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PLC Forum


Ingressi Analogici Plc E "lettura" Tensione Di Rete


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Inserito:

Mi sto chiedendo da tempo come si può fare a "leggere" la tensione di rete con uno degli ingressi analogici (0/10Vdc) di un PLC misubishi alpha 2.

Sto pensando a cosa conviene utilizzare, le alternative sono tre, un trasformatore seguito da un ponte diodi ed un condensatore che mi dia una tensione DC proporzionale alla tensione di rete, un ponte diodi ed un condensatorino da 400V seguito da un partitore resistivo che mi dia in uscita 10V quando ai suoi capi si trovano 330Vdc (la 230 rettificata) ed infine sempre questo partitore resistivo, ma seguito da un convertitore tensione/frequenza che "comunica" la frequenza ad un convertitore frequenza/tensione attraverso un optoisolatore, leggendo la tensione in uscita da quest' ultimo convertitore con il PLC.

La prima e la terza soluzione mi isolerebbero il PLC da rete, la seconda invece, anche se la più semplice ed economica, in caso malfunzionamento mi ucciderebbe l' ingresso, o peggio il PLC stesso :unsure:

Per curiosità in ambito industriale che cosa si usa?


Marcello da Nettuno
Inserita: (modificato)

qualcosa tipo questo

Modificato: da Marcello da Nettuno
Inserita:

Mi sono guardato bene quel .pdf, quei trasduttori sono qualcosa di versatile in modo impressionante !

Non riesco a trovare nessun prezzo però, qualcuno me lo saprebbe dire?

Inserita:

La soluzione 2 te la sconsiglio vivamente in quanto un elettrolitico da 400V caricato alla tensione di picco di oltre i 300V in continua è un'arma micidiale che

richiede le dovute precauzioni anche nel rispetto delle norme.

La prima è sicuramente la più economica e meno rischiosa.

Bisogna utilizzare un trasformatore il cui rapporto spire sia sempre quello mentre i trasformatori commerciali possono averlo diverso a seconda del fornitore e di altri fattori. Inoltre i trasformatori isolano e sono spesso già a norma.

Tieni conto che un trasformatore non caricato (vista l'alta impedenza dell'ingresso analogico) è un trasformatore ideale dove la tensione di uscita dipende da quella di ingresso solo in base al rapporto spire (che quindi deve essere sotto controllo). Inoltre il ponte di diodi crea una caduta di circa 1.2-1.4V che incide molto rispetto a pochi volt dell'ingresso analogico. Se ne può tenere conto come offset da riaggiustare nella lettura ma tieni conto che dipende un po dalla temperatura. Il valore che trovi sull'elettrolitico è un valore di picco che per una forma d'onda sinusoidale come quella di rete è in rapporto fisso di radice di 2 (1.41) con il valore RMS (quello con il quale si esprime il valore Enel di 230V).

Dovresti poi tener conto che l'elettrolitico si scaricherà lentamente se non carichi con una resitenza in parallelo all'elettrolitico.

Potresti usare un trimmer sull'elettrolitico sia per caricarlo che per tarare una tantum il tutto per non fare prodedure di calibrazione software.

Per rimanere su un circuito semplice mi fermo qui perchè ce ne sarebbero anche altre.

Il tutto dipende da cosa devi ottenere e quale precisione è necessaria. Quanto detto non ha niente a che vedere con gli strumenti più sofisticati che esistono in commercio e che ti danno risultati simili a un multimetro classico (quelli comuni).

Se la precisione non è il requisito principale ma lo è il prezzo e non vuoi "costruire" più di tanto perchè non usi un alimentatore non stabilizzato (cioè quelli con ponte ed elettrolitico) commerciale o addirittura quelli da presa che costano pochissimo?

Ciao

Aldo

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