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Edifici intelligenti: la chiave per efficienza e decarbonizzazione

in collaborazione con mcTER News

Il settore edilizio è responsabile di oltre il 36% delle emissioni di gas serra in Europa e del 40% dei consumi

energetici. Per centrare gli obiettivi del Green Deal - riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 e neutralità climatica al 2050 - la strada è segnata: digitalizzazione e automazione. La nuova Direttiva EPBD impone edifici a zero emissioni (ZEB) dal 2028 per il pubblico e dal 2030 per il privato, oltre all'adozione obbligatoria dei sistemi di Building Automation (BACS o BEMS) e dello Smart Readiness Indicator (SRI) per edifici non residenziali con potenza dedicata all'HVAC >290 kW.

In particolare, pilastro a supporto dei livelli di automazione all'interno degli edifici, è la norma UNI EN ISO52120-1 che grazie ai fattori BACS, rende agevole la verifica della classe di efficienza energetica (che va dalla più performante A alla meno efficiente D).

Questa norma non si limita solo a definire livelli di servizio, ma da indicazioni chiare anche sul vantaggio operativo nell'effettuare investimenti che agevolino il salto di classe, quindi miglioramento del comfort degli occupanti di un building e riduzione dei consumi energetici e quindi dei costi operativi.

La novità degli SRI

La vera novità è l'introduzione dello Smart Readiness Indicator (SRI) che va oltre la valutazione del mero equipaggiamento del sistema BACS/BEMS, per valutare il reale utilizzo dei sistemi installati e la predisposizione di un edificio a dialogare con i diversi sistemi interni (pluridisciplinarità) ed esterni (concetto di prosumer) e lo fa valutando tre assi: efficienza energetica, risposta alle esigenze degli occupanti e flessibilità verso la rete.

La metodologia considera nove domini tecnici - dal riscaldamento alla ventilazione, dall'illuminazione alla ricarica dei veicoli elettrici - e 54 servizi smart ready, con livelli di funzionalità da 0 (manuale) a 4 (predittivo e integrato).

Un punteggio finale, espresso in classi da A a G, fotografa la maturità digitale dell'edificio.

I benefici? Risparmi stimati fino a 219 TWh/anno e 30 MtCO? in meno entro il 2050.

Ma la digitalizzazione non si ferma alla sola fase progettuale: strumenti come BIM e Digital Twin abilitano la gestione predittiva e il monitoraggio continuo, trasformando l'edificio in un nodo attivo della rete energetica.

Grazie a piattaforme BACS/BEMS è possibile coordinare HVAC, illuminazione, accumuli e ricariche EV, ottimizzando i mflussi energetici in base a occupazione, meteo e segnali di rete.

Per Schneider Electric, questa evoluzione è già realtà: soluzioni scalabili e interoperabili che integrano automazione, monitoraggio e analisi dati, supportando progettisti e gestori nel percorso verso edifici smart e sostenibili. Non è solo tecnologia: è un cambio di paradigma che richiede competenze, interoperabilità e una visione integrata.

La sfida è aperta: edifici più intelligenti per città più resilienti, nel segno dell'efficienza e della decarbonizzazione.

3 vantaggi chiave per progettisti e gestori
- Efficienza energetica immediata: riduzione dei consumi grazie ai BACS e strategie predittive.
- Valore e conformità: edifici allineati alle direttive EPBD e ai CAM, con punteggi SRI premianti.
- Flessibilità e resilienza: integrazione con la rete, gestione dinamica dei carichi e supporto alla mobilità elettrica.
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Pubblicato il 03 novembre 2025

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