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PLC Forum


Regolazione Temp. Saldatore Stilo


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Inserito:

buongiuorno a tutti

ho un problema che da anni mi annoia; ho un saldatore stilo a stagno tipo stilo 220 volt ogni volta che lo utilizzo la punta ha sempre il famoso effetto bruciato in continuazione devo pulirla o grattarla,ho provato con un semplice regolatore di luminosita' per luce il risultato è migliorato;

se voi pazienti mi possono aiutare con una schema elettrico mini che regoli la temperatura.

grazie infinite


Mirko Ceronti
Inserita:

Cosa c'è di meno del minimo sindacale in merito ?

Questo :

http://Dimmer-triac%20resist.jpg

Saluti

Mirko

Inserita:

Buona sera a tutti

Scusate se m’intrometto in questa discussione, ma anch’io o lo stesso problema.

Cortesemente poteri avere qualche spiegazione, ovviamente questo circuito è adatto per una tensione di 220V, il simbolo dove c’è scritto resistenza, rappresenta il saldatore? è adatto per una potenza di 30W “il mio saldatore a 30W” invertendo il neutro con la fase non cambia nulla o no

Mirko Ceronti
Inserita:
il simbolo dove c’è scritto resistenza, rappresenta il saldatore?

Certamente :smile:

è adatto per una potenza di 30W “il mio saldatore a 30W” invertendo il neutro con la fase non cambia nulla o no

Dipende dal Triac che adoperi, ma con un (ad esempio) TIC226M vai tranquillo.

Invertire fase con neutro non Ti cambia nulla.

Saluti

Mirko

Inserita:

grazie sig, mirko è un circuito semplice ma davvero efficace

Mirko Ceronti
Inserita:

Prego :smile:

P.S. molto obbligato per il "Signor", ma chiamami pur semplicemente Mirko.

Saluti

Inserita:

Ciao Mirko grazie delle spiegazioni, grazie per le indicazioni per il triac, per il diac hai qualche indicazione,

per dona la mia ignoranza ma questo circuito agisce sulla tensione “giusto o no” diminuendo la tensione la resistenza scalda meno però nel tempo non va sempre aumentando.

Grazie per le eventuali spiegazioni

Mirko Ceronti
Inserita:

Mah, a dirTi la verità, è da quando avevo 15 anni, che entro in un negozio di componenti elettronici e quando chiedo un Diac, nessuno m'ha mai domandato nulla, me l'hanno semplicemente dato.

Questo per dire che presumo non servano caratteristiche particolari, immagino che tutti i Diac siano uguali, infatti anche i libri che trattano l'argomento, lo indicano universalmente come un componente a soglia fissa di 32-:-33 Volt, superato questo valore, se ne va in conduzione.

Poi, come dicevo quando ho presentato il circuitino, questo è meno del "minimo sindacale", non è un controllo sulla temperatura, che deve avvenire a mezzo di sonda per la temperatura stessa.

Questo è semplicemente un limitatore di surriscaldamento, impostata una tensione in uscita, questa produce una temperatura, la quale raggiunto il regime termico, più su di lì non salirà.

Saluti

Mirko

Inserita:

Ciao Mirko

Grazie della spiegazione completa e esauriente, molto gentile

Mirko Ceronti
Inserita:

Prego :thumb_yello: !!!

Saluti

Mirko

Inserita:

ti chiedo scusa per il "signor" qualche decennio fa quando andavo a scuola entrando in un negozio di componenti elettronici mi dissero che al posto del diac potevo mettere una lampadina spia al neon che segnalava anche la presenza della rete; mirco tu confermi questa cosa?

Mirko Ceronti
Inserita:

Certo !

Da qualche parte ho ancora una rivista di "Sistema Pratico" dove vidi il primo progetto in assoluto di "dimmer".

Presumo fosse datata 1965 o giù di lì, non so se i Diac già allora esistevano, ma anche sul loro schemino usavano proprio una lampada al neon :smile:

Ricordo anche un particolare mooolto curioso (per me) ossia che l'articolista nella descrizione della realizzazione pratica, si raccomandava di praticare un foro nell'involucro ospitante il circuito per far sì che un minimo di luce trafilasse all'interno perchè altrimenti al buio completo le lampade al neon....non innescano.

Diceva che non importava che la stanza dove veniva installato fosse poi a sua volta al buio (come logicamente accadrebbe di sera) poichè bastava un minimo tale che per i nostri occhi è già buio, ma per lalampada no, ella avverte anche quell'inezia tale che le permette di innescarsi.

Mi son sempre riproposto di domandare lumi magari sul Forum di "Fisica" su cosa centra la luce con l'innesco delle lampade, ma poi non l'ho mai fatto.

Ora che me l'hai ricordato, potrebbe essere che sia la volta buona.

Saluti

Mirko

Inserita:

le nostalgia della scuola anno 85 quando "nuova elettronica"era in bianco e nero quasi.saluti e grazie

Mirko Ceronti
Inserita:
le nostalgia della scuola anno 85 quando "nuova elettronica"era in bianco e nero quasi

Eh...vabbè....però così....mi fai commuovere....!!!!

Saluti

Mirko

  • 7 months later...
Inserita:

Riprendo questa discussione “un po’ datata” per chiedervi è possibile calcolare la temperature che raggiunge il saldatore avendo impostata una determinata tensione, sapendo la potenza del saldatore.

E da un bel po’ che ho montato sulla presa del saldatore questo dimmer, e va bene, ora mi piacerebbe segnare alcune temperature

Inserita:

Secondo me il modo migliore è quello di rilevare la temperatura della punta con un apposito termometro, in base alla posizione del potenziomentro, ed indicare sul pannello dove c'è la manopola del potenziomentro, le varie temperature.

Ciao

Inserita:

Ovviamente è la soluzione più logica, ma volendo calcolarla è possibile?

Inserita:

E' (quasi) impossibile.

Inserita:

Ciao Livio

Intendi dire che i calcoli sono molto complicati e difficili?

Inserita:

Eh sì...le variabili in gioco sono troppe !

Saluti

Mirko

Inserita:

I calcoli non sono difficili ma, come ha già scritto Mirko, sono i parametri difficili da ottenere.

In pratica lascisando il saldatore acceso sul suo supporto, per conoscere la temperatura della punta sarebbe necessario conoscere:

  1. La ressitenza termica tra elemento riscaldante e punta.
  2. Coefficiente di temperatura oC/W dell'elemto riscaldante
  3. Resistività termica tra punta e ambiente
  4. Temperatura ambiente

Conoscendo questi parametri il calcolo non è difficile e nemmeno complicato: è una semplice applicazione della legge di "ohm termica". Nota che dovresti comunque effettuare una misura di temperatura, la temperatura ambiente.

Ovviamente, quando la punta del saldatore entra in contatto con materiale a temperatura inferiore, stagno e reofori, la sua temperatura diminuisce. Il calo termico può essere calcolato se, e solo se, si conoscono alcuni parametri.

Proprio per queste ragioni, ed anche perchè non è necessaria un'elevatissima precisione, il sistema più semplice ed efficace per mantenere (quasi) costante la temperatura dell saldatore si basa su di un termostato che sfrutta il punto di Curie.

E' un principio in base al quale alcune leghe sono magnetiche sino ad un certa temperatura, detta punto di Curie; superata la temperatura il metallo si smagnetizza per ritornare magnetico quando la sia temperatura scende al di sotto del punto di Curie.

Quando il cilindretto metallico è magnetico, contrasta l'azione della molla di richiamo del contatto che chiude il circuito di alimnetazione del resistore di riscaldamento. Al superare del punto di Curie, l'elemento perde il magnetismo, la forza della molla fa aprire il contatto ed il resistore è disergenizzato. Riscendendo nuovamente al disotto del punto di Curie, torna il magnetismo e l'interruttore si chiude.

Il bello di questo sistema è che per una determinata lega la temperatura a cui si ha il viraggio da magnetizzato a smagnetizzato, e viceversa, è costante nel tempo ed è molto precisa.

Con questo sistema si son sempre termostatizzati i saldatori per effettuare brasature a stagno a temperatura controllata, come nel caso di apparati professionali (militari, spaziali, etc.)

Ancora oggi per le brasature che non possono essere effettuate in automatico con bagni o altro, ma con attrezzi a mano (riparazioni e/o riprese, p.e.) si usano attrezzi con questa termostatizzazione.

Inserita:

Grazie Livio dell’ottima spiegazione, ora capisco perché è opportuno munirsi di un adeguato termometro

Ancora mille grazie

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