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PNIEC 2024: un approfondito e dettagliato lavoro di squadra che guarda pragmaticamente al domani
Puntualmente, entro la data fissata del primo luglio, il MASE (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha trasmesso alla Commissione Europea (CE), la versione finale del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, la cui stesura preliminare era stata sottoposta alla CE dal Ministero un anno fa, nei primissimi giorni di luglio, della quale ha confermato gli obiettivi. La programmazione indicata, ora definitiva, è molto importante, perché stabilisce un quadro di riferimento, preciso e dettagliato (491 pagine, rispetto alle 424 precedenti) in materia di clima ed energia a livello nazionale e svolge un ruolo primario nel garantire il concorso italiano al raggiungimento degli obiettivi europei disposti dal Fit for 55, il pacchetto di provvedimenti comunitari varati dall'UE in esecuzione del Green Deal europeo.
Gli impegni scandiscono tappe e target essenziali per attuare la transizione ecologica sui tre aspetti di fondo che la caratterizzano: l'incremento delle energie rinnovabili, la crescita dell'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni climalteranti.
I traguardi, variamente apprezzati dagli osservatori, sono certamente ambiziosi.
Per le rinnovabili, vedi prospetto, il raggiungimento entro fine decade di:
-79,2 GW di capacità installata da solare FV (57 GW in più sul 2021)
- 28,1 GW da eolico (17 GW in più)
- 19,4 GW da idroelettrico
- di 3,2 GW da bioenergie
- 1 GW da geotermico.
Il tutto per complessivi 131 GW, + 126% sul 2021.
Circa l'efficienza e il risparmio energetici le indicazioni riportate tengono conto degli effetti derivanti dall'applicazione di molteplici
misure comunitarie, recentemente approvate e molto stringenti, in primis quelle introdotte dalla direttiva Case Green (UE 2024/1275 - Energy Performance of Buildings Directive), di cui si è detto nel numero di giugno (1).
A tale proposito, coerentemente con gli obiettivi di riqualificazione del parco immobiliare posti dalla suddetta direttiva, il Piano prevede una significativa penetrazione di tecnologie per l'elettrificazione dei consumi, specie con ampio ricorso a pompe di calore, all'automazione e controllo del sistema edificio-impianto, oltre a una massiva diffusione degli interventi di isolamento delle superfici disperdenti.
Ciò, nel quadro di un progressivo aumento del tasso di ristrutturazione degli edifici per promuovere il quale sarà predisposta e attuata una riforma delle regole di incentivazione fiscale. A tal fine, identificando le priorità di intervento sugli edifici meno performanti e in relazione alle situazioni di povertà energetica, differenziando il livello di assistenza in base all'efficacia.
Questa, in termini di miglioramento della prestazione energetica dell'edificio, di riduzione dei consumi e di incremento del ricorso all'utilizzo fonti rinnovabili.
Quanto al calo delle emissioni di Gas serra, è assai significativo l'impegno di ridurle nel comparto industriale soggetto alle regole ETS (Emission Trading System) del 66%, sul valore del 2005, superando l'obiettivo comunitario di -62%.
Per i settori non-ETS (agricoltura, rifiuti, civile, terziario, industria non ETS, trasporti) la riduzione a fine decade è stimata nel 40,6% sul 2005, inferiore all'obiettivo assegnato all'Italia di -43,7%.
In materia il Piano rileva, infatti, che c'è parecchio da fare, in quanto, nonostante si registri un sostanziale miglioramento degli indicatori emissivi, i target europei rimangono comunque molto impegnativi.
Segnatamente per i trasporti, il PNIEC intende far leva sulla produzione di combustibili rinnovabili, come il bio metano su carburanti sintetici e sull'idrogeno (vedi l'articolo in questo numero dell'Ingegner Alessandro Clerici), che possono contribuire sensibilmente al processo di decarbonizzazione e conseguente riduzione delle emissioni.
A partire da quelle del parco circolante su strada, specie con l'aumento della diffusione di autovetture elettriche e il contenimento della mobilità privata.
Allo scopo il PNIEC stima al 2030 un parco di 6,5 milioni di veicoli elettrici al 2030: 4,3 BEV e 2,2 ibridi elettrici plug-in.
Circa la sicurezza delle forniture energetiche le azioni già intraprese, diversificazione dell'approvvigionamento e pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni, fanno registrare una netta contrazione della dipendenza da altri Paesi.
Per ridurla ulteriormente il Piano prevede un potenziamento delle interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, oltre allo sviluppo di nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili.
Ciò avrà l'ulteriore effetto di rafforzare il ruolo dell'Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili nell'area mediterranea.
Continua nel PDF
Gli impegni scandiscono tappe e target essenziali per attuare la transizione ecologica sui tre aspetti di fondo che la caratterizzano: l'incremento delle energie rinnovabili, la crescita dell'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni climalteranti.
I traguardi, variamente apprezzati dagli osservatori, sono certamente ambiziosi.
Per le rinnovabili, vedi prospetto, il raggiungimento entro fine decade di:
-79,2 GW di capacità installata da solare FV (57 GW in più sul 2021)
- 28,1 GW da eolico (17 GW in più)
- 19,4 GW da idroelettrico
- di 3,2 GW da bioenergie
- 1 GW da geotermico.
Il tutto per complessivi 131 GW, + 126% sul 2021.
Circa l'efficienza e il risparmio energetici le indicazioni riportate tengono conto degli effetti derivanti dall'applicazione di molteplici
misure comunitarie, recentemente approvate e molto stringenti, in primis quelle introdotte dalla direttiva Case Green (UE 2024/1275 - Energy Performance of Buildings Directive), di cui si è detto nel numero di giugno (1).
A tale proposito, coerentemente con gli obiettivi di riqualificazione del parco immobiliare posti dalla suddetta direttiva, il Piano prevede una significativa penetrazione di tecnologie per l'elettrificazione dei consumi, specie con ampio ricorso a pompe di calore, all'automazione e controllo del sistema edificio-impianto, oltre a una massiva diffusione degli interventi di isolamento delle superfici disperdenti.
Ciò, nel quadro di un progressivo aumento del tasso di ristrutturazione degli edifici per promuovere il quale sarà predisposta e attuata una riforma delle regole di incentivazione fiscale. A tal fine, identificando le priorità di intervento sugli edifici meno performanti e in relazione alle situazioni di povertà energetica, differenziando il livello di assistenza in base all'efficacia.
Questa, in termini di miglioramento della prestazione energetica dell'edificio, di riduzione dei consumi e di incremento del ricorso all'utilizzo fonti rinnovabili.
Quanto al calo delle emissioni di Gas serra, è assai significativo l'impegno di ridurle nel comparto industriale soggetto alle regole ETS (Emission Trading System) del 66%, sul valore del 2005, superando l'obiettivo comunitario di -62%.
Per i settori non-ETS (agricoltura, rifiuti, civile, terziario, industria non ETS, trasporti) la riduzione a fine decade è stimata nel 40,6% sul 2005, inferiore all'obiettivo assegnato all'Italia di -43,7%.
In materia il Piano rileva, infatti, che c'è parecchio da fare, in quanto, nonostante si registri un sostanziale miglioramento degli indicatori emissivi, i target europei rimangono comunque molto impegnativi.
Segnatamente per i trasporti, il PNIEC intende far leva sulla produzione di combustibili rinnovabili, come il bio metano su carburanti sintetici e sull'idrogeno (vedi l'articolo in questo numero dell'Ingegner Alessandro Clerici), che possono contribuire sensibilmente al processo di decarbonizzazione e conseguente riduzione delle emissioni.
A partire da quelle del parco circolante su strada, specie con l'aumento della diffusione di autovetture elettriche e il contenimento della mobilità privata.
Allo scopo il PNIEC stima al 2030 un parco di 6,5 milioni di veicoli elettrici al 2030: 4,3 BEV e 2,2 ibridi elettrici plug-in.
Circa la sicurezza delle forniture energetiche le azioni già intraprese, diversificazione dell'approvvigionamento e pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni, fanno registrare una netta contrazione della dipendenza da altri Paesi.
Per ridurla ulteriormente il Piano prevede un potenziamento delle interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, oltre allo sviluppo di nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili.
Ciò avrà l'ulteriore effetto di rafforzare il ruolo dell'Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili nell'area mediterranea.
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Pierangelo Andreini - ATI Associazione Termotecnica Italiana
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