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Risorse e sviluppo: quella sintesi iniqua che divide l'uomo
Di materiali critici e terre rare si è parlato più volte nella rivista, come della necessità strategica di garantirne la disponibilità e un approvvigionamento sicuro, essenziali per crescere sostenibilmente e ridurre gli squilibri economici e sociali.
L'importanza del tema e la sua valenza geopolitica è oggetto di continui studi e approfondimenti di istituzioni di ricerca e organismi internazionali. Attività intensificate negli anni con specifici aggiornamenti, tra cui quelli ripetuti dell'IEA (International Energy Agency), come fall out del summit organizzato inizialmente a Parigi il 28 settembre 2023 su "Critical Minerals and Clean Energy".
Un link tra risorse materiali, innovazione e transizione energetica che l'Agenzia analizza con rapporti densamente documentati che delineano le prospettive a medio e lungo termine della domanda e dell'offerta di minerali essenziali per il progresso tecnico.
Questo, sulla base delle esigenze poste dagli avanzamenti scientifici e produttivi e dalle politiche più avanzate e recenti, evidenziando al proposito i colli di bottiglia che restringono le catene di approvvigionamento e costituiscono grandi preoccupazioni del momento.
Allo scopo, valutando le principali opportunità e i rischi connessi all'affidabilità, sostenibilità e diversificazione delle forniture e lavorazioni dei minerali considerati critici, con le loro ricadute sull'attuazione delle politiche industriali nelle varie regioni economiche.
I mercati di tali sostanze stanno segnando, infatti, scambi crescenti, ma che mutano rapidamente e generano grandi
turbolenze.
Complici i prezzi in forte calo nel 2023, dopo due anni di aumenti drammatici (fig.1 nel PDF).
Tra essi il crollo di quelli delle materie necessarie per la fabbricazione delle batterie, con i valori del litio, sceso del 75%, e del cobalto, nichel e grafite del 30-45%.
Lo attesta l'indice, appositamente definito dall'IEA, detto "Energy Transition Mineral Price Index", che quantifica il costo di un paniere composto da rame, principali metalli per batterie ed elementi di terre rare e che è triplicato nel biennio 2020-21.
Che ha ceduto, però, a fine 2023, gran parte del suo incremento, nonostante nell'anno la crescita della domanda sia rimasta robusta: 30% in più del litio e una richiesta di nichel, cobalto, grafite e terre rare maggiore circa del 10%. Ragione principale della forte riduzione dei prezzi è stata l'aumento della nuova offerta, proveniente in particolare dall'Africa, dall'Indonesia e dalla Cina, che ha superato negli ultimi due anni la crescita della domanda.
Sommando l'eccesso delle scorte esistenti nei settori di utilizzo e la correzione degli ingiustificati aumenti dei costi verificatisi nel citato biennio, l'effetto complessivo ha determinato una pressione al ribasso. La diminuzione dei prezzi in questo difficile momento è, ovviamente, una buona notizia per i consumatori e l'attuazione di politiche green. In quanto riporta l'onere finanziario delle tecnologie pulite su una traiettoria discendente e favorisce l'accessibilità economica nell'acquisto di prodotti innovativi più performanti.
Basti pensare che i costi degli accumulatori elettrici sono scesi nel 2023 del 14% (fig. 2 nel PDF).
Tuttavia, il calo dei ricavi dalle vendite dei materiali rende, nel contempo, meno remunerativi gli investimenti necessari per assicurare la diversificazione e l'affidabilità dell'offerta, con il risultato che le risorse non vengono coltivate adeguatamente e non si trasformano in riserve utilizzabili.
E, anche se la diminuzione dei prezzi non ha influenzato sinora gli stanziamenti e la nuova fornitura di minerali rimane in crescita, la situazione è, come detto, in grande evoluzione. Considerato che il valore aggregato annuo del mercato dei minerali necessari complessivamente per attuare la transizione energetica e digitale è stimato attualmente in circa 325 G$ (fig. 3 nel PDF),
sostanzialmente in linea con quello del minerale di ferro, e che nel 2040 la domanda del solo rame raggiungerà tale livello.
Perché, pur scontando il rallentamento della politica climatica, indotto dalle decisioni in materia della nuova Amministrazione degli USA, è ragionevole sperare che esso sia solo momentaneo e che la diffusione dell'energia pulita continui ad avanzare.
Inclusa l'adozione e la crescita dei veicoli elettrici, specie nelle economie emergenti.
Continua nel PDF
L'importanza del tema e la sua valenza geopolitica è oggetto di continui studi e approfondimenti di istituzioni di ricerca e organismi internazionali. Attività intensificate negli anni con specifici aggiornamenti, tra cui quelli ripetuti dell'IEA (International Energy Agency), come fall out del summit organizzato inizialmente a Parigi il 28 settembre 2023 su "Critical Minerals and Clean Energy".
Un link tra risorse materiali, innovazione e transizione energetica che l'Agenzia analizza con rapporti densamente documentati che delineano le prospettive a medio e lungo termine della domanda e dell'offerta di minerali essenziali per il progresso tecnico.
Questo, sulla base delle esigenze poste dagli avanzamenti scientifici e produttivi e dalle politiche più avanzate e recenti, evidenziando al proposito i colli di bottiglia che restringono le catene di approvvigionamento e costituiscono grandi preoccupazioni del momento.
Allo scopo, valutando le principali opportunità e i rischi connessi all'affidabilità, sostenibilità e diversificazione delle forniture e lavorazioni dei minerali considerati critici, con le loro ricadute sull'attuazione delle politiche industriali nelle varie regioni economiche.
I mercati di tali sostanze stanno segnando, infatti, scambi crescenti, ma che mutano rapidamente e generano grandi
turbolenze.
Complici i prezzi in forte calo nel 2023, dopo due anni di aumenti drammatici (fig.1 nel PDF).
Tra essi il crollo di quelli delle materie necessarie per la fabbricazione delle batterie, con i valori del litio, sceso del 75%, e del cobalto, nichel e grafite del 30-45%.
Lo attesta l'indice, appositamente definito dall'IEA, detto "Energy Transition Mineral Price Index", che quantifica il costo di un paniere composto da rame, principali metalli per batterie ed elementi di terre rare e che è triplicato nel biennio 2020-21.
Che ha ceduto, però, a fine 2023, gran parte del suo incremento, nonostante nell'anno la crescita della domanda sia rimasta robusta: 30% in più del litio e una richiesta di nichel, cobalto, grafite e terre rare maggiore circa del 10%. Ragione principale della forte riduzione dei prezzi è stata l'aumento della nuova offerta, proveniente in particolare dall'Africa, dall'Indonesia e dalla Cina, che ha superato negli ultimi due anni la crescita della domanda.
Sommando l'eccesso delle scorte esistenti nei settori di utilizzo e la correzione degli ingiustificati aumenti dei costi verificatisi nel citato biennio, l'effetto complessivo ha determinato una pressione al ribasso. La diminuzione dei prezzi in questo difficile momento è, ovviamente, una buona notizia per i consumatori e l'attuazione di politiche green. In quanto riporta l'onere finanziario delle tecnologie pulite su una traiettoria discendente e favorisce l'accessibilità economica nell'acquisto di prodotti innovativi più performanti.
Basti pensare che i costi degli accumulatori elettrici sono scesi nel 2023 del 14% (fig. 2 nel PDF).
Tuttavia, il calo dei ricavi dalle vendite dei materiali rende, nel contempo, meno remunerativi gli investimenti necessari per assicurare la diversificazione e l'affidabilità dell'offerta, con il risultato che le risorse non vengono coltivate adeguatamente e non si trasformano in riserve utilizzabili.
E, anche se la diminuzione dei prezzi non ha influenzato sinora gli stanziamenti e la nuova fornitura di minerali rimane in crescita, la situazione è, come detto, in grande evoluzione. Considerato che il valore aggregato annuo del mercato dei minerali necessari complessivamente per attuare la transizione energetica e digitale è stimato attualmente in circa 325 G$ (fig. 3 nel PDF),
sostanzialmente in linea con quello del minerale di ferro, e che nel 2040 la domanda del solo rame raggiungerà tale livello.
Perché, pur scontando il rallentamento della politica climatica, indotto dalle decisioni in materia della nuova Amministrazione degli USA, è ragionevole sperare che esso sia solo momentaneo e che la diffusione dell'energia pulita continui ad avanzare.
Inclusa l'adozione e la crescita dei veicoli elettrici, specie nelle economie emergenti.
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Pierangelo Andreini - ATI Associazione Termotecnica Italiana
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La Termotecnica marzo 2025
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