Sezione Didattica:
Tutorial Lavorare in sicurezza - Energy Break
Quando si rende necessario operare su un’apparecchiatura elettrica, come ad esempio un quadro elettrico, per effettuare la sostituzione di un componente, si è sottoposti ad un elevato rischio di folgorazione.
La convinzione di aver tolto energia elettrica aprendo semplicemente l’interruttore di alimentazione non è sufficiente se non si ha la reale certezza dell’assenza della stessa.
Alcune aziende operante nel settore delle automazioni hanno messo a punto una semplicissima procedura chiamata “energy break”, al fine di operare in tutta tranquillità sulle suddette apparecchiature.
Tale procedura è comunque applicabile anche in altri settori.
Prima di descrivere la procedura, è opportuno conoscere alcuni degli effetti che la corrente elettrica esercita sul corpo umano, per comprendere meglio a quali rischi si è sottoposti.
Il corpo umano, a seconda della zona con cui entra in contatto con la corrente elettrica, può subire l’effetto della stessa in modo differente: dalla percezione del semplice formicolio alle ustioni fino alla morte della persona.
Alcune parti del corpo hanno una maggiore sensibilità alla percezione rispetto ad altre ai fenomeni esercitati dalla corrente elettrica. Tale sensibilità differisce anche se la parte del corpo è sottoposta a corrente alternata o continua.
Ad esempio i polpastrelli della mano percepiscono la corrente elettrica di intensità pari o maggiore a 0,5 ma con frequenza di 50 Hz, mentre, se sottoposta a corrente elettrica continua, occorrono almeno 2 ma prima di essere percepita.
A pari densità il rischio del danno causato risulta essere maggiore se la corrente attraverso la zona cardiaca (microshock) piuttosto che un’altra parte del corpo (macroschock).
Ad esempio tra mano sinistra e mano destra è molto più pericolosa se tra mano destra e gamba destra.
Gli effetti dannosi della corrente elettrica sono principalmente:
La tetanizzazione:
Quando il corpo viene attraversato da una corrente elettrica al di sopra di una certa intensità, i muscoli vengono contratti: a questa contrazione non è possibile opporsi. Risulta essere molto pericolosa quando il contatto con la corrente elettrica avviene per mezzo della mano.
Se si sta impugnando I’elemento che in quel momento è entrato in conduzione, i muscoli contraendosi inducono alla chiusura della mano, costringendo ad afferrare seppur involontariamente l’elemento che in quel momento è in conduzione.
L’arresto della respirazione:
Quando la corrente elettrica interessa i muscoli toracici, e, in particolar modo quelli dell’apparato respiratorio, vi è il rischio di un blocco respiratorio, con conseguente morte per asfissia.
Fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco:
Quando il corpo entra in contatto con la corrente elettrica, vi è il rischio che essa si sovrapponga alla normale attività “elettrica” del cuore, provocando così delle contrazioni asincrone delle fibre cardiache. In particolar modo se ciò accade alla fine della sistole ventricolare. Questo evento può portare alla morte in pochi minuti.
Ustioni:
Quando si viene a contatto con l’energia elettrica, il nostro corpo, fungendo da resistenza, determina un elevato sviluppo di calore. Tale fenomeno provoca delle gravi ustioni della cute e delle mucose.
La tabella seguente illustra in funzione alla corrente quale sono gli effetti percepiti ed i danni causati al corpo umano:
La procedura “Energy break”:
Se indossati, togliere tutti gli oggetti metallici a diretto contatto con la pelle e/o che potrebbero entrarvi.
Ad esempio: bracciali, anelli, catenine, orologi ecc.
1- Verificare l’efficienza dello strumento tester, voltometro ecc, ponendo i puntali in una presa elettrica.
2- Staccare l’interruttore di F.M. ponendosi al lato dello stesso: mai frontalmente, per proteggere il viso ed in particolar modo gli occhi da eventuali archi voltaici e/o in casi estremi dallo scoppio dell’interruttore (in particolar modo su quelli molto vetusti).
3- Applicare all’interruttore di F.M. il dispositivo di chiusura (lucchetto) e gli appositi cartelli: custodire con se la chiave. Qualora l’interruttore non si possa proteggere con lucchetto, adoperarsi per applicare precauzioni analoghe; ad esempio, se l’interruttore è di tipo valvolato, asportare i fusibili e custodirli con se, o, comunque, renderli inaccessibili ad altre persone.
Si raccomanda, qualora siano più operatori ad intervenire sul medesimo impianto, ad apporre ciascuno il proprio dispositivo (lucchetto) e custodirne ognuno la propria chiave. Questo previene che possa essere data tensione accidentalmente da un collega che opera sul medesimo impianto, credendo che il lavoro sia stato terminato.
Quando si opera su apparecchiare con componentistica non “a prova di dito”, indossare gli occhiali di protezione ed i guanti dielettrici, dopo avere verificato l’integrità di questi ultimi soffiandoci all’interno e verificando che gli stessi si gonfino e non presentino lacerazioni, fori, tagli ecc.; verificarne la data di scadenza. E’ comunque consigliato l’utilizzo dei DPI anche su apparecchiatura con componentistica a “prova di dito” fino alla certezza dell’assenza di energia.
Se l’impianto è dotato di dispositivi elettronici come ad esempio inverter, soft start ecc. attendere un congruo tempo (in genere indicato nel manuale delle apparecchiature installate) prima di effettuare qualsiasi operazione per dare la possibilità ai condensatori di scaricarsi.
4- Effettuare a mezzo di un tester, voltometro o altro strumento di misura precedentemente testato come descritto al punto (1-), l’assenza dell’energia elettrica. Le misure devono essere effettuate tra le tre fasi, tra le fasi e la terra e tra le fasi ed il neutro (se presente).
5- Verificare nuovamente lo strumento di misura, come descritto al punto (1-) per essere certi della sua efficienza. Solo in tal modo si ha certezza che le prove precedentemente effettuate siano attendibili.
6- Togliersi i guanti dielettrici e gli occhiali di protezione perché non più necessari prima di iniziare ad operare sulle apparecchiature prive di tensione.
Articolo curato da Baltimora