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Sesta edizione dello studio "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia"
in collaborazione con mcTER News
Presentata a KEY la sesta edizione dello studio "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia". Pressi (Motus-E): "Il Paese è sulla strada giusta, ma serve più coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti per portare avanti un processo di infrastrutturazione indispensabile"Al 31 dicembre 2024 risultano installati in Italia 64.391 punti di ricarica a uso pubblico (+713 vs 2023) La Lombardia è la prima Regione per punti di ricarica e quella che ha registrato il maggiore incremento
Napoli si conferma la città con più punti di ricarica in rapporto alla superficie, davanti a Torino e Milano
L'estensione dei termini PNRR e una revisione dei meccanismi di cofinanziamento potrebbero contribuire in modo decisivo all'incremento della rete di ricarica ad alta potenza nelle Regioni del Centro e del Mezzogiorno
I punti di ricarica lungo le autostrade sono 1.087. Considerando anche quelli entro 3 km dall'uscita sono 3.447
La rete italiana ha già raggiunto il 75-80% di compliance rispetto agli ultimi obiettivi fissati dall'Europa e si attesta davanti a Francia, Germania e Regno Unito nel rapporto tra punti di ricarica e veicoli elettrici circolanti e nel rapporto tra punti di ricarica e lunghezza complessiva della rete stradale
La rete italiana delle colonnine per le auto elettriche continua a crescere, con i punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola che hanno superato quota 64.000. È quanto emerge dalla sesta edizione dello studio "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia", lanciato oggi a KEY - The Energy Transition Expo da Motus-E, che rileva nel corso del 2024 la posa di 13.713 nuovi punti di ricarica, di cui 4.052 installati solo nell'ultimo trimestre dell'anno.
Il numero dei punti di ricarica presenti sul territorio al 31 dicembre 2024 si attesta in particolare a 64.391 unità, valore che nonostante il ritardo nelle vendite di auto elettriche conferma l'Italia tra i Paesi più virtuosi d'Europa nell'infrastruttura al servizio dei veicoli a batteria.
In termini percentuali, la rete di ricarica italiana segna nel 2024 un'espansione di oltre il 27% e un aumento dei punti di ricarica negli ultimi due anni del 75%. Insieme al numero totale delle colonnine aumenta anche l'incidenza di quelle a più alta potenza: il 47% dei punti installati nel 2024 è di tipo veloce e ultraveloce, segnando un record assoluto (lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni).
Guardando alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% dei punti di ricarica della Penisola, al Centro il 20% e al Sud il 23%.
La Lombardia si conferma la prima Regione per punti di ricarica (12.926), davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita dell'infrastruttura nel 2024, con 3.531 nuovi punti di ricarica installati, seguita dal Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945).
Tra le città, Roma è quella che conta più punti di ricarica installati (3.117), seconda piazza per Milano (1.400) e terza per Napoli (1.235). La classifica cambia però se consideriamo il numero di punti di ricarica per km² di superficie, con Napoli sul gradino più alto del podio (11 punti ogni km²), davanti a Torino (8 punti ogni km²) e Milano (poco meno di 8 punti ogni km²).
Uscendo dai centri urbani, aumentano ancora i punti di ricarica installati in autostrada, che al 31 dicembre 2024 raggiungono quota 1.087 (di cui il 64% con potenza superiore oltre i 150 kW), rispetto ai 932 registrati a fine 2023.
Grazie al contributo di RSE, il report include l'aggiornamento dell'analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati, da cui emerge che, considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, con un rilevante passo avanti rispetto all'86% di copertura registrato a fine 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità di punti di ricarica cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 km nei pressi delle grandi città.
"Grazie all'impegno degli operatori il processo di infrastrutturazione del Paese procede spedito ma c'è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza", osserva il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, auspicando che in quest'ottica "vengano estesi i termini per l'utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l'impiego e supportare la crescita dell'infrastruttura nelle zone meno coperte, facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal GSE".
"Più in generale", prosegue Pressi, "è fondamentale una sempre più stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti da questo grande processo di infrastrutturazione del Paese. Il recente protocollo che abbiamo siglato con Unem per le colonnine nei distributori di carburante va esattamente in questa direzione: lavorare insieme per il bene del Paese".
Lo stesso approccio andrebbe esteso anche alla semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette in una quota del 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali (valore in lieve calo rispetto al 18% del 2023), o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell'energia, o per altre vischiosità burocratiche.
Anche quest'anno lo studio confronta i progressi dell'Italia con quelli degli altri major market europei. Con 19 punti di ricarica a uso pubblico ogni 100 auto elettriche circolanti, l'infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (8 punti ogni 100 auto elettriche circolanti) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti), conservando il primato anche se si considerano solo i punti di ricarica veloci in corrente continua: Italia (3,4 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Francia (2,6 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Germania (1,7 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti), Regno Unito (1,2 punti in DC ogni 100 auto elettriche circolanti).
Il rapporto punti di ricarica/circolante rispecchia i grandi passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale nonostante il notevole ritardo dell'Italia sulle immatricolazioni elettriche, testimoniato da una quota di mercato BEV nell'ordine del 5%, a fronte del 17,4% di market share registrato in Francia, il 16,6% della Germania e il 21,3% del Regno Unito.
L'Italia è davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto di ricarica ogni 4 km di strade. A seguire ci sono Regno Unito (1 punto ogni 5 km), Germania (1 punto ogni 6 km) e Francia (1 punto ogni 7 km).
Il volume delle installazioni realizzate dagli operatori pone l'Italia sulla giusta traiettoria per rispettare gli obblighi del Regolamento europeo AFIR, con una compliance del 75-80% sugli obiettivi Ue da centrare entro la fine dell'anno.
"Questi dati smentiscono completamente la narrazione di un'Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica", conclude il presidente di Motus-E, "adesso però è il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato, anche attraverso l'atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE), per il quale la nostra associazione è a completa disposizione delle Istituzioni".
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Pubblicato il 10 marzo 2025
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