguere l'azionamento dei vari utilizzatori sempre usando la stessa rete del mio impianto elettrico, ovviamente dovevo far ricorso a dei comandi in codice.Chi meglio del glorioso MM53200 ? Encoder e decoder allo stesso tempo, con 12 ingressi e quindi 4096 possibilità di festire carichi diversi....una pacchia.....!!!!!Poi circa 10 anni fa, ogni volta che mi recavo ad acquistarli per altre sempre pur interessanti applicazioni, noto che i negozianti fanno molta più fatica a trovarmeli, finchè.....FUORI PRODUZIONE Cavoli, mi propongono un sostitutivo, che di compatibile pin to pin ha solo i terminali di alimentazione, e per il resto, completamente diverso, anche nel funzionamento, ed io che avevo già realizzato il master del PCB ed usavo sempre quello all'occorrenza, dovevo riprogettarlo e rifarlo ? E tutti i 53200 che ho per casa, se se ne guasta uno che faccio, disfo il sistema per renderlo compatibile al nuovo ? Vista l'aria che tirava, me ne sono messi 4-:-5 in casa, chiusi in cassaforte, e spero in DIO.Questo per evidenziare il caso che più m'ha colpito in materia, ma da allora altri integrati dedicati che parevano inaffondabili, qualcuno ha ben pensato di togliermeli dal mercato lasciandomi in braghe di tela, ed allora io per legittima difesa, ho iniziato a progettare con metodi classici, anche se a volte Ti vuole il doppio dei componenti, ma io pratico Elettronica per divertimento, non per lucro, e nel farsi rodere il fegato il divertimento è davvero poco.
Nikiki Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Premetto che non ho mai lavorato con triac per pilotare carichi 220 volt, ma non sarebbe più logico accendere la lampada (e quindi attivare il triac) nell'istante in cui l'onda passa sullo zero contemporaneamente all'inizio del conteggio e spegnere alla fine del conteggio? Curiosità:come fai a far capire al PIC quando l'onda passa sullo zero per triggerare il timer?
ASMO Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Se ho inteso bene Nikiki, con questo sistema una volta che il triac l'hai acceso, nulla lo può più spegnere se non il successivo ri-passaggio per lo zero, per cui Tu otterresti una lampadina sempre accesa a piena potenza.Per fare come dici Tu (ed io nei miei dimmer autoprogettati lo faccio sempre) bisogna usare un mos-fet od un Igbt, non un Triac.Per Alessandro0751...cerco lo schema e te lo mando.
Livio Orsini Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Si usa un rivelatore di passaggio per lo zero Semplicemente si può, ad esempio, sfruttare uno dei convertitori analogico/digitali del PIC per leggere la rete, oppure usare uno Scmith tigger che rivela lo zero e fa scattare un'interrupt.Ci sono diverse tecniche, se ti interessi di pic puoi scaricare dal sito Micrrochip le applications notes relative allo zero crossing.Purtroppo il limite dei dispositivi come SCR e Triac è che si possono comandare solo in accensione, lo spegimento avviene solo azzerando la corrente del circuito di potenza. Per azzerare la corrente ci sono solo due metodi. O si lavora in c.a. attentendo l'azzeramento naturale che, in caso di carico reattivo, non coincide con il passaggio per lo zero di tensione; oppure si lavora sul circuito di potenza annullandone la corrente. Questo è il modo tipico di lavorare dei ciclonvertitori a SCR. Si forma una specie di anello formato da 6, o da multipli di 6, SCR, Si innnesca il primo, dopo alcuni ms si innesca quello immediatamente seguente che, inescandosi, va in conduzione e spegne quello che lo precede. Si procede così sino allo spegnimento del dispositivo. L'inconveniente più grande capita quando uno degli SCR "cicca" l'accensione: quello che lo precede muore, così dopo la prima morte, muoiono anche gli altri SCR, uno pad ogni ciclo.
Alessandro0751 Inserita: 31 gennaio 2010 Autore Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 (modificato) Ringrazio ASMO e Livio Orsini per essere arrivati prima di me e aver spiegato a Nikiki, con precisione molto maggiore di quella che avrei potuto usare io, ciò che ho esattamente realizzato: un rivelatore di passaggio per lo zero dell'onda sinusoidale di rete, sfruttando gli interrupt del pic. Modificato: 31 gennaio 2010 da Alessandro0751
Nikiki Inserita: 31 gennaio 2010 Segnala Inserita: 31 gennaio 2010 Grazie dei chiarimenti, non uso i triac da quando ero ragazzino, per le luci psichedeliche e avevo completamente rimosso il fatto che una volta in conduzione si ripristinano solo con il passaggio dallo zero.A dire la verità non ho mai avuto bisogno di pilotare carichi a 220 volt, era più che altro una curiosità personale (sono un curiosone).Anche io avrei sicuramente usato un interrupt per gestire l'evento, ma volevo sapere se per triggerarlo sul pic esisteva qualcosa di dedicato.Andrò a curiosare tra le AN.
ASMO Inserita: 1 febbraio 2010 Segnala Inserita: 1 febbraio 2010 Allora Alessandro0751 come promesso, eccomi qua !Questo dimmer a pulsanti l'ho progettato costruito ed installato nella primavera del 2004 (quindi stra-collaudato) in camera da letto.Si trattava di soddisfare l'esigenza di avere 3 punti di comando e regolazione (letto matrimoniale lato mio, letto matrimoniale lato moglie, porta d'ingresso) senza usare 3 potenziometri che poi diventano impossibili da gestire.Poichè come la penso sugli integrati dedicati l'ho già espresso in un post precedente, ho deciso di arrangiarmi utilizzando materiale rigorosamente convenzionale, e quindi ecco lo schema.Qualcuno potrà pensare che la parte del riferimento di tensione fatta con una memoria analogica che mantiene il valore grazie ai 2 condensatori in parallelo da 1 microfarad poliestere, è instabile, causa a problemi di deriva del valore immagazzinato, e teoricamente ha ragione, ma nella pratica, chiunque lo costruirà, io lo sfido ad accorgersi anche con la luce accesa per ore, che l'intensità cambia.Quindi per applicazioni a livello Dimmer, va benissimo, chiaro che come memoria analogica non si può certo dire che il valore rimane congelato, ma per un controllo di luminosità è più che ok. (parola di chi ha provato)Il trasformatorino è un 220 / 12 da 2 voltamper e quindi sta nel taschino della camicia, il tutto io l'ho fatto stare comodamente in una scatola GEWISS 44205. Poi nelle placche B-Ticino serie Magic, ho messo per l'incremento (up) della luminosità, ed il decremento(down) i frutti a pulsante che si usano anche per le tapparelle motorizzate come da disegno lato destro.Quindi il pulsante grande comanda un relè passo passo (anch'egli nel mio caso, elettronico-statico che comunque io Ti ho schematizzato con un contatto N.O. siglato RPP in alto sopra il ponte diodi KBL08) che si occupa dell'accendi-spegni, ed i 2 pulsanti regolano l'intensità luminosa in un senso o nell'altro.Nello schema up e down compaiono come pulsanti, ma sono in realtà i contatti di 2 microrelè da stampato, poichè il circuito così come lo vedi, al banco funziona egregiamente, ma se lo installi coi fili dei pulsanti di regolazione belli lunghi che attraversano le canaline dell'impianto, il sistema va peggio di un' automobile con la sabbia nel serbatoio, causa all'alta impedenza d'ingresso del CA3130 che capta tutti i disturbi più impensabili.Quindi nel caso lo si voglia telecomandare, il ricevitore a 3 canali andrà collegato con 2 canali agli UP - DOWN, e col terzo al pulsante ON-OFF.Chiaro che con un PIC dal punto di vista Hardware, il circuito risulta meno della metà, ma per chi non mastica software, e vuole essere indipendente da eventuali scherzetti di mercato, questo è uno schema alla portata anche di un principiante.Saluti ASMO.
rfabri Inserita: 1 febbraio 2010 Segnala Inserita: 1 febbraio 2010 Una curiosità ,ma la parte di circuito per il sincronismo non si poteva comandare il fotoaccopiatore dai 12Vac invece che dal 230Vac,non riesco a capire il motivo ,non che non creda al funzionamento,pensavo solo a risparmiare le due R da 2W,sul pin 6 del 358 si ha una onda triangolare?,BYE.
ASMO Inserita: 1 febbraio 2010 Segnala Inserita: 1 febbraio 2010 Eh no...! Ovvero, se vuoi puoi farlo, ma non ti funzionerà mai bene come con il fotoaccoppiatore diretto sulla rete con le 2 R di caduta.Il trasformatore per quanto perfetto, un po' l'onda te la deforma, (figuriamoci poi un 2 voltamper) e quindi diciamo che la sinusoide non è fedele come l'originale e la non perfetta riproduzione la si paga con un circuito di sincronismo che non è certo il massimo.Io a questo circuito, ci sono arrivato dopo tanti regolatori a parzializzazione d'onda che ho costruito negli anni, e questo circuito per il SYNC è il migliore in assoluto che mi è riuscito.Come lo suggerisci tu, io ne ho fatti eccome, ma ricordo che (specialmente con i mosfet al posto dei triac) si procuravano fenomeni di riaccensione alla fine della parzializzazione, ovvero se col potenziometro ruotavi in antiorario fino allo spegnimento della lampada, l'ultimo tratto di potenziometro (poniamo gli ultimi 5 gradi di rotazione) la lampada si riaccendeva, invece con quello che vedi a schema puoi dormire sonni tranquilli.Ri-No !!...è un simil-dente di sega (sottolineo simil) che comparato con una tensione continua, dà in uscita sul pin 7 il PWM per pilotare il Mos-FetSalutiASMO
Alessandro0751 Inserita: 1 febbraio 2010 Autore Segnala Inserita: 1 febbraio 2010 Grazie ASMO per lo schema e per la puntualità della descrizione.Farò tesoro dei tuoi consigli e della tua competenza.A presto.Alessandro
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