mf2hd Inserito: 6 dicembre 2011 Segnala Inserito: 6 dicembre 2011 In un circuito (no switching) che sto realizzando non mi torna molto il comportamento di un mosfet IRF630.Dato che i dispositivi che ho nel cassetto con quella sigla arrivano da una stecca acquistata ad una fiera, ho pensato al classico "rimarcato".Ho provato quindi a simularlo, parzialmente, il circuito reale non è così semplice ma la sostanza è quella.Anche qui non mi trovo con quanto riportato dal foglio tecnico per la curva relativa alla corrente di drain rispetto alla VGS.Stando al grafico i 2A li dovrei avere con una VGS di poco sotto i 4V , mentre dalla simulazione succede che è di quasi 1V e mezzo superiore.Sono io che sono andato in pappa nel leggere il foglio tecnico ? E' il modello simulato che non è molto preciso ?Ho tentato la simulazione anche con LTSpice, ma dato che non l' ho mai usato, forse ho impostato male i dati (IRF630 non c'è nella libreria), perchè con questo una ID=2A comincio ad averla con una VGS di quasi 8V.Grato a chi mi schiarisce un po' le idee.
Livio Orsini Inserita: 7 dicembre 2011 Segnala Inserita: 7 dicembre 2011 Se hai più di un componente provane diversi, vedrai le differenze.Sul simulatore hai il componente tipico modellizzato. Su alcuni simulatori puoi facilemente variare i parametri del componente e spingerti ai valori limite per verificarne il funzionamento in quelle condizioni. Nei simulatori più sofisticati puoi anche effettuare l'analisi per caso pessimo con ricerca automatica dei valori che portano al caso pessimo.
mf2hd Inserita: 7 dicembre 2011 Autore Segnala Inserita: 7 dicembre 2011 Grazie Livio del chiarimento, temevo di aver cannato l' interpretazione dei grafici.Che un componente non sia uguale all' altro con la stessa sigla c'è da aspettarselo sicuramente...ma non credevo che la differenza si presentasse in modo così marcato.Ho tentato la simulazione con un altro programma demo/free molto carino (5Spice) e installato la libreria spice dal sito della Internation Rectifier per il mosfet in questione.Il risultato è praticamente lo stesso di quello ottenuto con proteus: ID=2A con VGS a poco più di 5V, contro i 4V scarsi del foglio tecnico.Probabilmente i costruttori non hanno preso in considerazione il fatto che a qualcuno venga in mente di usarlo in quella parte di curva ID/VGS, come un grosso resistore varibile da caricare.Forse i dati di comportamento per le applicazioni più "serie" (switching/pwm) sono più precisi.Dato che i valori di simulazione sono molto più vicini al comportamento che ho sul circuito reale che a quelli del datasheet, mi sa che forse vado più sul sicuro ricavandomi sperimentalmente a banco la parte di curva che mi interessa.A quel punto posso calcolare quello che c'è prima e che andrà a pilotare il gate. Anche se, a quanto sembra, per quello che ho in mente, mi servirebbe un mosfet con una curva più "seduta".Questo è troppo ripido di ID a parità di escursione VGS. Grazie ancora per il chiarimento.
Livio Orsini Inserita: 8 dicembre 2011 Segnala Inserita: 8 dicembre 2011 Questa è una buona abitudine che si aveva quando si trafficava con le valvole. E i Mosfet hanno caratteristiche molto simili. Volendo si può farli diventar caldi come i tubi. Scherzi a parte, arguisco che stai cercando di fare qaulche cosa che assomiglia ad un carico fittizio. Non hai ipotizzato l'uso di un mosfet in commutazione?
mf2hd Inserita: 8 dicembre 2011 Autore Segnala Inserita: 8 dicembre 2011 Hai visto giusto!E' un po' che mi capita con frequenza di realizzare piccoli alimentatori e convertitori DC/DC (es. per array di led) e trovo utile sapere, con una buona approssimazione, sino a che valori di corrente possono essere "tirati" e soprattutto se i componenti cominciano a scaldare troppo.Vorrei sostituire il semplice (ma poco versatile) carico fittizio, che ho realizzato letteralmenta "al volo", saldando i piedini direttamente agli altri, con tre transistor in cascata (il finale è un 2N3055) e un potenziometro.Visto che ho trovato nel cassetto un costoso potenziometro 10K-10giri, ho pensato di usare uno dei mosfet che mi ritrovo, mettere tutto in un contenitore e di inserirci anche un voltmetro da pannello digitale, per avere un' idea della corrente prelevata.Un commutatore rotativo cambia il partitore che determina l' escursione della VGS per avere un paio di scale di carico (0-2A e 0-4A), inserisce le resistenze per il partitore dello strumentino e sposta il punto decimale di questo.Un paio di operazionali (LM358) separano la sezione che genera il riferimento da quella collegata all' alimentatore sotto test.Suona bene, ma temo che il tutto diventi più complicato e che il progettino vada a finire nello scaffale delle realizzazioni da completare. Potresti gentilmente darmi qualche spunto in più ?Devo usare la corrente monitorata dallo shunt come grandezza di confronto per un PWM che pilota il mosfet ? Grazie.
Livio Orsini Inserita: 8 dicembre 2011 Segnala Inserita: 8 dicembre 2011 Si potresti avvalerti questa possiblità. Oppure potresti lavorare ad anello aperto ed usare la corrente letta sullo shunt solo come limite.Tra l'altro usando un mosfet come interruttore per un carico resistivo monitorizzi anche il tempo di recupero e la stabilità dell'alimentatore.Se fai un poco di ricerca in rete, trovi molti progetti di questo tipo.
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