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Biometano, lo sguardo agli obiettivi PNIEC 2030

Se la stura per un effettivo decollo del biometano sarebbe dovuta essere l'avvio delle aste PNRR, ad osservarle attraverso un'analisi critica verrebbe da dire che riflettere (soltanto) sui risultati inferiori alle attese è una visione solo parziale del problema. Dopo il fallimento del 2013, dal 2018 l'avvio di diverse iniziative nel settore della FORSU e degli scarti industriali agroalimentari
sono partite in maniera decisa. Ma il settore agricolo è in difficoltà.

Con l'Effort Sharing 2021-2030: targets and flexibilities (Reg. n. 842/2018), il "Regolamento sulla condivisione degli sforzi", il Parlamento e il Consiglio UE avevano stabilito gli obblighi degli Stati UE, in specifici settori. L'Italia si è impegnata a ridurre le emissioni del 43,7% entro il 2030.

Gli interessanti report di Laboratorio Ref e del Energy & Strategy Group del PoliMI hanno delineato un panorama della filiera del biometano nel Paese a tinte con notevoli chiaro-scuri, in cui vengono analizzate le filiere del biometano (produzione, upgrading, utilizzo finale, trasporto).

Le difficoltà esposte portano ad escludere che il biometano possa rappresentare, alle condizioni attuali, un futuro per molti dei circa 1.500 impianti biogas elettrici (che guardano al fine incentivo del sistema a 0,28 ?/kWh in assenza di una modifica all'attuale sistema), nonostante i tentativi di "aggiustamento" però fin troppo timidi.

Al di là delle contestualizzazioni dei papers, l'assenza di una politica di lungo periodo con chiarezza sugli incentivi pesa sul potenziale produttivo italiano per il biometano: l'obiettivo dei 5,7 miliardi di mc/anno del PNIEC al 2030, resta lontano, se vero è che la produzione di biometano oggi immessa in rete dai circa 115 impianti equivale a circa 0,571 miliardi di mc/anno, cioè un decimo.

Le aste sono state ampiamente sotto-partecipate, e ci si domanda se non fosse stato il caso di individuare una maggiore efficacia che affrontasse con più coraggio la capacità di mitigare i rischi derivanti dai fattori di incertezza legati alla filiera logistica, al costo delle materie prime e alla dimensione dell'investimento iniziale. I materiali per le ricette, spesso energeticamente poveri, mal sopportano alti costi di trasporto.

Puntare a impianti con ricadute su traffico, occupazione di suolo e problemi di accettabilità sociale, appalesa il rischio di un indebolimento del ruolo del settore primario, che così tanto ha contribuito al rafforzamento delle nostre aziende cerealicole e zootecniche, e di compromettere l'immagine positiva faticosamente costruita negli anni.

Dal dibattito fra gli operatori del settore emergono impietose le analisi del sistema ancora illogicamente a 15 anni: gli impianti non sembrano sostenibili dal punto di vista economico in assenza di adeguato regime di sostegno, ed è forte il rischio di avvio allo spegnimento al termine del periodo. E non siamo così sicuri che anche lo spauracchio agitato dal DSO per potenziali rischi di sbilanciamento immissioni/prelievi sia da risolvere puntando tutto su una soluzione reverse flow (o rebours), perché potrebbe rivelarsi un ulteriore barriera autoinflitta al settore.

Pleonastico, ancora, sottolineare (soltanto) la virtuosa rispondenza della filiera agli obiettivi, attraverso sfruttamento delle reti gas esistenti, efficienza, programmabilità, stoccaggio. Non solo decarbonizzazione ma anche riduzione significativa nel settore agricolo (14% di climalteranti), diventando "neutrale" nel restituire sostanza organica e fertilizzanti alternativi ai derivati fossili, finanche "negativo", nel caso in cui la CO2 separata nella purificazione venga utilizzata per usi industriali e/o alimentari.

La straordinaria opportunità per combinare sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e valorizzazione delle risorse locali, e il pieno sviluppo di questa filiera, richiede un impegno strategico condiviso, capace di superare barriere economiche, normative e logistiche. Per non dover auspicare che, nell'ascoltare oggi l'incedere della Walkürenritt dell'atomo, ci sia un Robert Wagner anche per la molecola; e che le note della Cavalcata delle Valchirie risuonino da uno spartito originale e non in un arrangiamento che ci evochi il Maltazard di Besson o il Feindschaft del caso Gortz.

Appuntamento a mcTER Milano (e mcTER EXPO, in ottobre a Verona) per creare nuove opportunità di confronto e di lavoro
per tutti gli operatori.
Marco Manchisi - Coordinator
Marco Manchisi - ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine
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